Il Mar Mediterraneo detiene ora un triste primato: è diventato l’epicentro del cambiamento climatico, riscaldandosi ad un ritmo allarmante e diventando sempre più salato. Questo è il risultato diretto dell’assorbimento eccessivo di calore causato dal riscaldamento globale, un fenomeno che ha portato ad un costante aumento della temperatura degli oceani sin dagli anni ’70.
Negli ultimi dieci anni, dal 2011 al 2020, la temperatura media del Mediterraneo è aumentata di circa 0,88°C rispetto al periodo 1850-1900. Questa tendenza al riscaldamento, secondo le proiezioni, non accenna a rallentare. Ad aprile 2023, la temperatura media della superficie del mare ha raggiunto un nuovo record, arrivando a 21,1°C.
Questo allarmante scenario sottolinea l’urgente necessità di affrontare il cambiamento climatico e i suoi impatti sulle nostre acque, sulla fauna marina e, in ultima analisi, sulla nostra stessa sopravvivenza.
Indice
Gli oceani, ecosistemi minacciati dal cambiamento climatico
Il cambiamento climatico ha avuto impatti significativi, in alcuni casi irreversibili, sugli ecosistemi marini in tutto il mondo. Ciò ha generato conseguenze rilevanti su settori economici cruciali come la pesca e il turismo, e ha anche influenzato la nostra salute e alimentazione. Tuttavia, l’impatto più rilevante si riflette sul ruolo chiave degli oceani nella termoregolazione del clima globale. Il sistema di correnti oceaniche, noto come “Nastro Trasportatore” o “Circolazione Termoalina“, svolge un ruolo fondamentale nel trasporto delle acque calde dalle regioni tropicali verso le latitudini più elevate, dove si raffreddano, affondano e ritornano verso i tropici in un ciclo continuo.
Gli oceani sono anche essenziali per la produzione di ossigeno, poiché il fitoplancton marino contribuisce al 50% dell’ossigeno generato sul nostro pianeta. Inoltre, gli oceani assorbono una quantità significativa di anidride carbonica, contribuendo a mitigare l’impatto delle emissioni di CO2 generate dalle attività umane. Si stima che gli oceani assorbano circa un quarto dell’anidride carbonica emessa ogni anno, corrispondente ad almeno il 30% di tutte le emissioni di CO2 prodotte a livello globale.
Tuttavia, a causa degli effetti del cambiamento climatico globale, gli oceani stanno subendo una pressione sempre maggiore. Il loro ruolo vitale nella regolazione del clima, nella produzione di ossigeno e nell’assorbimento di anidride carbonica è minacciato. È pertanto necessaria un’azione urgente per ridurre le emissioni di gas serra e aumentare la resilienza degli ecosistemi marini per proteggere la biodiversità e garantire la sostenibilità degli oceani.
Il Mediterraneo e i segni tangibili del cambiamento climatico
I segni tangibili e impressionanti del cambiamento climatico nel Mediterraneo sono descritti nel nuovo rapporto del Wwf “Il respiro degli oceani”, pubblicato in vista della Giornata Mondiale degli Oceani, che si celebrerà l‘8 giugno in tutto il mondo.
Questo rapporto segna l’inizio della fase della campagna Our Nature del Wwf in difesa degli oceani, che vedrà la GenerAzione Mare impegnata per tutta l’estate con volontari, ricercatori, velisti, pescatori, sub e apneisti impegnati nella difesa collettiva del nostro Capitale Blu. Un fitto calendario di eventi verrà lanciato nei prossimi giorni.
Il rapporto del Wwf sottolinea l’urgenza di agire per proteggere il Mediterraneo, che è sempre più minacciato dal riscaldamento globale e dall’inquinamento. Grazie alla campagna Our Nature, il Wwf mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di preservare gli oceani e a promuovere azioni concrete per la loro salvaguardia.
l Mediterraneo tra cambiamenti climatici e biodiversità: il report del Wwf
Il report del Wwf “Il respiro degli oceani” descrive 6 casi emblematici che evidenziano gli impatti del cambiamento climatico sul Mare Nostrum:
- Tropicalizzazione del Mediterraneo orientale: aumento della temperatura e salinità che favorisce specie tropicali a scapito di quelle native.
- Aumento delle specie aliene invasive: competizione con le specie native e alterazione degli ecosistemi.
- Proliferazione di meduse: impatto negativo sulle attività turistiche e pescherecce.
- Perdita delle praterie di Posidonia oceanica: diminuzione della biodiversità e dell’assorbimento di CO2.
- Scomparsa delle gorgonie: perdita di habitat per diverse specie marine.
- Mortalità di massa della Pinna nobilis: specie simbolo del Mediterraneo a rischio di estinzione.
Il report sottolinea che la difesa della biodiversità è fondamentale per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Le specie marine, a tutti i livelli della catena alimentare, contribuiscono al sequestro naturale del “carbonio blu“, trasferendolo dalla superficie alle profondità oceaniche e ai sedimenti. Questo processo, noto come “Fish carbon“, coinvolge tartarughe, uccelli marini, mammiferi come balene e delfini e pesci come squali, tonni e sardine.
La biodiversità marina: un alleato chiave nella lotta contro i cambiamenti climatici
Le praterie di Posidonia, oltre a fungere da habitat essenziale per numerose specie marine, sequestrano circa 5,7 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno. Si stima che queste praterie abbiano immagazzinato tra l’11% e il 42% delle emissioni totali di CO2 dei Paesi mediterranei dall’epoca della Rivoluzione Industriale. Il fitoplancton, nonostante la sua dimensione microscopica, sintetizza sostanze organiche e genera ossigeno attraverso la fotosintesi, contribuendo a produrre oltre il 50% dell’ossigeno terrestre e a catturare circa 37 miliardi di tonnellate di CO2, pari al 40% di quella prodotta. Questo valore è equivalente a quello di quattro foreste amazzoniche.
Ogni balena può immagazzinare circa 33 tonnellate di CO2, una cifra sorprendente se confrontata con la modesta capacità di stoccaggio di carbonio di un albero medio, che si attesta a meno di 50 kg all’anno. Le specie di squali che effettuano migrazioni verticali e orizzontali, come le verdesche (Prionace glauca) e le mante, svolgono un ruolo fondamentale nel trasporto di nutrienti e nel controllo della produzione primaria del fitoplancton. Anche il tonno rosso, grazie alle sue migrazioni orizzontali e verticali, contribuisce a fertilizzare il mare con i propri scarti, aumentando la biomassa del fitoplancton e quindi il sequestro di carbonio e la produzione di ossigeno.
Il report del Wwf sottolinea l’importanza cruciale della biodiversità marina nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico e nel sostenere gli ecosistemi oceanici.
Le soluzioni concrete del Wwf per contrastare gli impatti del cambiamento climatico sul Mediterraneo
Nel nuovo rapporto “Il respiro degli oceani“, il Wwf indica diverse soluzioni concrete per contrastare gli impatti del cambiamento climatico sul Mediterraneo. In primo luogo, è fondamentale ridurre le emissioni di gas serra e accelerare la transizione energetica verso fonti rinnovabili.
Inoltre, il Wwf sottolinea l’importanza di proteggere il prezioso scrigno di biodiversità che è il Mar Mediterraneo, che svolge un ruolo fondamentale nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Per raggiungere questo obiettivo, il Wwf propone di proteggere efficacemente il 30% dello spazio marittimo del Mediterraneo entro il 2030, istituendo una rete efficace e coerente di Amp (Aree Marine Protette) e altre misure di protezione spaziale, di cui il 10% deve essere strettamente protetto.
Tuttavia, questa sfida è particolarmente impegnativa, considerando che attualmente solo l’8,33% del Mediterraneo è protetto, e meno del 2% è protetto in modo veramente efficace, mentre la superficie totale delle aree a protezione integrale rappresenta solo lo 0,04% del Mediterraneo. Il Wwf invita quindi i Paesi mediterranei a intensificare gli sforzi per proteggere il loro prezioso patrimonio marino e contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
Sostenibilità e pianificazione del Mar Mediterraneo, sfide per l’Italia
Il Wwf sottolinea l’importanza di proteggere i corridoi ecologici vitali per la sopravvivenza delle specie migratorie, come le balene, e promuovere una pesca più sostenibile nel Mar Mediterraneo. È fondamentale pianificare l’utilizzo dello spazio marittimo rispettando l’ecosistema marino, seguendo le indicazioni della Direttiva Europea.
Purtroppo, l’Italia è ancora in procedura di infrazione per non aver implementato un piano di gestione dello spazio marittimo. Questo rappresenta una lacuna importante che deve essere affrontata al fine di garantire la sostenibilità delle attività marittime nel Mar Mediterraneo.
Inoltre, mentre l’Unione Europea si impegna nella decarbonizzazione, l’Italia ha concesso deroghe per l’estrazione petrolifera e deve ancora definire le aree adatte per lo sviluppo delle energie rinnovabili offshore. Questa situazione evidenzia una mancanza di prospettiva a lungo termine sia per l’ambiente che per gli aspetti socioeconomici correlati.
La GenerAzione Mare di Wwf in azione per tutta l’estate
La GenerAzione Mare di Wwf sarà in prima linea per tutta l’estate, grazie a una variegata e diffusa comunità di volontari, ricercatori, velisti, pescatori, sub e apneisti, impegnati nella difesa collettiva del nostro prezioso Capitale Blu. Nel Mediterraneo, la ricchezza dei suoi ecosistemi può generare un valore annuo di 450 miliardi di dollari.
Il fitto calendario di eventi organizzati da Wwf per la fase estiva della Campagna Our Nature prevede una serie di azioni concrete per la protezione di specie simbolo e ancora a rischio, come gli squali, attraverso la collaborazione con i pescatori e la ricerca con tag satellitari, le tartarughe marine, monitorando nidi e tracce (già seguiti 13 nidi in Sicilia), delfini e balenottere con le crociere di ricerca del progetto Vele del Panda per l’avvistamento e la raccolta dati, e la foca monaca con il prelievo di Dna ambientale per identificarne le aree di presenza.
Centinaia di volontari saranno poi impegnati in azioni di mappatura e pulizia da reti e lenze fantasma nei fondali di aree marine protette, e nella pulizia di spiagge e dune costiere e nel censimento dei rifiuti con la nuova iniziativa mediterranea di Wwf – Adopt a Beach.
L’estate della GenerAzione Mare sarà anche un’occasione per conoscere meglio la biodiversità marina e le strategie per difenderla, partecipando agli incontri formativi e di educazione sulle specie simbolo che vedranno protagonisti anche le decine di diving della comunità Wwf Sub.
L’importanza della collaborazione per la salvaguardia del mare
Giulia Prato, responsabile Mare di Wwf Italia, ha dichiarato: “La collaborazione dei cittadini, dei volontari, delle comunità costiere, delle Aree Marine Protette e dei pescatori artigianali è indispensabile per affrontare i gravi problemi che affliggono i nostri mari. Dobbiamo superare le gravi carenze di dati sulle specie marine più importanti, combattere l’enorme impatto della plastica nel nostro mare prevenendo anche la dispersione di attrezzi fantasma. È fondamentale chiedere a gran voce che lo spazio marino sia gestito in modo sostenibile, istituendo nuove aree di protezione efficace e identificando le soluzioni per un’economia blu più sostenibile”.
“Aiutano in questo la citizen science, per il coinvolgimento del volontariato diffuso, e la collaborazione con pescatori, ricercatori e autorità. Anche le nuove tecnologie come il DNA ambientale, utilizzato per rilevare la presenza di specie rare come la foca monaca, e la condivisione dei dati su piattaforme comuni sono fondamentali. Il Wwf si impegna con questa campagna a creare e promuovere tante e diverse opportunità affinché queste azioni vengano messe in moto. Tuttavia, le istituzioni devono fare passi concreti per garantire il futuro del nostro Capitale Blu, a partire dalla designazione del 30% di mare protetto in modo efficace, obiettivo che speriamo di poter raggiungere entro il 2030”.
Un’estate di eventi per la tutela del Mediterraneo
Sabato 8 giugno a Rio/Isola d’Elba (Livorno) si terrà una pulizia delle spiagge nell’ambito del progetto Adopt a Beach, una piattaforma di citizen science per monitorare la plastica sulle spiagge del Mediterraneo.
Nello stesso giorno, il Wwf sarà ospite del Cinemambiente di Torino insieme al duo produttivo Green Storytellers, Marco Cortesi e Mara Moschini, con la proiezione di una puntata dedicata ai giganti del mare: “Con gli occhi di una balena”. Domenica 9 giugno, presso la spiaggia della Riserva naturale Bosco Pantano a Policoro (Matera), ci sarà un incontro sulla biologia delle tartarughe marine, una visita al Centro di recupero e la liberazione di una tartaruga verde curata presso il centro. A Lacona (Isola d’Elba) si effettuerà la pulizia dei fondali con Wwf Sub e le associazioni locali, mentre in altre sette località diverse (Genova, Marina di Pisa, Torre del Greco, Bari, Ustica, Roma, Ancona) torna Spazzapnea, a cui il Wwf partecipa con i suoi volontari.
Per la Giornata mondiale delle tartarughe marine, il 16 giugno, il Wwf libererà in Puglia tre tartarughe marine con tag satellitari. Il 21 giugno sarà la volta del secondo monitoraggio nazionale per la foca monaca, con prelievi di campioni di acqua marina per la ricerca di Dna ambientale effettuati in decine di località, in collaborazione con il Gruppo Foca Monaca Aps, Aree Marine Protette, enti di ricerca e associazioni. Nel Golfo di Patti (Sicilia), a giugno e luglio, verranno mappati i fondali per la rimozione degli attrezzi fantasma e coinvolti i giovani pescatori per comprendere meglio la realtà critica della pesca artigianale e sviluppare un percorso verso un futuro più sostenibile.
Questi temi saranno portati al Summit Fao sulla Piccola Pesca, dal 5 al 7 luglio a Roma, da pescatori artigianali e dal Wwf. Per i giovani, si terranno Scuba Diving Camp sulle specie simbolo a Lavagna (Liguria) durante l’estate, mentre le Vele del Panda, crociere di ricerca, monitoreranno la presenza dei cetacei nel Santuario Pelagos e nel Tirreno meridionale. A fine luglio, Casa Pelagos, il museo interattivo creato nel 2023 presso l’Oasi di Orbetello (Toscana), inaugurerà nuove installazioni. La prima settimana di settembre, la Blue Panda, la barca ambassador del Wwf nel Mediterraneo, sarà protagonista di una settimana ricca di eventi nell’Alto Adriatico, dedicati a specie chiave come squali e foca monaca, oltre che alla pesca sostenibile, con mostre, incontri sul consumo responsabile di prodotti ittici, incontri divulgativi e attività didattiche in collaborazione con la Riserva marina di Miramare/Oasi Wwf.
La campagna estiva si concluderà con la “Settimana del subacqueo” in collaborazione con l’Area Marina Protetta di Portofino e il Comune di Lavagna, durante la quale verranno presentati gli Ocean Heroes 2024 e condivisi i risultati delle mappature e pulizie dei fondali dei progetti Wwf Segre Ghost Gear e H2020 EcoeFishent. A fine settembre, verranno recuperati importanti quantitativi di reti da pesca rinvenuti sui fondali e si effettuerà la pulizia delle spiagge a Sestri Levante (Genova).