L’Unione Europea si prepara alla Cop30 di Belém con un messaggio chiaro: l’obiettivo climatico si fa ancora più ambizioso. Il Consiglio dell’Unione Europea, dopo aver coinvolto tutti i ministri dell’Ambiente comunitari, ha approvato la nuova Nationally Determined Contribution. Si tratta della strategia ufficiale che sarà trasmessa all’Onu in attuazione dell’Accordo di Parigi.
Il piano prevede un taglio delle emissioni di gas serra compreso tra il 66,25% e il 72,5% entro il 2035 rispetto ai livelli del 1990, con la conferma dei traguardi già fissati:
- -55% entro il 2030;
- -90% entro il 2040;
- piena neutralità climatica entro il 2050.
Non si tratta solo di un impegno ambientale. L’Europa lega ormai in modo strutturale la competitività economica alla decarbonizzazione, con un modello che punta a ridurre la dipendenza energetica, innovare l’industria e garantire una transizione socialmente equa. È questa la direzione indicata dal nuovo piano, che integra il Fit for 55, il Clean Industrial Deal e le misure previste dal Fondo sociale per il clima.
Indice
I nuovi obiettivi consegnati al registro Onu
Il nuovo target intermedio al 2035 segna il passaggio tra la fase di attuazione del Fit for 55 e la traiettoria verso la neutralità al 2050. L’obiettivo è indicativo ma strategico: serve a dare continuità e credibilità agli impegni europei e nazionali.
Il taglio stimato, che arriverà fino al 72,5%, equivale a una riduzione di oltre due terzi delle emissioni prodotte in Europa negli ultimi 45 anni, con effetti che toccheranno tutti i settori produttivi: energia, trasporti, industria, edilizia e agricoltura.
Il nuovo piano sarà iscritto nel registro Ndc delle Nazioni Unite e rappresenterà la base della posizione negoziale europea alla Cop30. Il registro è gestito dal segretario dell’Unfccc, l’organismo Onu che sovrintende all’Accordo di Parigi.
In pratica ogni Paese o gruppo di Paesi invia lì il proprio piano climatico ufficiale, con gli obiettivi che riguardano emissioni e finanza verde. La sua funzione è il registro è quella di monitorare la trasparenza e la comparabilità tra gli impegni di tutti gli Stati. Ogni nuovo piano integra o sostituisce il precedente.
Più rinnovabili e meno carbone
La transizione energetica resta il motore principale del taglio delle emissioni. Le fonti rinnovabili hanno raggiunto il 47% della produzione elettrica europea nel 2024, in crescita di tre punti rispetto all’anno precedente.
Intanto solare ed eolico superano il carbone. Nel solo 2023 sono stati installati 50 GW di nuova capacità solare e 15 GW eolica. Nello stesso periodo il carbone è sceso all’11% del mix elettrico, il livello più basso mai registrato nell’Unione.
L’obiettivo dichiarato da Bruxelles è quello di rendere il sistema energetico europeo, attraverso un mix basato su rinnovabili, idrogeno e tecnologie a basse emissioni
prevalentemente libero da combustibili fossili ben prima del 2050.
La transizione europea è una questione economica
La nuova Ndc si inserisce nel quadro del Clean Industrial Deal, il piano europeo che mira ad accelerare la decarbonizzazione senza sacrificare la competitività. L’Unione punta su tecnologie low carbon, sull’idrogeno verde e sui sistemi di cattura e riciclo della CO₂, fondamentali per i settori ad alta intensità energetica.
L’Ets, il sistema europeo di scambio delle quote di emissione, è stato esteso anche ai trasporti e agli edifici (Ets2), mentre la graduale eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili è prevista entro il 2025.
Parallelamente, il Fondo sociale per il clima sosterrà famiglie e imprese vulnerabili, garantendo una transizione equa e bilanciata tra riduzione delle emissioni e tutela dei redditi.
L’Europa alla guida del clima globale
Dopo la Cop29 di Baku e la Global Stocktake, l’Ue intende arrivare a Belém in posizione di leadership, rilanciando la cooperazione internazionale e l’allineamento con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Il nuovo documento riafferma l’impegno a triplicare la capacità globale di energia rinnovabile e a raddoppiare il tasso di efficienza energetica entro il 2030, promuovendo al tempo stesso la graduale eliminazione dei combustibili fossili non abbattuti su scala mondiale.
Bruxelles sottolinea inoltre il ruolo dell’innovazione industriale, della finanza sostenibile e delle politiche sociali nel rendere la transizione energetica non solo ecologica, ma anche competitiva e inclusiva.
560 miliardi di investimenti in 5 anni
L’attuazione della nuova Ndc comporterà un aumento degli investimenti pubblici e privati stimato in oltre 560 miliardi di euro all’anno fino al 2030. Una cifra destinata a crescere nel decennio successivo, quando entreranno in vigore i nuovi target al 2040 e al 2050.
Il Consiglio europeo chiede una piena coerenza a tutti gli Stati membri tra politiche fiscali, finanziarie e climatiche, in modo da orientare i flussi di capitale verso attività compatibili con la neutralità e le zero emissioni.
L’insieme delle misure approvate definisce una strategia che l’Unione presenterà come modello alla COP30: un’economia decarbonizzata, competitiva e socialmente sostenibile.