Smart working: quando spetta lo sconto sulle tasse

L’Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti in merito alla possibilità di beneficiare del regime fiscale agevolato previsto per i lavoratori da remoto

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Con la risposta all’interpello n. 55/2022, l’Agenzia delle Entrate ha fornitor alcuni chiarimenti in merito alla possibilità di beneficiare dello sconto sulle tasse previsto per alcune categorie di lavoratori in smart working. Il regime agevolato per i professionisti che svolgono attività da remoto, però, non si estende a tutti, ma è riconosciuto solo in determinati vasi. Vediamo quali.

Smart working in Italia, spetta lo sconto sulle tasse?

All’Agenzia delle Entrate si è rivolto un contribuente, cittadino italiano, iscritto all’Anagrafe dei Residenti all’Estero (AIRE) dal 2012 e residente in un Paese dell’Unione Europea dal 2018. L’istante, dopo aver lavorato come dipendente per una società estera – nello stesso paese dove era residente – ha manifestato al proprio datore di lavoro la volontà di trasferirsi a gennaio 2022 nuovamente in Italia, mantenendo il rapporto di lavoro dipendente, ed ottenendo l’autorizzazione a svolgere la propria prestazione lavorativa da remoto.

Una volta riconosciuto il suo ruolo come lavoratore in smart working, quindi, la richiesta di chiarimento rivolta all’Amministrazione finanziaria è stata fin da subito finalizzata a capire se, una volta rientrato in Italia, lo stesso avrebbe potuto beneficiare del regime fiscale agevolato previsto per i lavoratori impatriati (di cui all’articolo 16 del decreto legislativo n. 147 del 2015) per i redditi di lavoro dipendente
ivi prodotti a partire dalla data del rientro, fissata al 1° gennaio 2022.

Regime agevolato impatriati: quando spetta lo sconto sulle tasse

Per poter usufruire del “regime speciale per lavoratori impatriati“, l’Agenzia delle Entrate ha ricordato che – come stabilito dalla legge – è necessario che il lavoratore:

Sono inoltre destinatari del beneficio fiscale in questione i cittadini dell’Unione europea o di uno Stato extra UE con il quale risulti in vigore una Convenzione contro le doppie imposizioni o un accordo sullo scambio di informazioni in materia fiscale che:

L’agevolazione è fruibile dai contribuenti per un quinquennio a decorrere dal periodo di imposta in cui trasferiscono la residenza fiscale in Italia e per i quattro periodi di imposta successivi.

Per accedere al regime speciale, il citato articolo 16 presuppone inoltre che il soggetto non sia stato residente in Italia per due periodi di imposta precedenti il rientro. In particolare, come stabilito dal decreto Internazionalizzazione e dal decreto Crescita, il legislatore ha introdotto un’estensione temporale del beneficio fiscale ad ulteriori cinque periodi di imposta, con tassazione nella misura del 50 per cento del reddito imponibile, in presenza di specifici requisiti quali, alternativamente:

Tale ultima ipotesi deve realizzarsi “successivamente al trasferimento in Italia o nei dodici mesi precedenti al trasferimento”.

La percentuale di tassazione dei redditi agevolabili prodotti nel territorio dello Stato negli ulteriori cinque periodi d’imposta si riduce al 10 per cento se il soggetto ha almeno tre figli minorenni o a carico.

Come funziona lo sconto sulle tasse per i lavoratori in smart working

La risposta dell’Agenzia delle Entrate, con specifico riferimento al datore di lavoro non residente – come nel caso in esame – ha comunque ribadito che il riconoscimento del regime agevolato non richiede che l’attività sia svolta per un’impresa operante sul territorio dello
Stato, pertanto, possono accedere all’agevolazione i soggetti che vengono a svolgere in Italia attività di lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro con sede all’estero.

Lo stesso vale se i committenti (in caso di lavoro autonomo o di impresa) siano stranieri (non residenti).

Pertanto, laddove risultino soddisfatti tutti i requisiti richiesti dalla norma, è possibile beneficiare dell’agevolazione fiscale anche in modalità “smart working” a decorrere dal periodo d’imposta 2022, a seguito del trasferimento della residenza fiscale in Italia.

Fanno eccezione gli sportivi professionisti, il cui reddito è detassato sempre nella misura del 50% e sempreché versino un contributo pari allo 0,5% dell’imponibile, destinato al potenziamento dei settori giovanili. Infine, possono accedere al regime agevolato anche i cittadini italiani non iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) purché, nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento, abbiano risieduto in un altro Stato ai sensi di una convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi.

Smart working in Italia: come richiedere lo sconto sulle tasse

Le modalità di richiesta e riconoscimento del regime agevolato per i lavoratori impatriati non cambiano in caso di smart working. Per il lavoro da remoto, infatti, valgono le stesse regole per chi è in presenza.

L’unica differenza, in questo caso, è quella operante tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti. Nello specifico, per beneficiare del regime fiscale agevolato:

Infine, per beneficiare della proroga del regime fiscale agevolato prevista dalla legge di bilancio 2021:

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963