Nella storia della Repubblica italiana sono decine di migliaia le tasse e le imposte entrate in vigore per legge all’interno del nostro ordinamento. Alcune di queste sono durate lo spazio di poche settimane, spesso perché approvate in un periodo di straordinaria necessità da parte dei rappresentanti del governo di turno (si pensi al prelievo forzoso sui conti correnti effettuato dal governo di Giuliano Amato nel giugno del 1992).
Molte altre invece sono state partorite per essere indirizzate a precise categorie professionali o gruppi di cittadini per riequilibrare la pressione fiscale tra le varie anime del Paese. Cosa che sta avvenendo oggi con la tassazione degli extra profitti delle aziende leader nel settore del gas e dell’energia elettrica, ossia quei soggetti che stanno registrando fatturati da record nell’ultimo periodo di emergenza energetica.
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Canone Rai, quanto vale la tassa e chi deve pagarla
Eppure, tra tutti i tributi che si sono avvicendati dal Dopoguerra ad oggi, quello che gli italiani pagano con un senso di fastidio sempre crescente è sicuramente il canone Rai. Invisa ai cittadini come poche altre cose, la trattenuta per il possesso del televisore all’interno della propria abitazione (valida anche per qualsiasi schermo collocato nello spazio riservato allo svolgimento della propria attività professionale) rappresenta l’emblema dell’indignazione popolare nei confronti dello Stato visto come un esattore.
Inserito all’interno della bolletta della luce ormai da diversi anni, il canone Rai ha subito diverse variazioni di importo nel corso della sua lunga e navigata carriera. Quando venne introdotto nel lontano 1954 come “imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive” prevedeva il pagamento di sole 15 mila lire. A lungo ha subito un incremento standard attorno all’1,5% ogni anno, un meccanismo stoppato dal governo di Matteo Renzi, che nel 2016 portò a 100 euro il valore del canone Rai per tutti. In seguito il suo successore Paolo Gentiloni lo abbassò a quota 90 euro, la stessa soglia di oggi.
Chi è esentato dal pagamento
Nel corso degli anni è stata introdotta anche un’altra novità nel sistema che regola la riscossione dell’imposta per il possesso del televisore. Il Parlamento infatti nel 2008 ha individuato alcune fasce di cittadini che devono essere esentate dal pagamento del canone Rai. Stiamo parlando degli anziani over 75, che possono ottenere lo sgravio dell’imposta presentando tutta la documentazione necessaria per l’identificazione della loro utenza. Oltre all’età, gli altri requisiti per l’esonero richiedono che il soggetto interessato non conviva con amici o familiari e che non abbia registrato un reddito complessivo superiore a 8 mila euro nell’anno precedente a quello dell’esenzione.
La presentazione della domanda va inoltrata all’Agenzia delle Entrate. Ricordiamo che per avere lo sgravio completo occorre aver compiuto il 75° anno di età entro il 31 gennaio 2022 (che è anche la deadline per l’invio della richiesta di rimborso). Per tutti coloro che invece hanno spento le candeline nel periodo compreso tra il 1° febbraio e il 31 luglio 2022, l’agevolazione sarà attiva solamente per quanto riguarda il secondo semestre di possesso del televisore.