La novità più importante per quanti hanno adottato il regime forfettario è l’introduzione dell’obbligo della fatturazione obbligatoria. Utilizzata già in parte da questa tipologia di contribuenti, adesso, vi hanno dovuto aderire tutti, indipendentemente dal fatturato. Ma non solo: quanti decideranno di aderire al concordato preventivo dovranno sottostare ad alcuni obblighi. Per non dimenticare degli obblighi informativi connessi con il Quadro RS.
Ricordiamo che il regime forfettario è stato introdotto il 1° gennaio 2015, a seguito dell’entrata in vigore della Legge di Stabilità. È una forma fiscale semplificata, la quale ha introdotto una tassazione dei redditi percepiti che prevede l’applicazione di un’imposta unica, che è pari al 15%.
Dal 1° luglio 2022 i contribuenti in regime forfettario che, nel corso del periodo d’imposta 2021, avessero percepito compensi o ricavi superiori a 25.000 euro sono tenuti all’emissione della fattura elettronica. L’obbligo, dal 1° gennaio 2024, è stato esteso a tutte le partite Iva che hanno aderito al regime forfettario, indipendentemente dal fatturato.
Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo quali sono le novità che coinvolgono questo tipo di contribuenti da quest’anno.
Indice
Scatta l’obbligo della fatturazione elettronica
È terminato il periodo transitorio nel quale chi ha optato per il regime forfettario poteva emettere le fatture in formato cartaceo. Dal 1° gennaio 2024 quanti vi hanno aderito devono emettere i documenti elettronicamente. Per qualsiasi operazione devono compiere. Questo significa, in altre parole, che quanti ne sono stati esclusi fino a questo momento dovranno utilizzare la fatturazione elettronica, indipendentemente dal proprio fatturato.
Ovviamente il nuovo adempimento comporterà la necessità di utilizzare dei software appositi per emettere e conservare le fatture digitali. Comunque vada la gestione delle e-fatture comporterà un aumento della complessità nel disbrigare queste pratiche. Chi ha optato per il regime forfettario potrà gestire la fatturazione elettronica scegliendo due opzione diverse:
- utilizzare i servizi online messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, che non hanno dei costi;
- optare per un software a pagamento dedicato esclusivamente alla gestione della fatturazione elettronica. Questo permette di gestire in maniera efficiente l’emissione e la conservazione elettronica dei documenti.
Regime forfettario: gli obblighi del concordato preventivo
Nuovi obblighi in arrivo, almeno per quanti dovessero decidere di aderire al concordato preventivo. Ricordiamo che questo strumento, di cui si sta discutendo proprio in questi giorni, ha uno scopo ben preciso. Quello di favorire l’adempimento spontaneo dei contribuenti e permettere agli uffici competenti di concentrare le eventuali attività di controllo unicamente sui soggetti che non vi aderiscono. Anche chi ha optato per il regime forfettario – grosso modo due milioni di titolari di partita Iva – rientra tra i destinatari di questo provvedimento.
Unicamente per quanti dovessero aderire al concordato preventivo biennale ci sarà un nuovo obbligo: gestire analiticamente i costi sostenuti per l’attività e documentarli. Questo è l’unico modo per poter aderire alla proposta che verrà avanzata direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
È bene sottolineare, comunque vada, che per quanti hanno aderito al regime forfettario il concordato preventivo funzionerà in maniera leggermente diversa. Rispetto a quanto è previsto per i soggetti ISA, per questi contribuenti il fisco ha in mano un minor dettaglio informativo.
Gli obblighi informativi del quadro RS
Tra i nuovi adempimenti in capo a quanti hanno optato per il regime forfettario c’è anche l’obbligo a compilare il Quadro RS del Modello Redditi, che è chiamato: Regime forfetario per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni – Obblighi informativi. Questa operazione ha uno scopo ben preciso: quello di monitorare e trasmettere le spese che vengono effettuate nel corso del periodo d’imposta. La sezione che deve essere compilata può essere divisa in tre diverse sotto-sezioni:
- la prima che coinvolge i contribuenti in regime forfettario;
- la seconda che riguarda unicamente quanti stiano esercitando attività d’impresa;
- una terza che interessa i lavoratori autonomi.
All’interno delle istruzioni del Modello Redditi PF 2023 viene espressamente precisato che, almeno per i soggetti che svolgono più di un’attività, i valori dovranno essere indicati cumulativamente.
Entrando un po’ più nel dettaglio, la prima sezione è interessata dai righi RS371 – RS372 – RS373. Questo è un obbligo informativo determinato dal fatto che i forfettari non sono tenuti ad emettere la Certificazione Unica autonomi. Grazie a questi righi il contribuente in questione comunica le somme che ha provveduto a pagare ad altri professionisti, per i quali non è stata applicata la ritenuta.
La sotto-sezione successiva è stata denominata Esercenti attività d’impresa e si compone di quattro righi:
- RS375, dove sarà necessario indicare il numero complessivo di mezzi di trasporto posseduti o detenuti ed utilizzati per lo svolgimento dell’attività;
- RS376, nel quale sarà necessario indicare il costo sostenuto per acquistare materie prime e “sussidiarie, semilavorati e merci, inclusi gli oneri accessori di diretta imputazione e le spese sostenute per le lavorazioni effettuate da terzi esterni all’impresa”;
- RS377, qui si dovranno indicare i costi sostenuti per godere di beni terzi. È il caso, ad esempio del canone di affitto di un immobile o il noleggio di un veicolo;
- RS368, qui si dovranno indicare i costi sostenuti per l’acquisto di carburante.
Nell’ultima sottosezione – denominata Esercenti attività di lavoro autonomo – prevede la compilazione di un unico rigo, nel quale il contribuente dovrà indicare la somma delle spese sostenute per:
- costi telefonici, compresi quelli accessori;
- costo dell’energia elettrica;
- spese sostenute per carburanti, lubrificanti e prodotti simili utilizzati per gli autoveicoli.
Le norme per il regime forfettario
Attraverso il provvedimento n. 325550/2023, l’Agenzia delle Entrate ha definito le norme per andare a regolarizzare la compilazione del Quadro RS relativo al Modello Redditi 2022. Il quale, ovviamente, si riferisce al periodo d’imposta 2021.
Alcune proteste sollevate dai commercialisti, che hanno sottolineato come questo adempimento non vada ad incidere direttamente sul reddito imponibile, è stato introdotto un rinvio al 2024. I diretti interessati, infatti, avranno tempo ad assolvere a questo adempimento entro il 30 novembre 2024.
In una nota il MEF ha spiegato che queste informazioni non possono essere estratte in maniera automatica dalla fatturazione elettronica, perché nel 2021 i forfettari non erano tenuti ad usarla.