Quali sono le regole a cui si devono attenere i contribuenti per gestire e conservare i Modelli F24? Sì, certo, oggi è tutto più facile. Se ne salva la copia digitale sul computer o sul cloud e poi, alla bisogna, la si va a scaricare e la si stampa per tutti gli usi del caso.
Non importa quale sistema si decida di utilizzare per salvare i Modelli F24: è necessario farlo. Dimostrano che un determinato pagamento è stato fatto nei tempi e nei modi previsti dalla legge. Farlo bene evita di far pagare una seconda volta una stessa tassa o imposta. Ma come si devono muovere i contribuenti per non sbagliare?
Indice
Modelli F24: l’importanza della conservazione
Non si scherza con l’obbligo di conservazione dei Modelli F24. Tutti riconoscono anche da lontano questi moduli di colore azzurro, che si utilizzano per il pagamento di tasse di vario tipo, dall’IMU, alla TARI, fino ai versamenti IRPEF. Tutti questi documenti vanno conservati con cura, perché la legge prescrive un periodo entro il quale si riserva di effettuare controlli. Entro questo lasso di tempo, che può essere anche di anni, può capitare di dover presentare la ricevuta di avvenuto pagamento dei tributi o di dover mostrare alle autorità il Modello F24 con appositi timbri di quietanza. Senza la dimostrazione cartacea di alcuni pagamenti non è possibile comprovarli, e si può quindi incorrere in sanzioni.
Può anche capitare di voler visionare i pagamenti già saldati, nel caso in cui si ritenga di aver fatto un errore. Anche in questo caso avere a disposizione i Modelli F24 debitamente compilati al momento del pagamento può essere molto utile, per richiedere un rimborso o per segnalare all’autorità una svista; è quindi importante archiviare questi documenti in modo corretto e facile, ad esempio utilizzando delle cartellette suddivise per anno. In questo modo si ha sempre sotto controllo qualsiasi modulo cartaceo utilizzato nel corso del tempo. Se un privato cittadino smarrisce o non conserva in modo appropriato un Modello F24 per il periodo prestabilito dalla Legge non incorre in una sanzione, quindi si tende a non curarsi di questi particolari, visto che nessuno mai verificherà l’effettivo possesso di questo tipo di documenti, se non in caso di mancato pagamento.
I rischi che si corrono
Pur non essendo punibile tale tipo di errore può risultare molto costoso, o quantomeno imprudente: se non si è in possesso dei Modelli F24 utilizzati negli anni precedenti, può capitare di non riuscire a dimostrare di aver pagato una tassa o un tributo, incorrendo in una multa, che può anche essere salata, che costringe in più anche alla ripetizione del pagamento già effettuato. I Modelli F24 od F23 utilizzati devono essere conservati per almeno 5 anni, a partire dall’anno fiscale cui si riferisce il tributo versato. Le amministrazioni non possono richiedere al cittadino dimostrazione di un pagamento avvenuto in un tempo precedente ai 5 anni. Trascorso questo tempo i moduli possono essere gettati.