Ho digitato un IBAN sbagliato: la banca doveva avvisarmi? Come recupero i soldi?

Bonifico finito sul conto sbagliato? Oggi la banca non deve avvisare, ma dal 9 ottobre 2025 la VoP segnalerà incongruenze prima del pagamento.

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Giorgia Dumitrascu

Avvocato civilista

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Un numero fuori posto e il denaro vola verso un estraneo. Molti confidano che la banca blocchi il bonifico se il nome non corrisponde all’IBAN, ma le regole attuali non lo prevedono: per legge l’identificativo unico è solo il codice IBAN, e gli istituti non hanno l’obbligo di controllare l’intestatario. Dal 9 ottobre 2025, però entra in vigore la Verifica del Beneficiario (VoP) e le banche dovranno offrire gratuitamente questo controllo su tutti i bonifici SEPA, sia ordinari sia istantanei. Vediamo di cosa si tratta.

IBAN sbagliato: la banca deve avvisarmi prima di eseguire il bonifico?

Chi ordina un bonifico può pensare che la banca controlli che l’intestatario coincida con l’IBAN inserito. Non è così, fino a oggi il sistema europeo dei pagamenti si basa su un principio, fissato dalla PSD2 Direttiva UE 2015/2366, recepita con D.lgs. n. 11/2010:

L’operazione è eseguita in base all’identificativo unico fornito dal pagatore, cioè l’IBAN.”

Quindi, la banca è tenuta a verificare che il codice sia formalmente corretto, ma non deve accertare se il nome corrisponde al titolare del conto. Impostazione confermata anche dall’<Arbitro Bancario Finanziario (ABF)

L’istituto non è responsabile se il cliente digita un IBAN valido ma intestato a un soggetto diverso.”

La ragione è di carattere pratico, il sistema SEPA (Single Euro Payments Area) tratta il bonifico come un messaggio elettronico che si basa su un solo dato univoco, l’IBAN, per garantire velocità e automatismo. Tuttavia, dal 9 ottobre 2025 il quadro cambia. Con l’art. 5 c, par. 9, del Reg. UE 2024/886, gli operatori dovranno introdurre la Verifica del Beneficiario (VoP), prima che il pagamento venga autorizzato, la banca controllerà se il nominativo inserito coincide con quello del conto di destinazione e, in caso di difformità, mostrerà un avviso chiaro al cliente. Resterà comunque quest’ultimo a decidere se procedere nonostante il mismatch.

Cosa succede se il bonifico rifiutato o accreditato al destinatario sbagliato?

Se l’IBAN digitato non esiste, perché, ad esempio, c’è un carattere in più o un codice paese sbagliato, la banca destinataria non può aprire la disposizione. L’operazione viene rifiutata in automatico (reject), il pagamento non parte o viene stornato subito, e l’importo torna indietro sul conto dell’ordinante. I tempi sono rapidi, di solito 1-3 giorni lavorativi per bonifici SEPA ordinari, quasi immediati per istantanei, salvo che la banca applichi piccole trattenute per spese di gestione. Non serve alcuna azione del cliente, l’errore di formato blocca il trasferimento.

Se l’IBAN esiste ma non è del destinatario giusto, cosa succede?

Diverso il caso in cui l’IBAN è valido ma appartiene a un soggetto diverso da quello a cui volevamo inviare il denaro. In gergo si parla di misdirection, il bonifico viene comunque eseguito perché il sistema controlla solo la correttezza del codice, non il nominativo. A quel punto i soldi arrivano sul conto sbagliato e l’istituto non può riprenderli senza l’autorizzazione del beneficiario.

In tali casi si applica la procedura di recall SEPA. Il cliente deve avvisare la propria banca che a sua volta invia una richiesta di richiamo fondi alla banca del destinatario. Quest’ultima contatta il titolare del conto per ottenere il consenso alla restituzione. I tempi non sono predeterminati possono bastare pochi giorni se il beneficiario collabora, ma diventare settimane se occorre più di un sollecito o se il conto è chiuso/in rosso. Alcune banche applicano costi amministrativi per la gestione del recall.

L’art. 24, co.2, D.lgs. n. 11/2010 impone alla banca di “adoperarsi senza indugio per recuperare i fondi”. In concreto, la banca ordinante invia un messaggio standardizzato (Recall Request) alla banca del beneficiario, che a sua volta contatta il titolare del conto per ottenere l’autorizzazione alla restituzione. Per tentare il recupero, ma non garantisce il rimborso automatico, se il beneficiario rifiuta, il denaro resta a lui e l’unico rimedio è l’azione di ripetizione dell’indebito davanti al giudice.

Richiamo fondi: differenze tra bonifico ordinario SEPA e bonifico istantaneo

Quando un bonifico parte con un IBAN sbagliato non c’è una sola procedura per recuperare i soldi: le regole cambiano se il pagamento è SEPA ordinario (SCT) o istantaneo (SCT Inst).
La tabella qui sotto riassume come funziona.

Procedura

Bonifico SEPA ordinario (SCT)

Bonifico istantaneo (SCT Inst)

Reject rifiuto immediato se l’IBAN è inesistente: i soldi non escono dal conto. non applicabile (operazione istantanea, non c’è fase di rifiuto tecnico).
Return restituzione dall’istituto del beneficiario dopo l’accredito (es. conto chiuso). non previsto per bonifico istantaneo.
Recall possibile su richiesta della banca ordinante per motivi standard (errore tecnico, duplicato, frode). ammesso solo per duplicato, errore tecnico o sospetta frode.
RFRO “Request for Recall of Funds for Other reasons”: canale straordinario per recuperare somme inviate per errore. Può essere avviato fino a 13 mesi dopo l’esecuzione. utilizzabile se l’IBAN è sbagliato, ma serve il consenso del beneficiario: la banca lo sollecita ma non può imporre la restituzione.

La banca è responsabile per un bonifico all’IBAN sbagliato?

Di norma, chi sbaglia a digitare l’IBAN è l’unico responsabile, la normativa europea sui pagamenti scarica l’onere sull’ordinante e non impone alla banca un controllo sostanziale sul destinatario. Tuttavia, la giurisprudenza più recente e l’ABF hanno aperto spiragli di responsabilità se l’istituto omette cautele minime di assistenza e informazione.

La Corte di Cassazione ha ribadito che tra cliente e banca esiste un “contatto sociale qualificato(Cass. sent. n. 17415/2024) tale che, chi affida a un intermediario un’operazione di pagamento può aspettarsi un livello di diligenza superiore a quello del mero esecutore tecnico. La Cassazione aveva ritenuto censurabile il comportamento dell’istituto che, pur a conoscenza di un’evidente incongruenza o di circostanze anomale, non avvisa il cliente né lo supporta nel recupero delle somme.

Cosa fare subito per recuperare i soldi?

Se un bonifico è finito a un IBAN sbagliato, la prima cosa da fare è muoversi immediatamente. Se l’operazione risulta ancora pendente, finché non è “eseguita”, la banca può revocarla quasi in tempo reale. Invece, se il denaro è già partito, va chiesto subito il recall SEPA. Occorre formalizzare la richiesta con una comunicazione tracciabile, ad esempio tramite PEC o raccomandata, perché questo obbliga la banca a dare una risposta entro trenta giorni. Se non risponde o rifiuta ricorre all’ABF, una procedura online con costo contenuto e tempi medi di 6-8 mesi, utile per ottenere i dati del beneficiario e far valere il proprio diritto alla ripetizione dell’indebito.

Qualora il beneficiario non restituisca la somma, resta la strada giudiziaria, un’azione di ripetizione ex art. 2033 c.c. o un decreto ingiuntivo basato sulla prova del pagamento e sulla documentazione raccolta con reclami e ricorsi.

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