Il Consiglio dei ministri discuterà nella giornata di mercoledì 21 febbraio una riforma delle sanzioni del fisco. Si tratta di una modifica al decreto in vigore dal 1998, che dovrebbe ispirarsi al principio di proporzionalità. Per il momento la legge è ancora una bozza, ma due punti cardine sono emersi dalle fasi preliminari dell’elaborazione.
Se da una parte aumentano le sanzioni per chi è recidivo infatti, la nuova norma dovrebbe avere un’attenzione particolare per le multe fuori proporzione con la violazione stessa. Clemenza anche per chi paga entro 60 giorni, in caso la norma sia incerta.
Riforma delle sanzioni del fisco: la proporzionalità
Il Consiglio dei ministri ha deciso di mettere mano al decreto legislativo del 18 dicembre 1997, entrato in vigore nel 1998, che determina le sanzioni per chi ha contenziosi con il fisco. Il nuovo decreto sarà discusso nella giornata di mercoledì 21 febbraio e si propone di modificare alcuni punti chiave in materia.
Secondo quanto titola la bozza visionata dall’agenzia di stampa ‘ANSA’, la nuova norma sarà costruita attorno al principio di proporzionalità, per evitare che le sanzioni ricevute in caso di violazione delle norme fiscali siano troppo alte rispetto al danno subito dallo Stato.
Per questa ragione, la nuova legge potrebbe inserire un articolo che, in caso le circostanze rendano manifesta la sproporzione tra violazione commessa e sanzione applicabile, riduca fino a un quarto la misura prevista. L’obiettivo è quello di evitare le sanzioni che il viceministro all’economia Maurizio Leo ha definito “da esproprio”. Un esempio sarebbe secondo il Governo quelle sull’evasione dell’IVA, che vanno dal 120% al 240% della cifra evasa. L’esecutivo vorrebbe portarle in linea con la media europea a un massimo del 60%.
Non solo clemenza però, ma anche severità contro gli episodi più gravi o gli evasori recidivi. Infatti nel caso in cui un condannato con sentenza passata in giudicato commetta un’altra violazione simile nei tre anni successivi alla sentenza, la pena per questa seconda violazione sarà raddoppiata. Per i reati fiscali più gravi invece, l’aumento può raggiungere il 50% della pena prevista, che può essere fissa, proporzionale o variabile.
Clemenza per chi paga entro 60 giorni: quali sono le condizioni
Il Governo vuole anche mostrare clemenza per chi si dimostra rapido nel saldare la propria posizione con il fisco. Chi infatti paga le imposte dovute, adeguandosi a quanto indicatogli dall’Agenzia delle entrate, entro 60 giorni da quando la violazione è stata riscontrata, non dovrebbe più pagare alcuna sanzione. Il reato fiscale diventerebbe in queste circostanze di fatto non punibile, ma nella bozza di decreto è presente anche un’altra specifica.
Non tutti i casi infatti potranno essere trattati in questo modo. Nel testo preliminare è presente un accenno al fatto che le norme violate debbano essere oggettivamente incerte. Gli ambiti di incertezza potranno essere sia sull’ambito di applicazione che sulla portata.
Questa riforma farà parte del più ampio pacchetto di decreti sul fisco che il Governo sta elaborando dopo aver ricevuto la delega dal Parlamento. Una volta approvato questo decreto, sarà il turno di quello sulla riscossione, a seguire i tributi e per concludere la rateizzazione delle tasse per le partite IVA, già in cantiere.