Partita Iva, la classifica delle province dove si evade di più: c’è il concordato

Un recente studio ha osservato che in Italia in media vengono evasi circa 11 euro ogni 100. In arrivo il concordato preventivo, uno strumento che durerà due anni

Pubblicato: 2 Giugno 2024 15:00

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

L’evasione fiscale è un problema profondo e radicato in Italia, talvolta accettato socialmente nonostante costituisca una truffa nei confronti dello Stato. I dati più recenti evidenziano significative differenze regionali.

L’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha rilevato che l’evasione fiscale in Italia si attesta all’11,2%. Questo significa che per ogni 100 euro che l’erario dovrebbe incassare, 11,2 euro vengono sottratti alle casse dello Stato.

Di recente sono stati resi disponibili i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi Irpef per l’anno d’imposta 2022, consultabili nella sezione “Analisi statistiche” del sito del Dipartimento Finanze. I dati includono informazioni sui titolari di partita Iva, sulle persone fisiche, sulle società di persone e su coloro che applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa).

Qual è la regione italiana con il maggiore tasso di evasione?

L’analisi della Cgia di Mestre, basata su dati Istat e del Ministero dell’Economia, rivela che nel 2020 sono stati evasi circa 13 euro ogni 100 euro di gettito fiscale. Questa media nazionale nasconde notevoli disparità tra le regioni. In cima alla classifica si trova la Calabria, con 21,3 euro evasi ogni 100 euro versati, seguita dalla Campania con 20 euro e dalla Puglia con 19,2 euro.

Evasione fiscale: maggiore al Sud che al Nord

Il Sud Italia è la zona più colpita dall’evasione fiscale. Oltre a Calabria, Campania e Puglia, anche Sicilia e Sardegna mostrano rispettivamente 19 euro e 17,8 euro evasi ogni 100 di gettito. Molise, Basilicata, Umbria, Abruzzo e Marche registrano livelli elevati di evasione, sebbene leggermente inferiori rispetto alle prime cinque regioni.

Spostandosi verso il Centro e il Nord del Paese, la situazione migliora gradualmente. La Toscana è ancora in alto nella classifica delle regioni, ma la Liguria è la prima regione settentrionale con 13,3 euro evasi ogni 100 di gettito.

La zona con il minor tasso di evasione fiscale è la Provincia autonoma di Bolzano, con 9,3 euro evasi ogni 100. Subito dopo Bolzano troviamo la Lombardia, con 9,5 euro evasi ogni 100. Nonostante il basso tasso di evasione, la Lombardia presenta la cifra assoluta di evasione più alta in Italia, con 14,6 miliardi di euro evasi in un anno, dovuto alle dimensioni della sua economia.

Analizzando le macro-aree, il Sud registra il dato più alto con 19 euro evasi ogni 100 di gettito, mentre le regioni del Centro si attestano a 13,6 euro. Il Nord Est e il Nord Ovest presentano cifre rispettivamente di 11,1 euro e 10,3 euro, entrambe al di sotto della media nazionale.

Evasione fiscale in Italia: analisi dettagliata per regione

Calabria
In Calabria, l’incidenza dell’economia sommersa rispetto al Pil è del 19,2%, con un’evasione fiscale di 2.539 milioni di euro, corrispondente al 18,4%.

Campania
La Campania vede un’incidenza del 18%, con un totale di 7.859 milioni di euro evasi e una percentuale di evasione del 17,2%.

Puglia
In Puglia, l’economia sommersa rappresenta il 17,6% del Pil, con 5.479 milioni di euro evasi, pari al 16,8%.

Sicilia
La Sicilia ha un’incidenza del 17,3%, con 6.215 milioni di euro evasi e una percentuale di evasione del 16,5%.

Molise
Il Molise registra un’incidenza del 16,3%, con 424 milioni di euro evasi, corrispondente al 15,6%.

Sardegna
In Sardegna, l’economia sommersa rappresenta il 16,2% del Pil, con 2.269 milioni di euro evasi e una percentuale di evasione del 15,5%.

Abruzzo
L’Abruzzo ha un’incidenza del 14,4%, con 1.885 milioni di euro evasi e una percentuale di evasione del 13,8%.

Basilicata
La Basilicata registra un’incidenza del 14,1%, con 731 milioni di euro evasi, corrispondente al 13,4%.

Umbria
In Umbria, l’economia sommersa rappresenta il 13,8% del Pil, con 1.253 milioni di euro evasi e una percentuale di evasione del 13,2%.

Marche
Le Marche hanno un’incidenza del 13,4%, con 2.272 milioni di euro evasi e una percentuale di evasione del 12,8%.

Toscana
La Toscana registra un’incidenza del 12,5%, con 5.774 milioni di euro evasi, corrispondente all’11,9%.

Liguria
In Liguria, l’economia sommersa rappresenta il 12%, con 2.317 milioni di euro evasi e una percentuale di evasione dell’11,5%.

Lazio
Il Lazio ha un’incidenza dell’11,8%, con 9.128 milioni di euro evasi e una percentuale di evasione dell’11,2%.

Valle d’Aosta
La Valle d’Aosta registra un’incidenza dell’11,1%, con 207 milioni di euro evasi, corrispondente al 10,6%.

Piemonte
In Piemonte, l’economia sommersa rappresenta il 10,3% del Pil, con 5.585 milioni di euro evasi e una percentuale di evasione del 9,8%.

Veneto
Il Veneto ha un’incidenza del 10%, con 6.538 milioni di euro evasi e una percentuale di evasione del 9,5%.

Emilia Romagna
L’Emilia Romagna registra un’incidenza del 9,8%, con 6.469 milioni di euro evasi, corrispondente al 9,4%.

Friuli Venezia Giulia
In Friuli Venezia Giulia, l’economia sommersa rappresenta il 9,4% del Pil, con 1.484 milioni di euro evasi e una percentuale di evasione del 9%.

Provincia Autonoma di Trento
La Provincia Autonoma di Trento ha un’incidenza del 9%, con 761 milioni di euro evasi e una percentuale di evasione dell’8,6%.

Lombardia
La Lombardia registra un’incidenza dell’8,4%, con 13.641 milioni di euro evasi, corrispondente all’8%.

Provincia Autonoma di Bolzano
La Provincia Autonoma di Bolzano vede un’incidenza dell’8,1%, con 821 milioni di euro evasi e una percentuale di evasione del 7,7%.

Pubblicati i dati sulle dichiarazioni Irpef per il 2022

Nel 2022, circa 3,8 milioni di persone fisiche titolari di partita Iva hanno presentato la dichiarazione ai fini delle imposte dirette. Questo rappresenta un aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente. Tra questi, gli imprenditori costituiscono il 30,4%, i lavoratori autonomi il 14,3%, e gli agricoltori il 6%. Quasi la metà dei titolari di partita Iva rientra nei regimi fiscali agevolati, con il regime forfetario che include circa 1,8 milioni di soggetti, un incremento del 4,4% rispetto all’anno precedente.

Distribuzione dei redditi per tipologia di attività

I titolari di partita Iva in regimi fiscali agevolati dichiarano il 29,2% dei redditi totali. Gli imprenditori, che costituiscono il 30,4% dei titolari di partita Iva, dichiarano il 35,5% dei redditi, mentre i lavoratori autonomi, rappresentando il 14,3%, dichiarano il 34,9% dei redditi.

Redditi prevalenti dei contribuenti Irpef

L’85,2% dei circa 42 milioni di contribuenti Irpef ha un reddito prevalente da lavoro dipendente o pensione. Solo il 6,5% del totale possiede un reddito prevalente derivante da attività d’impresa o lavoro autonomo, incluso il regime forfetario e di vantaggio.

Indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa)

Nel 2022, i soggetti Isa sono stati 2.732.989, un aumento del 13% rispetto all’anno precedente. Di questi, il 53% sono persone fisiche, il 18% società di persone e il 29% società di capitali ed enti non commerciali. Nel 2022, si è registrato un incremento del 3,19% nei ricavi e compensi medi dichiarati, con un aumento dell’8,05% nel settore dei servizi. Anche il valore aggiunto medio è cresciuto del 2,01% rispetto all’anno precedente, mentre il reddito medio da impresa o lavoro autonomo è aumentato dell’1,25%.

Nel 2022, il 44,1% dei contribuenti ha ottenuto un Isa almeno pari a 8, un leggero calo rispetto al 44,6% del 2021.

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