Fattura elettronica, come correggere gli errori di compilazione

Correggere una fattura elettronica dopo averla inviata è possibile: vediamo come fare

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Redazione

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Per tutti i  possessori di P. Iva in Italia è d’obbligo l’invio della fattura elettronica. L’obiettivo è quello di ridurre al minimo gli errori, ma in caso di inesattezze rimediare è possibile.

Con l’introduzione della fattura elettronica, in pratica, si è voluto affidare ad un sistema automatico il controllo preventivo di eventuali errori presenti nel documento. Sviste o imprecisioni riportate al momento della compilazione, dunque, sono individuate dal Sistema di Interscambio (SDI) o dai software di compilazione, che evitano in questo modo una trasmissione mendace dei dati.

Può capitare, tuttavia, che qualche sbaglio venga commesso al momento della redazione del documento elettronico, e a questo punto diventa inevitabile un intervento per rimediare all’accaduto.

Le ipotesi che si prospettano davanti, di fatto, sono due, ovvero:

Nel primo caso, quando ancora il soggetto interessato non ha provveduto all’invio, la fattura elettronica può essere modificata tranquillamente senza dover cambiare data e numero del documento. Nel secondo caso, invece, bisogna seguire un’apposita procedura, da cui correttezza dipenderà il buon esito dell’operazione.

Per correggere una fattura inviata al SDI, nello specifico, è necessario emettere una nota di credito elettronica. Questo perché una fattura emessa ed inviata al sistema non può essere modificata, pertanto è necessario procedere tramite una nota di variazione elettronica, dopo aver avvisato il cliente ovviamente.

La nota di credito può essere di due tipologie:

In entrambi i casi va indicato nella causale la motivazione dell’emissione della nota di credito e l’errore commesso. Quando viene inviata una nota di credito a storno totale, al contrario di quella parziale, è necessario emettere una nuova fattura elettronica (apportando ovviamente le relative correzioni).

La nota di credito non va inviata quando l’errore riguarda l’Iban, l’indirizzo Pec o il codice destinatario e i dati facoltativi del documento (come per esempio i dati di consegna o il numero d’ordine). Per rimediare a queste sviste basta avvisare il cliente e conservare la documentazione relativa alla tempestiva comunicazione.

 

In collaborazione con Libero SiFattura

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