Come cambia l’ecobonus, dalla detrazione fiscale alla direttiva Ue: le novità del 2025

Il governo guarda a un progetto decennale, modificando numerosi aspetti dell'attuale agevolazione fiscale

Pubblicato: 3 Ottobre 2024 11:42

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

L’ecobonus potrebbe veder modificati svariati aspetti. Sappiamo che nel 2025 la detrazione fiscale scenderà al 36% ma il governo mira a trasformare il tutto in uno strumento chiave per soddisfare le richieste dell’Unione europea. Il riferimento va ovviamente alla direttiva Case Green, che tante discussioni genera nel nostro Paese. Ecco come proveremo ad avvicinarci al taglio dei consumi di energia del 16% entro il 2030, così come dl 20-22% entro il 2035.

Nuovo ecobonus 2025

Il governo di Giorgia Meloni guarda con grande interesse all’ecobonus. L’idea a Palazzo Chigi sembra sia proprio quella di mettere mano a questo tipo di aiuto, modificandone alcuni parametri. Sguardo rivolto soprattutto alle prime case, alle generali condizioni di povertà energetica e agli edifici con classe energetica bassa.

Non è possibile restare alla finestra e sperare per il meglio. L’Italia ha tanta strada da fare dinanzi a sé, come evidenziano le stime Filea-Cgil: esiste la possibilità di dover ristrutturare ben 5 milioni di edifici entro il 2033.

Si prevede, dunque, che il nuovo ecobonus avrà una durata almeno decennale. Archiviati sconti in fattura e cessione del credito. Le idee al vaglio si indirizzano più verso una soluzione rappresentata da mutui green a tasso agevolato, con garanzia dello Stato. Occorrerà però individuare la necessaria liquidità per poter garantire un fondo apposito per tale manovra.

Il progetto green di Meloni

Nel corso degli ultimi anni l’ecobonus, così come il tanto criticato Superbonus, è stato grandemente al centro del dibattito politico in Italia. Il tema green è cruciale e ha un impatto sempre maggiore anche in cabina elettorale. Come detto, a partire dal 2025 ci sarà un abbassamento della decurtazione fiscale, raggiungendo il 36%, con un massimale di 48mila euro.

Al di là di quanto già pattuito, l’esecutivo si sta muovendo in direzione di una riforma di tale aiuto. Ci sarà uno stop netto alla concessione di bonus per categorie catastali di lusso. Si dirà addio a quelle tecnologie che l’Unione europea intende rimuovere da tutte le case dei Paesi membri, come le caldaie a gas, e si darà preferenza a prime case con classe energetica al di sotto della media, così come ai nuclei famigliari con reddito basso.

Si prevede un notevole investimento, considerando la necessità di rendere questo bonus decennale. Si potrà così tentare di rispettare l’ultima scadenza dell’Ue, fissata per il 2035 (taglio dei consumi energetici del 20-22%).

Altro aspetto molto importante è dato dalla progressione delle agevolazioni. Ciò si traduce in benefici ridotti per degli interventi singoli. Al tempo stesso, però, si darà spazio a dei benefici crescenti sulla base dei risultati energetici raggiunti. Una spinta, dunque, a interventi strutturati e di grande portata. Sconti più alti per un intero condominio che opererà dei lavori di questo genere, rispetto a quanto offerto a un singolo condomino che voglia ristrutturare casa.

Chi contatta aziende per questo tipo di soluzioni, però, sa bene quanto elevato sia il rischio di subire gli effetti di una gravosa speculazione. Per questo si sta valutando anche un massimario dei prezzi. Potrebbero imporsi delle tariffe limite per mq per ogni tipologia di intervento.

Mutui green

Si parla di ipotesi al momento, anche se appare quasi scontato l’addio a strumenti come lo sconto in fattura e la cessione del credito. Ciò non vuol dire, ovviamente, che non ci saranno strumenti finanziari a supporto dei cittadini.

Si valuta la strada dei mutui green agevolati, con fondo dedicato e garanzia dello Stato. Una strada simile a quella percorsa per i mutui prima casa per i soggetti under 36. È la stessa soluzione indicata dall’associazione dei costruttori (Ance). Al tempo però si faceva riferimento alla possibile riforma del Superbonus.

“Puntiamo a superare la logica generalista del Superbonus, privilegiando gli strumenti che garantiscono un surplus di risparmio energetico”. Queste le parole del ministro dell’Ambiente Fratin circa un mese fa. Starà ora al governo riuscire a individuare le somme economiche necessarie per poter sostenere questa visione. L’Ufficio parlamentare di bilancio stima il peso sui conti pubblici in ben 2 miliardi di euro annui.

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