Pagamento assegno di inclusione a dicembre 2024, date di accredito Inps e arretrati

Come ogni mese, anche a dicembre sono due i giorni in cui va in pagamento l'Adi: una data riguarda i nuovi beneficiari, l'altra riguarda i vecchi

Pubblicato: 25 Novembre 2024 12:39

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Anche a dicembre 2024, come di consueto, sono due le date in cui andrà in pagamento l’Assegno di inclusione: si tratta del 15 e del 27 del mese. La prima scadenza riguarda esclusivamente le nuove erogazioni, mentre nella seconda incasserà il beneficio chi già lo percepiva anche a novembre.

Dal 15 dicembre l’Adi andrà dunque in pagamento a chi ha ricevuto esito positivo all’istruttoria presentata a novembre. Ma attenzione: giorno 15 cade di domenica, quindi è possibile che si verifichino ritardi nell’erogazione.

Da venerdì 27 dicembre, invece, il pagamento andrà in accredito a coloro che hanno già ricevuto la misura nei mesi scorsi, sempre a patto che i requisiti non siano venuti meno.

Come controllare il saldo

Per accertarsi dell’avvenuto accredito dell’Assegno di inclusione, è possibile controllare il saldo della Carta d’inclusione, la prepagata emessa da PostePay. Per farlo si può scegliere fra diverse opzioni:

Dove fare domanda

La domanda per ricevere l’Adi può essere presentata in via telematica all’Inps tramite il portale istituzionale. È possibile inoltre rivolgersi a Caf e patronati.

All’accoglimento della domanda, i beneficiari riceveranno un Sms o una mail che li invita a recarsi presso gli uffici postali per il ritiro della Carta di inclusione. Il primo accredito, come detto, avviene a partire dal 15 del mese successivo alla presentazione dell’istanza, sempre che la domanda venga accolta.

Sospensione dell’assegno

L’Assegno di inclusione può essere sospeso in due casi: se vengono meno i requisiti o in assenza della presentazione di un Isee valido. Il decadere dei requisiti fa cessare del tutto l’Adi, che viene meno finché non si ripresenta lo stato di necessità. L’assenza dell’Isee, invece, comporta la sospensione della misura fino alla presentazione di una Dsu valida. Presentare una nuova Dsu permette di incassare nuovamente l’Adi con eventuali arretrati.

Una mensilità in meno nel 2025

I vecchi beneficiari avranno una brutta sorpresa nel corso del 2025: le mensilità che incasseranno al rinnovo saranno 11 e non 12. Non si tratta di una stretta della Manovra in corso di approvazione, ma delle regole già previste a suo tempo dal decreto 48/2023.

Alla luce delle numerose truffe sul Reddito di cittadinanza, il governo ha imposto una stretta sulla verifica dei requisiti: fra la fine di un’erogazione e la successiva deve trascorrere un mese. Durante l’intervallo, i cittadini in stato di difficoltà dovranno presentare una nuova domanda e l’Inps provvederà all’accertamento dei requisiti fra i quali c’è quello di possedere un Isee valido.

Supporto per la formazione e il lavoro

Si ricorda infine che, oltre all’Assegno di inclusione, il venire meno del vecchio Reddito di cittadinanza ha portato alla nascita anche di un’altra misura, vale a dire il Supporto per la formazione e il lavoro. L’Sfl prevede l’erogazione di 350 euro mensili per 12 mesi al massimo per disoccupati tra i 18 e i 59 anni che rispondano a determinati requisiti. Il presupposto è che il beneficiario partecipi a iniziative volte alla riqualificazione professionale.

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