Volkswagen, previsti 2600 tagli in Europa dopo il calo delle vendite di auto elettriche

La crisi di vendite mette a rischio il futuro dell'elettrico per Volkswagen, portando alla chiusura di un impianto automobilistico in Europa

Pubblicato: 12 Luglio 2024 10:52

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

La vendita di auto elettriche in Europa continua a rallentare, influenzando negativamente i conti delle case automobilistiche. Volkswagen, il gruppo automobilistico tedesco, ha ridotto l’obiettivo di ritorno operativo sulle vendite per l’intero anno del gruppo e della Business Area Autovetture al 6,5-7%, rispetto al precedente 7-7,5%. Questa revisione riflette l’impatto della possibile chiusura di una fabbrica di auto elettriche Audi a Bruxelles, mettendo a rischio fino a 2.600 posti di lavoro entro il 2025.

Il futuro in Europa e il rischio tagli

Questa settimana, Volkswagen ha lanciato un avvertimento riguardo al futuro incerto dello stabilimento belga di Bruxelles, indicando che le vendite lente dell’Audi Q8 e-tron potrebbero portare alla sua chiusura. Se durante il processo di consultazione con i lavoratori non emergesse un piano di salvataggio sorprendente, VW chiuderebbe per la prima volta un impianto automobilistico in Europa.

La decisione viene presa in un contesto in cui i legislatori di Bruxelles si stanno impegnando per vietare la vendita di auto a motore a combustione entro poco più di un decennio, rendendo lo stabilimento un simbolo delle sfide nell’attuazione di questo obiettivo ambizioso. Oliver Blume, Ceo di Volkswagen, ha dovuto ridimensionare diversi dei precedenti obiettivi ambiziosi di veicoli elettrici dei suoi predecessori, a causa di anni di problemi operativi e di domanda inferiore alle aspettative.

Per affrontare queste sfide, Volkswagen sta attuando una ristrutturazione aziendale radicale. Una componente chiave di questa strategia è la riduzione del personale, con l’obiettivo di eliminare circa 2.600 posizioni entro il 2025. Questa mossa evidenzia chiaramente l’intenzione dell’azienda di migliorare l’efficienza operativa e contenere i costi, in un periodo in cui la produzione di auto elettriche richiede ingenti investimenti e presenta variazioni nella domanda di mercato.

Non c’è solo Volkswagen a soffrire in Europa: anche Stellantis in Italia ha visto la sua produzione crollare del 25,2%, un dato che ha affossato il settore dell’auto e la produzione industriale italiana.

Quanto potrebbe perdere Volkswagen

Complessivamente, Volkswagen prevede di registrare un decremento di 2,6 miliardi di euro nel suo utile operativo per il 2024. Questa cifra include un accantonamento già pianificato di 0,9 miliardi di euro come parte della riduzione sostenibile dei costi del personale amministrativo presso Volkswagen. Inoltre, a causa di ulteriori impatti sugli utili fino a 1,7 miliardi di euro, derivanti principalmente dagli accordi di risoluzione, il Gruppo Volkswagen non prevede di poter compensare completamente questi effetti nell’anno finanziario in corso.

A febbraio 2023, il Parlamento europeo ha votato per approvare una nuova legge che imporrà la vendita di auto a benzina e diesel a partire dal 2035. Questa normativa fa parte delle politiche dell’Unione Europea per contrastare il cambiamento climatico e mira a accelerare la transizione verso i veicoli elettrici nel blocco. Tuttavia, nonostante questi sforzi, le vendite di veicoli elettrici hanno registrato un calo nel continente nella prima parte del 2024.

Il mercato automobilistico globale sta attualmente attraversando una fase di cambiamento profondo, trainato dalla crescente domanda di mobilità sostenibile. In Europa, dove le auto elettriche rappresentano circa il 20% del mercato, si osserva una tendenza alla stabilizzazione. Al contrario, la Cina ha visto un notevole aumento nelle vendite di veicoli completamente elettrici, con un impressionante incremento del 45% rispetto all’anno precedente. Questa divergenza riflette non solo le differenze nelle politiche di incentivo e nelle infrastrutture di supporto, ma anche le strategie di mercato adottate dai produttori per adattarsi alle preferenze regionali e alle regolamentazioni locali.

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