Caso Moschino, ancora una riorganizzazione dopo la tragedia di Davide Renne

Non una situazione facile, quella che si ritrovano a vivere Aeffe e Moschino. La drammatica morte di Davide Renne è l'ultima goccia

Pubblicato: 12 Novembre 2023 13:00

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Moschino ha annunciato la drammatica e improvvisa morte del proprio neo direttore creativo, Davide Renne. Classe 1977, è il designer toscano è venuto a mancare a soli 46 anni, a Milano, in maniera del tutto inattesa e sconvolgente. Il gruppo Aeffe, che gestisce la maison di moda, aveva da poco deciso di affidargli le redini. L’annuncio risale allo scorso 16 ottobre, con effettiva presa di servizio avvenuta appena lo scorso 1 novembre.

Il debutto mancato

C’è da credere che in qualche modo Davide Renne riuscirà a realizzare il proprio esordio ufficiale con Moschino. La sua impronta aveva già iniziato a formarsi all’interno della maison di moda, in vista del primo lancio il prossimo anno.

Nello specifico ci sarebbe stata la sua collezione Autunno/Inverno alla Milano Fashion Week 2024. Il Presidente di Aeffe, Massimo Ferretti, ha parlato di malattia improvvisa, sottolineando come il gruppo stesse lavorando, unito, a un progetto che definisce ambizioso.

Il clima era entusiasta, considerando la chance di ripartire al massimo, dopo i mesi d’attesa per la scelta del nuovo direttore creativo dopo l’addio di Jeremy Scott: “Ha saputo farsi subito amare e rispettare. Oggi resta a noi la responsabilità di portare avanti ciò che la sua fantasia e creatività avevano solo immaginato”.

Moschino: i conti di Aeffe

Il 2023 è stato di certo un anno molto particolare per Moschino. Definirlo positivo sarebbe davvero complesso. Per quanto possa sembrare indelicato, considerando la tragedia di Davide Renne, è rilevante parlare di quella che è la condizione finanziaria della società di lusso Aeffe, in controllo della maison di moda.

L’analisi negativa, seppur tutt’altro che compromettente, ha riguardato l’intero anno, a partire dal primo trimestre. I ricavi tra gennaio e marzo 2023 sono stati di 162,9 milioni di euro. Una sostanziale differenza rispetto ai 176,6 milioni di euro dello stesso periodo nel 2022. Un calo del 7,4% a tassi di cambio costanti. L’unico aumento registrato in questo periodo è stato in Asia, dove Moschino ha avviato un sistema diretto di distribuzione. Altrove, invece, mancano note positive.

La situazione non è migliorata col passare dei mesi. Da gennaio a settembre 2023, infatti, i ricavi sono stati di 252,8 milioni di euro, a fronte dei 277,1 milioni di euro del 2022. Nessuna crescita registrata, dunque, anzi un passo indietro pari all’8,3% a tassi di cambio costanti.

È naturale puntare il dito contro la costante ristrutturazione organizzativa del brand. Un effetto straordinario, che potrebbe continuare a far sentire il proprio peso anche nel 2024. È facile prevedere, infatti, come l’improvvisa morte di Davide Renna non contribuirà a raddrizzare i conti fiscali per l’anno in corso e per il primo trimestre, almeno, del prossimo anno.

Moschino era certa d’aver avviato un nuovo percorso, destinato a durare a lungo. Dovrà invece “tornare sul mercato”, come avvenuto in seguito all’addio di Jeremy Scott. Ancora una riorganizzazione, che farà di certo sentire i suoi effetti.

A ottobre scorso Massimo Ferretti si mostrava fiducioso: “Come ci aspettavamo, le nostre performance risentono ancora fortemente delle strategie implementate sul brand Moschino. Siamo sicuri però porteranno benefici”.

Aveva inoltre sottolineato come altri fattori compromettenti fossero l’incertezza geopolitica, la pressione dell’inflazione e dei tassi d’interesse e la contingenza climatica. Quest’ultima ha rallentato notevolmente le vendite delle collezioni invernali in ogni mercato, evidenzia.

Considerando come tutto ciò sia ancora valido, e tenendo conto dei mesi che serviranno per sostituire Renne e individuare la nuova formula creativa del prossimo futuro, non è da escludere che per ritrovare un segno positivo nei conti Aeffe occorra attendere almeno il terzo trimestre del 2024.

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