La portata della crisi energetica, con gli importi delle bollette di luce e gas aumentati a dismisura, manda sull’orlo del baratro finanziario tantissime famiglie italiane. L’insufficienza degli aiuti di Stato che mettono a rischio anche la sanità, aggrava ulteriormente una situazione già fuori controllo. Con nuovi e pesanti allarmi all’orizzonte.
Rischio povertà per milioni di italiani
Secondo un’analisi dell’Ufficio Studi Cgia di Mestre, basata sugli ultimi dati disponibili del Rapporto OIPE 2020, sono circa 4 milioni le famiglie italiane a rischio povertà energetica, per un totale di oltre 9 milioni di cittadini. Si tratta per giunta di dati sottodimensionati, perché raccolti prima della “prima” crisi energetica abbattutasi sull’Italia a partire dalla seconda metà del 2021. In condizioni di povertà energetica sono stimati i nuclei che non utilizzano o utilizzano poco l’impianto di riscaldamento d’inverno, quello di raffrescamento d’estate e, a causa delle precarie condizioni economiche, non dispongono o utilizzano saltuariamente gli elettrodomestici ad elevato consumo di energia. Per ovviare in parte a tale problema, comunque, ci sono alternative per riscaldarsi spendendo meno. Tra questi figurano lavastoviglie, lavatrice, asciugatrice, aspirapolvere, microonde e forno elettrico.
L’identikit delle famiglie “energeticamente vulnerabili” delineato dalla Cgia presenta le seguenti caratteristiche:
- un elevato numero di componenti;
- residenza in alloggi in cattivo stato di conservazione;
- capofamiglia giovane, spesso inoccupato e/o immigrato.
Pare tuttavia che il peggio debba ancora venire. L’aumento esponenziale dei prezzi delle bollette previsto per il prossimo autunno potrebbe aggravare ulteriormente (e di molto) la situazione economica di tantissime famiglie, soprattutto quelle composte da lavoratori autonomi. In più, per le bollette insostenibili, anche alcuni supermercati hanno iniziato a chiudere. Agli aumenti delle fatture energetiche, poi, si aggiungono i rincari in arrivo per ogni prodotto, sempre a partire dall’autunno. Una situazione, quindi, insostenibile per la quale si attendono delle soluzioni immediate.
La situazione nelle diverse zone d’Italia
Il 36% delle famiglie a rischio povertà energetica risiede nel Mezzogiorno. In termini assoluti è la Campania la Regione più in difficoltà, dove il numero dei nuclei che utilizza saltuariamente luce e gas oscilla tra le 519mila e le 779mila unità. Altrettanto critica appare la situazione in Sicilia, dove la forchetta oscilla tra i 481mila e i 722mila nuclei familiari, e in Calabria, che presenta un intervallo compreso tra le 191mila e le 287mila famiglie in difficoltà nell’utilizzo quotidiano di energia elettrica e metano.
La situazione migliora leggermente, senza però uscire dal quadro di “vulnerabilità” energetica medio-alta, nelle altre regioni del Sud e in alcune del Centro. Qui la forchetta varia dal 14% al 24% delle famiglie residenti: la Puglia (con un numero di nuclei compreso tra i 223mila e gli 383mila), la Sardegna (tra 102mila e 174mila), le Marche (tra 90mila e 154mila), l’Abruzzo (tra 77mila e 132mila) e l’Umbria (tra 53mila e 91mila).
I dati si fanno più positivi risalendo verso Nord. Nella fascia a rischio medio-bassa (tra il 10% e il 14% delle famiglie coinvolte), figurano il Lazio e alcune regioni sopra il Po: Piemonte, Liguria, Friuli-Venezia Giulia e Valle d’Aosta. Nella fascia a rischio più basso, che va dal 6% al 10% del totale, troviamo Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Trentino-Alto Adige.
Gli italiani rinunciano alla spesa
La Coldiretti offre un altro indicatore che restituisce la gravità delle condizioni di migliaia di italiani. A causa dell’aumento record di luce e gas, più di un italiano su due (il 51% del totale) taglia la spesa che finisce nel carrello. Non solo: un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese. soltanto un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa.