Alfredo Altavilla, presidente esecutivo di Ita Airways, la società ancora di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze che ha preso il posto di Alitalia come compagnia di bandiera, attraverso una lettera, ha dichiarato di percepire uno stipendio troppo basso per il suo curriculum e per il mercato. La sua retribuzione, e quella degli altri top manager della società, sarebbero disallineati alla sua storia imprenditoriale e addirittura lesivi per la sua carriera, come ha spiegato lui stesso.
Chi è Alfredo Altavilla e cosa contesta a Ita Airways
Il 56enne, tarantino e laureato in Economia all’Università Cattolica di Milano, è stato ai vertici della Fiat per 20 anni, e si è spesso parlato di lui come del braccio destro di Sergio Marchionne. È stato anche membro del consiglio di amministrazione di Actuant Corp, FCA Bank e Tim.
Nella lettera aperta Alfredo Altavilla ha dichiarato che Ita Airways non ha tenuto conto del suo necessario abbandono di un ruolo simile in una società quotata in Borsa per percepire una retribuzione “gravemente lesiva della mia storia manageriale, esperienza e competenza, nonché in totale disallineamento con i risultati dell’azione sin qui espressi” all’interno dell’azienda.
Secondo il manager, chi ha deciso il suo compenso avrebbe dovuto prima confrontarsi con lui e con i vertici del vettore prima di mettere nero su bianco le cifre. La mancanza di dialogo, ha precisato, è qualcosa che non ha mai sperimentato “a nessuna latitudine, pur avendo servito in consigli di amministrazione negli Usa, in Cina, in India, in Germania, in Russia, in Francia e in Australia”.
L’attuale politica di remunerazione “è illogica, paradossale, slegata dal corretto benchmark di settore, pur essendosi il Comitato remunerazione e nomina avvalso di tre advisor di supporto”, ha sottolineato ancora Alfredo Altavilla nella lettera aperta pubblicata da Repubblica.
Quanto guadagna Alfredo Altavilla, presidente di Ita
Gli stipendi dei dieci top manager e del presidente esecutivo Alfredo Altavilla sono stati proposti dai tre consiglieri d’amministrazione del Comitato remunerazione e nomina, dunque approvati dal cda di Ita – prima delle dimissioni di massa – e dal Ministero dell’Economia e delle finanze, che è l’azionista unico di Ita Airways – in attesa della vendita della società, prevista dal piano industriale.
Per Alfredo Altavilla è stato stabilito uno stipendio di 400 mila euro lordi annui di fisso, più fino a 400 mila euro di parte variabile, tra extra e bonus. Oltre 66,5 mila euro al mese, insomma. Ovvero oltre 10 volte la paga di un comandante, circa 18 volte la paga di un pilota e quasi 40 volte quanto percepito da hostess e steward. Che già sono pagati molto meno rispetto ad altre compagnie analoghe e che nel passaggio da Alitalia hanno perso fino al 55% dello stipendio.
Alfredo Altavilla nella bufera dopo le lamentele sulla paga
Il duro sfogo del top manager non riguarda, lo sottolineiamo, il compenso in sé, quanto le modalità con cui è stato deciso e il confronto con figure simili alla sua. Una critica lecita, che forse sarebbe dovuta rimanere all’interno delle mura degli uffici amministrativi di Ita Airways. Altrettanto lecite, però, le risposte del mondo della politica.
Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, ha tacciato quelle di Alfredo Altavilla di essere “parole fuori dalla realtà, intrise di arroganza e profonda ipocrisia”, e “visti i risultati di Ita Airways nei primi mesi di vita, eviterei di vantarmi del lavoro svolto, soprattutto per chiedere un aumento”.
Fabio Rampelli, cofondatore di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Camera, ha invece invitato il presidente della compagnia aerea a chiedere un aumento a Berlino, viste le trattative con Lufthansa per l’acquisto di Ita. Concludendo: “Il Governo tragga le dovute conseguenze da questa ultima performance di Altavilla e accolga la richiesta di dimissioni avanzata da FdI”.