Manca ancora l’ufficialità, ma allo stato attuale sembra che l’accordo tra Stellantis e il governo italiano si farà, con l’intesa che dovrebbe portare alla realizzazione di 1 milione di veicoli del gruppo all’anno in Italia.
“Penso che l’obiettivo sia raggiungibile”, ha detto nelle scorse ore il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, facendo eco alle parole di apertura sull’accordo pronunciate, la scorsa settimana, dall’ad di Stellantis Carlo Tavares. Le parti si incontreranno la prossima settimana, il 7 agosto 2024, e non sarebbe da escludere che già in quella fase si possa ottenere un primo canovaccio dell’intesa.
Ok all’accordo tra Stellantis e il governo italiano
“Ci stiamo chiarendo in maniera esemplare su ogni aspetto della questione, ma penso che l’obiettivo sia raggiungibile”, queste le parole rilasciate dal ministro Urso nel corso della sua partecipazione all’evento #PiazzAsiago. “Mi auguro si raggiunga una piena intesa sulla produzione di 1 milione di veicoli in Italia con Stellantis – ha aggiunto il titolare del dicastero delle Imprese e del Made in Italy – aspetto le loro risposte prima di giudicare, ma penso che l’obiettivo sia raggiungibile”.
Da queste parole trapela la chiara possibilità d’intesa, ma si evince anche che ci sono delle questioni che dovranno essere chiarite. Il governo italiano, infatti, ha fatto una serie di richieste a Stellantis, ma le risposte ottenute dal gruppo non avrebbero convinto del tutto l’esecutivo. Il carteggio, dunque, va avanti, ma ci sono delle questioni sulle quali serve maggiore chiarezza da parte di Tavares, come ad esempio le tempistiche stimate per tornare a produrre in Italia un milione di veicoli così come quali saranno i modelli che verranno realizzati negli stabilimenti del Paese. Sul punto Urso si è dimostrato molto pragmatico: “Non è più il momento delle parole, ma dei fatti”.
Stellantis, l’Italia e la Cina
Nel corso del suo intervento, il ministro Urso ha anche sottolineato che, specie dopo la visita in Cina della presidente italiana Giorgia Meloni, non si può escludere che un produttore cinese decida di aprire una fabbrica automobilistica in Italia. Tale ipotesi, tuttavia, non inficerebbe l’accordo tra l’esecutivo e Stellantis, in quanto una soluzione non escluderebbe l’altra.
Questioni separate per il ministro, che rimarca la necessità nel Paese di un nuovo produttore “che faccia la parte che Stellantis non riesce a fare”. “L’ho sempre detto – ha aggiunto Urso – 1 milione di veicoli non basta a garantire tutta la filiera dell’auto italiana. I cinesi sono più avanti sulla mobilità elettrica e su tecnologia green, stiamo parlando di portare queste tecnologie in Italia, ospitando chi vuole fabbricare con le regole europee. Prodotti con componenti italiane e con lavoro italiano”.
Stellantis e il caso Maserati
Oltre al possibile accordo con il governo, con l’ad Tavares che ha detto di non vedere motivo per non farlo, in casa Stellantis a tenere banco è anche la questione legata a Maserati. Dopo le voci circolate in merito a una sua possibile chiusura, il segretario della Uilm, Rocco Palombella, si era rivolto con una lettera a John Elkann chiedendogli di far uscire Maserati dal gruppo Stellantis al fine di “creare un polo del lusso con Ferrari“.
Pronta è arrivata però la risposta del gruppo italo-francese che ha affermato di non avere intenzione di vendere Maserati così come di aggregarla ad altri gruppi italiani del lusso. Stellantis, inoltre, ha ribadito “l’impegno incondizionato per il brillante futuro di Maserati come unico marchio di lusso dei 14 marchi Stellantis”.