Standard & Poor’s conferma il rating BBB per l’Italia con outlook stabile. Lo riporta il sito dell’agenzia di rating. La nuova stagione dei rating sul debito italiano inizia quindi come previsto, con S&P Global Ratings che conferma la tripla B con outlook stabile, come l’autunno scorso.
Ma risale il debito pubblico
Unica differenza rispetto a qualche mese fa è la prospettiva del debito, che ora viene visto in risalita di 2,5 punti percentuali rispetto al Pil nei prossimi tre anni.
Ma la discesa degli ultimi tre anni, che ha tagliato il peso del passivo di 17,6 punti percentuali rispetto ai picchi del 2020, è stata decisamente più rapida di ogni previsione, anche per l’ennesima revisione al rialzo del prodotto lordo italiano operata dall’Istat a marzo. Secondo le stime, il debito dovrebbe aumentare prima di tornare a diminuire dal 2027, con un calo più marcato dall’anno successivo. Questa risalita è attribuibile principalmente all’utilizzo dei crediti d’imposta generati dai bonus edilizi, che lasceranno un’eredità di debito di oltre 40 miliardi per questo triennio.
La prospettiva dipende principalmente dal ritmo di crescita dell’economia italiana, che sebbene non sia esaltante si attesta intorno all’1% all’anno e potrebbe beneficiare dell’attuazione effettiva del Pnrr, ora che è giunto alla fase di spesa dopo una lunga fase di preparazione caratterizzata da bandi e progetti. Il tutto, poi, avviene in uno scenario sospeso dalle molteplici incognite internazionali, che consigliano ai valutatori internazionali di non affondare il colpo, e da un quadro di regole fiscali comunitarie ancora in via di definizione nei suoi cruciali aspetti operativi.
Guardando alle altre agenzie di rating, il 26 aprile sarà la volta di Dbrs (BBB-high con outlook stabile), il 3 maggio di Fitch (BBB, outlook stabile) e il 31 maggio di Moody’s (Baa3 con outlook stabile).
Fmi all’Italia: “Agite sul debito”
Nel frattempo, il Fondo Monetario Internazionale ha raccomandato all’Italia di sfoltire la giungla di detrazioni, bonus e aiuti anti-inflazione rapidamente. Secondo le previsioni del Fmi, l’Italia vedrà una crescita dell’0,7% quest’anno e il prossimo (rispetto all’1% ipotizzato nel Def), con il debito pubblico che dovrebbe raggiungere il 140,4% già nel 2025, mentre nel quadro tendenziale del Def il debito rimane al di sotto del 140%.
In precedenza, nel suo “Fiscal Monitor”, il Fmi aveva chiesto al governo di compiere ulteriori sforzi di bilancio. Oggi, gli economisti del fondo estendono il periodo di valutazione fino al 2026, prevedendo una crescita di appena lo 0,2%.
Finora, la crescita dell’Italia è stata notevole, in gran parte grazie alla politica di bilancio, supportata anche dall’impulso dell’Unione Europea tramite il Next Generation EU, che ha stimolato gli investimenti. Tuttavia, questo slancio non continuerà con la stessa forza, poiché il Superbonus, tanto combattuto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sta giungendo al termine e il Pnrr, pur essendo ancora presente, non avrà più la stessa spinta.
Durante un briefing con i giornalisti, il direttore del dipartimento Europa, Alfred Kammer, ha suggerito come affrontare il problema del debito. “Per cominciare, in cima alla lista ci sono sgravi fiscali molti dei quali inefficienti, il Superbonus è un esempio ma ce ne sono altri”, ha dichiarato, insieme a “numerosi programmi di sostegno anti-inflazione”.