Dal prossimo sabato 6 luglio inizieranno in tutta Italia i saldi estivi, che porteranno i consumatori a spendere 3,2 miliardi di euro, principalmente in abbigliamento. Queste le stime di Confcommercio, che sottolinea l’importanza di questi momenti per il settore della distribuzione di beni al dettaglio, che viene da alcuni anni di difficoltà a causa della pandemia prima e dell’inflazione poi.
Particolarmente problematica proprio la situazione dei negozi di moda, che stanno chiudendo a un ritmo molto alto a causa anche della concorrenza del commercio online, diffusosi durante la pandemia a tutti i livelli e che ora sta mettendo in difficoltà la distribuzione tradizionale.
Le previsioni sui saldi estivi: più di 90 euro di spesa a testa
Dal 6 luglio in tutta Italia inizieranno i saldi, con la sola eccezione della provincia autonoma di Bolzano, dove gli sconti cominceranno soltanto il 19 luglio. Confcommercio ha stimato, in un recente rapporto dell’Ufficio Studi, che quest’anno ogni nucleo familiare italiano spenderà in media 202 euro per l’acquisto di beni in sconto nei negozi, principalmente di abbigliamento.
Questi dati si traducono in una spesa di 92 euro a testa e in un totale di 3,2 milioni di euro a famiglia. Si tratta di un rallentamento rispetto allo scorso anno, quando la spesa stimata era di 243 euro a famiglia. Più in linea invece con quella del 2022, fondamentalmente identica a quella di quest’anno. Erano state, nel 2023, soprattutto le regioni meridionali a spingere questo risultato, l’area del Paese che lo scorso anno è cresciuta di più rispetto alla media nazionale.
Nonostante quindi l’inflazione sia ormai sotto controllo e gli italiani abbiano quindi a disposizione una quantità di denaro e una possibilità di spesa in media superiori a quella dell’anno scorso, non ci sarà un aumento degli acquisti durante la stagione dei saldi. Un problema per il settore, che è in difficoltà fin dalle chiusure imposte in pandemia e che ora si trova a dover affrontare la concorrenza del commercio online.
L’allerta di Confcommercio sulle chiusure dei negozi di moda
La stessa Confcommercio ha sottolineato come i dati siano sempre più preoccupanti per quanto riguarda il mondo dell’abbigliamento e della moda. La distribuzione al dettaglio, stretta tra inflazione e concorrenza del commercio online, sta faticando e non sembra avere i mezzi per continuare a competere:
“Questi saldi rappresentano per i consumatori un’opportunità da non perdere perché potranno acquistare prodotti di moda e di qualità con un’ampia scelta visto che i negozi sono particolarmente riforniti. Il comparto della moda si sta avviando verso decisioni e scelte essenziali per il prossimo futuro in un rapporto di filiera. È una data importante che coincide con un momento di difficoltà per il fashion retail” ha dichiarato all’agenzia Ansa il presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio Giulio Felloni.
“Ogni giorno in Italia chiudono 24 negozi di moda e ne riapre soltanto la metà e questo ci fa molto preoccupare. Sicuramente operiamo in un mercato dove sarà necessario mantenere le stesse regole per tutti” ha poi proseguito, sottolineando la situazione di instabilità che sta vivendo l’intero settore del commercio al dettaglio di abbigliamento nel nostro Paese.