Bisognerà ancora aspettare per le nomine dei consigli di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti e di Ferrovie dello Stato. A sorpresa, tutto è slittato. “L’assemblea degli azionisti di Cdp ha rinviato la decisione sulla nomina del nuovo consiglio di amministrazione al 27 giugno 2024”, si legge in un comunicato.
Tutti i dubbi sembravano sciolti, soprattutto per quanto riguarda Cdp, ma fonti ben informate riferiscono di uno scontro a Palazzo Chigi tra rappresentanti della Lega e di Fratelli d’Italia.
Nomine ferme in Cdp, i motivi
Per Cdp, nonostante sembrino non esserci dubbi sui nomi, ovvero Dario Scannapieco come amministratore delegato e Giovanni Gorno Tempini come presidente, le nomine sono ferme.
Motivo di questo stallo è la mancanza di uniformità di vedute tra Lega e Forza Italia su chi dei due direttori generali del Tesoro debba entrare a far parte del consiglio di amministrazione di Cdp. La direzione generale del Tesoro si è recentemente sdoppiata: da una parte c’è Riccardo Barbieri Hermitte, che è stato nominato all’inizio del 2023 nel contesto dello spoil system che ha coinvolto Alessandro Rivera. Successivamente, il ministro Giorgetti ha istituito una seconda direzione generale con competenza sulle partecipazioni del Tesoro, affidandola a Marcello Sala.
Cdp, tuttavia, è una partecipata particolare che affronta anche tematiche legate al debito pubblico e al risparmio postale, rendendo entrambi i direttori generali idonei a far parte del consiglio di amministrazione. Giorgetti sembra preferire Sala, mentre da Palazzo Chigi sembrano orientati verso Barbieri Hermitte. La situazione è complicata da risolvere, specialmente considerando che la Lega ha già ceduto riguardo al nome di Scannapieco, sostenuto da Palazzo Chigi ma non appoggiato da Giorgetti e Salvini.
La scadenza è stata rinviata al 27 giugno, stesso giorno dell’assemblea di Ferrovie. Le forze di maggioranza si prendono, dunque, un’ulteriore settimana per stabilire i dettagli di un puzzle, che però sarebbe a buon punto.
Corsa a tre per Ferrovie dello Stato
E il blocco della nomina di Cdp ferma anche quelle di Ferrovie dello Stato; anche qui si è deciso di prendere una settimana in più di tempo, considerando che le posizioni all’interno dei partiti di governo sono ancora in fase di definizione. Ci sono alcune incertezze riguardo alla nomina di Stefano Donnarumma alla guida operativa di Fs, specialmente dopo che l’anno scorso fu escluso da tutte le nomine dei grandi enti statali. Questa volta, Donnarumma dovrebbe riuscire a ottenere l’appoggio sia di Salvini che di Giorgia Meloni, con l’intenzione di lasciare la presidenza a un esponente di Fratelli d’Italia, forse Tommaso Tanzilli, già membro del consiglio di amministrazione di Fs.
Inizialmente, Meloni aveva considerato di spostare Biagio Mazzotta, attuale Ragioniere Generale dello Stato, alla presidenza, ma quest’ultimo si è opposto a tale scelta, sostenuto da Giorgetti. Un altro possibile candidato alla presidenza di Fs potrebbe essere Gianfranco Battisti, rappresentante di Forza Italia, ma al momento la decisione non è stata presa.
Inoltre, c’è da risolvere anche la questione della presidenza di Fincantieri, lasciata vacante dal generale Graziano, con alcune voci che indicano Francesco Talò, ex ambasciatore e consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, come possibile candidato.
Quasi tutto fatto in Rai, chi sarà il futuro direttore
Un accordo sembra essere stato raggiunto per la gestione della Rai, dove la presidenza sarebbe assegnata a Forza Italia con Simona Agnes, mentre l’amministratore delegato sarebbe Giampaolo Rossi, rappresentante di Fratelli d’Italia.
Tuttavia, il dossier delle nomine non si esaurisce con i vertici di Cassa Depositi e Prestiti, Ferrovie dello Stato e Rai. Nelle prossime settimane, i partiti di governo dovranno trovare un accordo anche per il rinnovo degli organi sociali del Gestore dei servizi elettrici, Invimit, Fintecna, Open Fiber e Anas.