Maxi sequestro di vini in Italia: le aziende coinvolte

Pratiche di vinificazione illecite o pericolose per la salute, maxi sequestro di vini da parte dei NAS in Italia: le aziende coinvolte

Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

I NAS nel mese di settembre hanno condotto e portato a termine una vasta campagna di controllo nel settore di produzione e commercializzazione dei vini, procedendo a un maxi sequestro che ha coinvolto diverse aziende italiane. Lo ha comunicato il Ministero della Salute, con una nota pubblicata sul portale governativo il 12 ottobre 2023.

Il blitz è avvenuto contestualmente al periodo stagionale di raccolta della materia prima ed avvio della fase produttiva, ha coinvolto tutto il territorio nazionale e si è concentrato sulla “verifica della sussistenza di pratiche di vinificazione illecite o pericolose per la salute, finalizzate alla salvaguardia dei consumatori e degli imprenditori di filiera che operano con correttezza e lealtà commerciale”. Vediamo di seguito quali sono state le situazioni non conformi e le aziende vinicole coinvolte nei sequestri.

Maxi sequestro di vini in Italia: confiscati 300 mila litri di prodotti

Nel corso delle attività di controllo, i Carabinieri dei NAS hanno eseguito 960 ispezioni, individuando 239 situazioni di non conformità e, a seguito delle irregolarità riscontrate, sono stati segnalati all’Autorità Sanitaria ed Amministrativa 218 operatori della filiera del vino e contestate complessivamente 344 violazioni amministrative, pari a 290.000 euro.

Gli interventi, svolti anche con il frequente supporto tecnico dell’Ispettorato Centrale per la Qualità e Repressione delle Frodi (ICQRF), hanno consentito di individuare 17 aziende che svolgevano la propria attività in sedi produttive interessate da gravi carenze igienicostrutturali ed autorizzative, per le quali è stata disposta la sospensione delle attività. Allo stesso tempo sono stati riscontrati prodotti vinosi privi di tracciabilità e non censiti nei registri di giacenza della cantina, operando il sequestro complessivo di oltre 300.000 litri di prodotto in fermentazione o già trasformato in vino.

Complessivamente il valore commerciale delle strutture chiuse e dei prodotti sequestrati ammonta a circa 11 milioni di euro. Le irregolarità hanno riguardato anche la detenzione di sostanze vietate negli stabilimenti enologici, presso i quali sono state sequestrate 3 tonnellate di zucchero, destinate al fraudolento impiego per aumentare la gradazione del vino, fenomeno tuttora presente in alcune aziende della filiera vitivinicola.

Le aziende coinvolte dal maxi blitz

Il Ministero della Salute, nella sua nota pubblicata il 12 ottobre 2023, ha reso note le aziende coinvolte dal maxi blitz dei NAS, indicando le “operazioni più rilevanti”.

Tra queste:

Quanto vale la produzione di vino in Italia

Tutelare un mercato come quello del vino in Italia è importante perché si tratta di tutelare un settore che – secondo i dati Coldiretti – ha raggiunto un fatturato di quasi 14 miliardi nel 2022 e coinvolto 310 mila aziende agricole, garantendo di conseguenza opportunità di lavoro nella filiera per 1,3 milioni di persone, impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale o in attività connesse e di servizio (dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro).

Inoltre, come sostiene la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, le frodi se non contrastare rischiano di mettere a rischio lo sviluppo di questo stesso settore dopo una stagione complessa dal punto di vista meteo che, fra maltempo e ondate di calore anomale, ha tagliato la produzione nazionale, registrando un calo di circa il 14%, con crolli fino al 50% nel Centro Sud.

La produzione italiana – ha sottolineato infine la Coldiretti – dovrebbe scendere intorno ai 43 milioni di ettolitri contro i 50 milioni registrati la scorsa stagione, facendo entrare il 2023 fra gli anni più magri della storia del vigneto Italia nell’ultimo secolo insieme al 1948, al 2007 e al 2017.

La buona notizia è che, al momento, in Italia si attende comunque una produzione di qualità, anche grazie all’estate fuori stagione con il clima mite e asciutto che favorisce il raccolto. L’assenza di umidità e le elevate escursioni termiche tra il giorno e la notte, infatti, contribuiscono ad arricchire il patrimonio di profumi e la qualità dei vini con le uve senza il rischio di muffe e marciumi favoriti da piogge e umidità.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963