Bollette in aumento del 31% causa dell’inflazione, chi pagherà di più

Febbraio è il terzo mese consecutivo di crescita per l'inflazione in Italia, che si mantiene però sotto al livello ideale del 2%, anche per quanto riguarda il dato di fondo

Pubblicato: 17 Marzo 2025 11:21Aggiornato: 17 marzo 2025 11:44

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

L’Istat ha diffuso i dati dei prezzi al consumo per il mese di febbraio 2025, attraverso i quali si misura l’inflazione. Lo scorso mese il dato è cresciuto dello 0,2% sul mese di gennaio e dello 0,1% rispetto a febbraio del 2024. Si tratta del terzo mese di aumento consecutivo dei prezzi al consumo, ma la situazione rimane sotto controllo.

L’inflazione totale si è infatti attestata all’1,6%, mentre quella di fondo è addirittura scesa di un decimo di punto percentuale, all’1,7%. Entrambi i dati rimangono ampiamente al di sotto della soglia del 2%. Sull’aumento mensile pesano soprattutto i beni energetici regolamentati, quindi le bollette di chi è rimasto nel mercato tutelato.

Picco dell’energia a febbraio, aumenta l’inflazione

Su base annua l’inflazione italiana si è attestata all’1,6% secondo gli ultimi dati Istat per febbraio 2025. Ci sono però diverse categorie di prodotti che crescono a una media nettamente più alta degli altri:

L’aumento più importante è quello che riguarda l’energia, che finisce per influenzare molte altre voci. Una crescita che, per i consumatori, si riflette soprattutto nella crescita dei costi in bolletta, sia per l’energia elettrica sia per il gas. Particolarmente alta la crescita dei prodotti energetici regolamentati, e quindi il mercato tutelato, che, pur rappresentando poco più del 7% del totale dell’energia, crescono del 31,4% rispetto al 2024.

Aumenta anche il cosiddetto carrello della spesa, l’insieme dei beni considerati fondamentali per i consumi delle famiglie. Si passa dall’1,7% di gennaio al 2%, un risultato significativo ma più basso delle aspettative, che si attestavano al 2%.

Allerta Assoutenti: “Aumento inarrestabile”

L’associazione dei consumatori Assoutenti denuncia i rischi dell’aumento dell’inflazione, in particolare per quanto riguarda il carrello della spesa e le bollette. Ne ha parlato il presidente Gabriele Melluso:

Sul fronte degli alimentari si registrano nuove tensioni, con i prezzi al dettaglio che registrano un andamento al rialzo che appare inarrestabile. L’attuale incremento dei listini alimentari porta la spesa annua degli italiani per cibi e bevande a salire complessivamente, a parità di consumi, di oltre 3,9 miliardi di euro rispetto allo scorso anno, considerando la totalità delle famiglie e la loro spesa per l’alimentazione.
A influire sui listini il caro bollette, che pesa come un macigno sui costi di produzione con un effetto tsunami sull’inflazione in Italia, mentre gli stipendi dei cittadini rimangono al palo con conseguenze sul potere d’acquisto delle famiglie. I dati dell’Istat evidenziano ancora una volta la necessità di intervenire sulle cause che scatenano il rialzo dei prezzi in Italia, a partire dal caro-energia, combattendo le speculazioni e tutelando la capacità di spesa degli italiani” conclude il presidente di Assoutenti.

I prezzi che scendono o che salgono di meno

A febbraio 2025 esiste però anche una serie di prodotti e di servizi i cui prezzi crescono meno della media. In alcuni casi, si sono verificati anche dei cali piuttosto sensibili:

Secondo calo consecutivo attorno al 5% per le comunicazioni, che si confermano uno dei settori più concorrenziali nel nostro Paese, in cui i prezzi scendono facilmente a causa delle molte offerte disponibili ai clienti.

Le regioni dove l’inflazione cresce di più

Buona parte delle regioni si attestano all’incirca attorno al dato nazionale per quanto riguarda l’inflazione. Quattordici su venti sono in un margine dello 0,2% dal +1,6% che è la media italiana. Fanno eccezione, tra quelle che crescono maggiormente:

Le regioni che si distinguono maggiormente per un’inflazione sotto controllo sono la Lombardia (+1,3%) e la Valle d’Aosta (+0,9%). Ne consegue che il Nord-Ovest sia la macroarea geografica più distante dalla media nazionale: l’inflazione in queste regioni cresce in media infatti solo dell1,4%.

L’inflazione e l’economia italiana

Anche se l’inflazione non raggiungeva questi livelli dal novembre del 2023, il dato italiano è ancora poco preoccupante. Almeno da settembre 2024 è in corso una lenta risalita che sta portando i prezzi a raggiungere quello che viene considerato dagli economisti il livello ideale per l’inflazione, il 2%.

Una traiettoria confermata anche dall’andamento, molto regolare, dell’inflazione di fondo, che da mesi si attesta poco al di sotto del 2%. Preoccupa di più il dato del Pil, in crescita dello 0,7% a febbraio, troppo poco per un’inflazione a questi livelli. Il rischio è un’erosione del potere d’acquisto e una stagnazione dell’economia, che porterebbero a un impoverimento della popolazione.

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