Le parole del Fondo monetario internazionale sul debito pubblico italiano sono giunte con un tono perentorio e chiaro: per i Paesi con un debito elevato, come l’Italia, è cruciale essere “un po’ più ambiziosi”. Il richiamo, lanciato durante la presentazione dell’Outlook per l’Europa, non è passato inosservato, tanto che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, presente a Washington per i vertici annuali delle istituzioni finanziarie, ha richiesto un chiarimento direttamente alla direttrice Kristalina Georgieva.
Fmi chiede all’Italia più ambizione
Mercoledì scorso, il Fondo ha presentato il Fiscal Monitor, evidenziando come il rapporto debito-Pil italiano sia destinato a crescere nei prossimi anni, raggiungendo il 142,3% entro il 2029. Helge Berger, rappresentante dell’European Department dell’Fmi, ha spiegato che, sebbene il rapporto sia sceso rispetto al picco del 2020, resta comunque troppo alto per consentire un approccio graduale e che, al contrario, sarebbe auspicabile un piano più deciso e ambizioso. L’Fmi “dà il benvenuto” all’aggiustamento di bilancio su cui Roma e Bruxelles si sono accordate, ma per i Paesi come l’Italia “è cruciale essere più ambiziosi”, ha detto.
Secondo Berger, la necessità di ridurre il debito si fa urgente non solo per garantire una maggiore sostenibilità, ma anche per mettere l’Italia nelle condizioni di migliorare la crescita economica. Il Fondo incoraggia infatti politiche che tengano conto della crescita, anche tramite riforme strutturali che potrebbero agevolare il consolidamento di bilancio. Alfred Kammer, direttore dell’European Department, ha rimarcato l’importanza di un impegno continuo da parte dell’intera area euro, compresa l’Italia, per raggiungere il pieno potenziale economico. “La ripresa del continente si sta gradualmente rafforzando – ha commentato Kammer – ma resta al di sotto delle possibilità reali”.
Giorgetti si irrita: il volo del chiarimento
L’analisi del Fondo ha colpito un nervo scoperto del governo italiano. Il richiamo a una maggiore ambizione nella riduzione del debito è giunto mentre Giorgetti era in viaggio verso Washington, dopo aver apportato le ultime modifiche alla Manovra finanziaria. Il ministro ha accolto con irritazione il commento di Berger, poiché considera che l’FMI non abbia adeguatamente riconosciuto gli sforzi già messi in atto per mantenere in equilibrio i conti pubblici.
Durante una cena informale a Washington, Giorgetti ha espresso il proprio disappunto in tono ironico: “Quando rinasco voglio fare l’economista del Fondo”. Lo sfogo ha anticipato una richiesta di chiarimento formale rivolta alla direttrice Georgieva, con cui il ministro ha poi avuto modo di discutere. Secondo fonti del Tesoro, durante l’incontro la Georgieva avrebbe riconosciuto il valore degli sforzi di Roma, elogiando l’impegno italiano nel perseguire il consolidamento di bilancio senza compromettere la crescita economica.
Il punto di vista delle agenzie di rating
Secondo il ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), il commento di Berger sul debito non sarebbe stato mirato esclusivamente all’Italia, ma volto a richiamare un più ampio contesto europeo. Il Mef ritiene che il richiamo sia stato amplificato dai media italiani per fini critici nei confronti del governo e delle sue politiche economiche.
Il giorno seguente, Giorgetti ha anche per questo incontrato i rappresentanti di Fitch, Moody’s e S&P, ricevendo giudizi più positivi sulle prospettive italiane. L’agenzia DBRS, per esempio, ha confermato il rating italiano e ha migliorato l’outlook da stabile a positivo, segnalando “un miglioramento della traiettoria fiscale” dell’Italia. Un segnale incoraggiante e che ha dato respiro al governo, controbilanciando le osservazioni critiche dell’Fmi.
Le prospettive europee secondo l’Fmi: servono riforme e investimenti
Ma c’è anche il contesto europeo da prendere in considerazione. Alfred Kammer ha sottolineato che la crescita europea, per accelerare e avvicinarsi al potenziale delle economie USA e Cina, necessita di un “forte sforzo di riforma”, senza il quale l’economia continentale rischia di rimanere bloccata. Secondo il Fondo, un miglioramento strutturale dovrebbe puntare a stimolare produttività e crescita tramite l’abbattimento delle barriere interne, richiamando il modello proposto da Mario Draghi. Kammer ha osservato che il “mercato unico” europeo potrebbe costituire una soluzione per sostenere la produttività e consentire una ripresa duratura e inclusiva.
Per far fronte a questi obiettivi, secondo l’Fmi è essenziale anche rafforzare l’unione bancaria e dei mercati dei capitali, due strumenti necessari per favorire l’accesso al credito da parte delle nuove aziende ad alta produttività. Kammer ha poi espresso un parere negativo sui dazi, ritenuti più dannosi che utili per l’economia; una posizione contaria alla maggioranza e che sembra suggerire un invito a mantenere aperto il mercato europeo e a evitare misure protezionistiche che potrebbero ostacolare la ripresa economica.
Il contesto di bilancio italiano: le parole di Gentiloni
In risposta alla valutazione dell’FMI, Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia, ha ribadito che l’Italia, così come gli altri Paesi europei, dispone di un quadro di regole di bilancio equilibrato che prevede un ritmo ragionevole di aggiustamento e riduzione del debito.
Gentiloni ha sottolineato che, al di là delle raccomandazioni generali, la riduzione del debito italiano deve restare compatibile con le esigenze di riforma e con gli investimenti indispensabili per il rilancio dell’economia. Gentiloni mette quindi il punto alla questione, spiegando come solo con questo approccio si può permette di coniugare disciplina di bilancio e crescita, e garantire allo stesso tempo la possibilità di rispondere alle sfide globali.