Gas, flop del Consiglio europeo: niente price cap (per ora)

Il vertice dei Ministri europei dell'energia non ha trovato la soluzione alla proposta di imposizione di un tetto al prezzo del gas che potrebbe essere sostituito da un indicatore elaborato a livello europeo cui tendere

Pubblicato: 1 Ottobre 2022 11:28

QuiFinanza

Redazione

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La UE trova l’accordo sul “pacchetto” di misure comuni per contrastare gli aumenti del prezzo dell’energia e del gas, ma non sul “price cap”, cioè sul tetto da imporre al prezzo del gas, che rappresenta l’elemento di divisione fra la Germania, dichiaratamente ostile a questa soluzione, ed i 14 Paesi, fra cui l’Italia, che lo avevano proposto e sostenuto in una lettera inviata a Bruxelles. E’ questo in estrema sintesi l’esito del Consiglio europeo dell’energia che si è tenuto ieri in Lussemburgo.

Tutti uniti sul “pacchetto” anti rincari

I ministri dei Ventisette hanno raggiunto un accordo “politico” sul primo pacchetto di misure contro i rincari dei prezzi energetici, che la Commissione europea aveva anticipato il 14 settembre scorso.

Un pacchetto che si propone di mitigare i prezzi elevati dell’elettricità e consiste essenzialmente in tre misure: riduzione obbligatoria del 5% del consumi di elettricità (soprattutto nelle ore di punta); fissazione di un tetto di 180 euro per mwh ai ricavi dei produttori di elettricità “infra marginali”, cioè quelli che forniscono elettricità da fonti rinnovabili e nucleare; contributo di solidarietà prelevato sui produttori di elettricità da combustibili fossili.

Le risorse raccolte dalle imprese che generano energia, sotto forma di price cap e contributo di solidarietà verrebbero poi redistribuite alla clientela retail (famiglie e imprese) per compensare i rincari del costo dell’energia.

La Germania si mette di quarta sul price cap a gas

La Germania alla fine ha vinto, facendo naufragare le speranze dei 14 Paesi favorevoli al “price cap”, compresi Italia, Francia, Spagna e Polonia, che ieri non hanno chiuso la questione.

La Commissione europea ha presentato un “non paper” in cui, in linea di massima, boccia la proposta del “price cap” generalizzato sul gas, che ritiene una soluzione troppo complicata, contraria alla logica di mercato e suscettibile di far aumentare la domanda, ,a soprattutto rischiosa per la sicurezza degli approvvigionamenti. Fra le proposte alternative avanzate dalla Ue c’è la soluzione minimale di imporre un tetto al prezzo solo per il gas importato dalla Russia, che però oggi è una fonte residuale dell’UE ed è pari solo al 9% dell’approvvigionamento complessivo. C’è poi la proposta di un nuovo indicatore per il gas legato al GNL, che verrebbe affiancato al mercato TTF di Amsterdam. Infine, la terza proposta sarebbe quella di imporre un tetto al prezzo solo per il gas usato per generare elettricità.

Cingolani: si lavora su soluzione, più che tetto sarà un range

Per il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani la riunione del Consiglio europeo “è andata bene”. Si è deciso che gli Stati membri daranno delle indicazioni (“bullet points”) la settimana prossima alla Commissione europea, perché possa formulare una proposta formale “accurata” sul prezzo del gas.

L’idea in pratica sarebbe quella di elaborare un indicatore legato a più fattori – il presso del Brent e l’Henry Hub Natural Gas Spot Price – e definire non un tetto ma un “range” di prezzi che consenta delle variazioni ragionevoli eliminando l’estrema volatilità vista negli ultimi mesi.

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