Nuova emissione di Btp, i Buoni del tesoro dello Stato italiano. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato che metterà a disposizione nuovi titoli di debito attraverso i servizi di alcune banche di investimento. Oltre a un’emissione di titoli a 7 anni, sarà presentata anche una nuova possibilità: il ritorno dei Btp a 30 anni.
La decisione del Mef arriva immediatamente dopo uno dei migliori risultati sullo spread da quando il Governo Meloni è entrato in carica. Grazie a una serie di fattori, prendere denaro in prestito per lo Stato italiano è ora molto più conveniente di quanto non lo fosse soltanto alcuni mesi fa.
I nuovi Btp del Mef
Con un comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale, il Mef ha reso noto che metterà a disposizione due nuovi tipi di Btp, i Buoni del tesoro pluriennali che rappresentano uno dei titoli di debito più comuni dello Stato italiano: “Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica di aver affidato a Deutsche Bank A.G., Goldman Sachs Bank Europe SE, Intesa Sanpaolo S.p.A., J.P. Morgan SE, Morgan Stanley Europe SE e Nomura Financial Products Europe GmbH il mandato per un’emissione dual tranche mediante sindacato di un nuovo benchmark BTP a 7 anni con scadenza 15 novembre 2031″, recita la prima parte della nota del ministero.
Ci sarà però anche una novità nel panorama dei titoli di Stato italiani. Il Mef, contestualmente alla nuova emissione di Btp a 7 anni, ha anche annunciato la “riapertura per un importo non superiore a 3 miliardi di euro (no grow) del Btp a 30 anni, con scadenza 1° ottobre 2054 e cedola 4,30% (Isin IT0005611741). La transazione sarà effettuata nel prossimo futuro, in relazione alle condizioni di mercato”, conclude il comunicato diffuso sul sito del Ministero.
Perché allo Stato conviene emettere Btp in questo momento
Una nuova possibilità, quindi, per chi volesse acquistare Buoni del tesoro, con periodi molto diversi di restituzione del denaro da parte dello Stato. Investimenti significativi nel futuro dell’Italia, ma anche un affare per lo Stato. Nelle ultime settimane, infatti, i rendimenti dei Btp sono calati moltissimo. Di conseguenza il debito che il Governo contrae in questi mesi costa molto meno rispetto a quello degli scorsi anni.
Le ragioni di questi risultati sono diverse. Ha aiutato la decisione della Banca centrale europea di abbassare i tassi di interesse. Un minore costo del denaro ha un impatto di riduzione degli interessi su tutti i prestiti, inclusi quelli contratti dallo Stato. A questo fattore si sono aggiunti i giudizi delle agenzie di rating Fitch e S&p. Entrambe hanno confermato il rating BBB, con Fitch che ha anche migliorato l’outlook da stabile a positivo. Questo suggerisce che l’Italia potrebbe uscire in tempi relativamente brevi dalla sua grave situazione debitoria.
Gli interessi sul debito sono una parte molto significativa delle spese annuali dello Stato italiano. Valgono in media oltre il 4% del Pil e la loro riduzione permetterebbe di liberare risorse per altri investimenti. Emettere Btp nei periodi in cui il rendimento dei titoli di Stato è più basso limita il costo del debito e quindi questa voce di spesa.