La crisi parallela che ha investito la Francia ed il Regno Unito richiama alla memoria tristi ricordi, quando anche l’Italia è finita nel mirino della speculazione, a causa del debito troppo alto e dell’eccessivo aumento del rendimento dei titoli di Stato, che rappresentano il costo del rifinanziamento dello stesso. Oggi, sono Parigi e Londa ad essere finite nel mirino della speculazione, ma già ci si domanda se si rischia un effetto contagio nel resto dell’Ue.
La crisi in Regno Uniti e la sterlina
La sterlina continua a perdere terreno contro il dollaro, scendendo dell’1,27% su nuovi minimi di 1,3371 USD, mentre il cross sterlina euro si è attestato a 1,1486 (0,69%). A penalizzare la valuta britannica concorre l’impennata dei rendimenti dei GILT, i titoli di stato britannici, che si sono spinti su massimi pluriennali.
Il rendimento del GILT trentennale, in particolare, ha raggiunto i massimi degli ultimi ventisette anni al 5,69%, salendo ai livelli di maggio 1998. E’ l’effetto del panic selling che ha investito i titoli di stato del Regno Unito e del maggior premio per il rischio incorporato dai titoli britannici, a causa delle difficoltà del governo di gestire le finanze pubbliche.
Entro il prossimo autunno, il governo di Keir Starmer dovrà fare scelte difficili, probabilmente annunciando un aumento delle tasse o rivedendo alcune voci di spesa. Un impegno non facile per il Ministro delle Finance Rachel Reeves, la cui posizione viene considerata ancora in bilico, specie dopo che il Premier britannico ha rafforzato il team economico di Downing Street, lasciando intuire di aver avocato a sé le decisioni cruciali.
La Francia guarda preoccupata al voto
Se il Governo del Regno Unito è a rischio rimpasto, quello francese che fa capo al Premier Francois Bayrou sembra ormai giunto al capolinea. Si attende in questo clima rovente il voto di fiducia dell’8 settembre da parte del parlamento francese, mentre il Primo Ministro Bayrou sta portando avanti i colloqui con diversi partiti politici, per capire se riuscirà a spuntare una maggioranza.
Anche il Governo Bayrou è alle prese con un debito troppo elevato ed un deficit fuori controllo e si appresta a mettere a punto misure lacrime e sangue, non ultima la riforma del sistema pensionistico, che pesa eccessivamente sulle casse dello Stato.
“Il voto sarà determinante: in caso di bocciatura, Bayrou ha annunciato le dimissioni e le ripercussioni sui mercati potrebbero essere immediate, con un possibile aumento della volatilità e opportunità di posizionamento strategico per gli investitori”
sottolinea John Taylor, Head of European Fixed Income di AllianceBernstein, secondo cui
“lo scenario più probabile è una bocciatura del governo Bayrou, che porterebbe il Presidente Macron di fronte a tre opzioni principali: nominare un nuovo governo incaricato di approvare il bilancio, indire nuove elezioni parlamentari anticipate o, in alternativa, dimettersi. Questa via, estrema e poco probabile, rappresenterebbe lo scenario peggiore per gli asset francesi”.
Questa situazione difficile si riflette anche sui titoli di stato francesi, con il rendimento del trentennale che ha raggiunto il 4,50%, ai massimi dalla crisi debitoria del 2011, mentre il rendimento del decennale si è assestato al 3,58%.
Rischio contagio?
A questo punto ci si domanda se esiste la possibilità di contagio nel resto dell’Eurozona. In effetti, anche l’Italia, pur a fronte di un governo stabile e del miglioramento del rating, ha un debito pubblico elevatissimo, il cui costo potrebbe aumentare con il rialzo dei rendimenti dei BTP. Oggi, il BTP a 10 anni evidenzia un rendimento del 3,69% ancora una decina di punti sopra quello francese.
In ampliamento che gli spread rispetto al più sicuro Bund tedesco, con lo Spread tricolore di nuovo oltre i 90 punti ed il differenziale francese in ampliamento a 79,6.
“Settembre coincide tradizionalmente con un aumento dell’offerta di titoli sovrani, un fattore che storicamente tende a pesare sugli spread europei”
sottolinea l’esperto di AllianceBernstein, aggiungendo
“nelle prossime settimane ci aspettiamo che la volatilità prosegua, soprattutto nel breve termine, anche se dovrebbe rimanere limitata agli asset francesi, senza particolari ripercussioni sull’euro”.