Chiara Ferragni non pagherà Calabi per il lavoro su Fenice: la decisione

Claudio Calabi, nominato amministratore unico di Fenice Srl, lavorerà senza compenso. Dovrà affrontare bilanci in sospeso e il rilancio dei marchi di Chiara Ferragni

Pubblicato: 18 Novembre 2024 20:03

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Claudio Calabi, noto esperto in ristrutturazioni aziendali, è stato infine scelto come amministratore unico di Fenice Srl, la società che gestisce i marchi di Chiara Ferragni. La notizia, in seguito alla divulgazione di verbali della riunione con i soci, è che il manager non percepirà alcun compenso per il suo incarico. Una scelta insolita.

La decisione dei soci: Calabi non sarà pagato

Nell’assemblea dei soci tenutasi a fine ottobre, gli azionisti di Fenice Srl hanno deliberato all’unanimità la nomina di Claudio Calabi come amministratore unico. La sua esperienza e competenza sono state ritenute essenziali per avviare una fase di rilancio dell’azienda, che si trova ad affrontare problemi sia economici che reputazionali.

Dal verbale dell’assemblea, visionato da Radiocor, emerge però una decisione particolare: Calabi non riceverà alcuna retribuzione per il suo incarico. Saranno riconosciuti esclusivamente rimborsi per le spese sostenute nell’esercizio del suo ruolo, purché giustificate e documentate. Questa scelta sembra riflettere la necessità di ridurre i costi operativi e di concentrare le risorse sull’attività di rilancio.

Gli azionisti di Fenice includono Chiara Ferragni, che possiede il 32,5% delle quote, Pasquale Morgese con il 27,5% e Paolo Barletta, ex presidente, che detiene il restante 40%. Proprio Morgese, in passato critico verso la precedente gestione, ha sottolineato l’urgenza di interventi strutturali per risollevare la società. La nomina di Claudio Calabi rappresenta quindi un primo passo per rispondere alle difficoltà gestionali che hanno caratterizzato gli ultimi mesi.

Cosa dovrà fare il super manager?

Il compito di Claudio Calabi non sarà semplice. Il nuovo amministratore unico avrà la responsabilità di rilanciare Fenice Srl, affrontando una serie di sfide che richiedono interventi rapidi e mirati.

Una delle priorità è la ristrutturazione della governance aziendale. Negli ultimi anni, la società ha sofferto per una gestione poco chiara, con decisioni lente e una mancanza di indicazioni strategiche ai collaboratori. Calabi dovrà quindi definire nuovi processi decisionali e rendere la struttura organizzativa più efficiente, affinché l’azienda possa tornare a competere in un mercato sempre più complesso.

Inoltre, sarà fondamentale approvare il bilancio 2023, che non è ancora stato depositato. Questo passaggio non solo permetterà di fare chiarezza sulla situazione finanziaria della società, ma sarà anche un elemento chiave per stabilire un piano strategico per il futuro. Senza conti chiari, sarà difficile attrarre nuovi investimenti od ottenere fiducia dai partner commerciali.

Un’altra questione cruciale è il rilancio dei marchi gestiti da Fenice. Dopo lo scandalo del “pandoro-gate”, che ha minato la reputazione del brand, Calabi dovrà lavorare per riconquistare la fiducia dei consumatori e dei partner. La crisi reputazionale ha avuto un impatto significativo sulle performance aziendali e richiede una strategia di comunicazione efficace per rimediare ai danni subiti.

Calabi non si limiterà a risolvere i problemi interni: sarà necessario identificare nuove opportunità di crescita e ampliare il mercato di riferimento. La figura del manager è vista dagli azionisti come un elemento di svolta, in grado di portare un approccio pragmatico e innovativo, indispensabile per affrontare un panorama economico complesso e altamente competitivo.

Fenice si trova quindi davanti a una fase delicata, dove ogni decisione avrà un peso determinante per il futuro della società. Gli azionisti, che hanno voluto Calabi alla guida, confidano nella sua capacità di trasformare le sfide in opportunità, assicurando un rilancio non solo economico ma anche reputazionale. La posta in gioco non è solo il successo di Fenice, ma anche il destino di un marchio che ha rappresentato per anni un simbolo della moda italiana e del personal branding digitale.

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