Cina contro Ue, continua la guerra dei dazi: ora nel mirino ci sono le auto di grossa cilindrata

L'ultima contromossa di Pechino nello scontro commerciale con l'Ue è l'aumento delle tariffe di importazione per le auto europee di grossa cilindrata

Pubblicato: 26 Agosto 2024 11:53

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

La guerra dei dazi tra Ue e Cina continua. Dopo quelli inseriti per le auto elettriche e la contromossa di Pechino per il blocco di latte e formaggi, adesso la Cina sta considerando un possibile aumento delle tariffe di importazione per le auto europee di grossa cilindrata a benzina e diesel.

Nel frattempo, il ministero del Commercio cinese ha convocato una riunione, su richiesta delle case automobilistiche nazionali e delle associazioni di settore, per raccogliere le opinioni e i suggerimenti dell’industria, degli esperti e degli studiosi riguardo all’aumento delle tariffe d’importazione per le auto a combustione con motori di grande cilindrata.

I dati sul commercio tra Cina e Ue per le auto a benzina

Questa misura rappresenterebbe l’ultima risposta di Pechino nella disputa commerciale con l’Unione Europea, a seguito dell’introduzione di dazi sulle auto elettriche cinesi. La Repubblica Popolare aveva già inviato un primo segnale a Bruxelles avviando un’indagine anti-dumping sui prodotti lattiero-caseari europei, inclusi latticini e formaggi. Ora, la Cina potrebbe intensificare la sua posizione affrontando le importazioni delle auto di grandi dimensioni.

Per ora non c’è ancora l’ufficialità, ma la mossa della Cina è significativa. Nel 2023, il paese asiatico ha importato 196mila di questi veicoli dall’Europa, con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente, secondo la China Passenger Car Association. Nei primi quattro mesi del 2024, le importazioni sono scese a 44mila unità, segnando un calo del 12% rispetto allo stesso periodo del 2023. Le esportazioni di auto dell’Ue verso la Cina hanno raggiunto un valore di 19,4 miliardi di euro lo scorso anno, mentre l’Unione Europea ha acquistato 9,7 miliardi di euro di auto elettriche prodotte in Cina, secondo i dati di Eurostat.

I Paesi più penalizzati

A farne di più le spese di questo nuovo dazio sarebbe la Germania: nei primi mesi dell’anno, le esportazioni tedesche di questi veicoli hanno raggiunto un valore di 1,2 miliardi di dollari, con il mercato cinese che rappresenta circa il 30% delle vendite delle case automobilistiche tedesche. Tra i veicoli importati in Cina, i più popolari sono il Suv di grandi dimensioni GLE Class della Mercedes-Benz, le berline S Class e la Cayenne della Porsche, che insieme costituiscono oltre un quinto delle 155.841 auto importate di marchi europei nei primi cinque mesi dell’anno, secondo i dati di China Merchants Bank International.

Per questo, il governo tedesco è in prima linea per chiedere che Bruxelles e Pechino trovino un accordo per evitare l’introduzione di dazi sull’industria automobilistica e il rischio di una spirale che potrebbe danneggiare gravemente il settore automobilistico tedesco.

Stati Uniti, Regno Unito e Giappone esportano un notevole numero di auto con motori superiori a 2,5 litri e, con il contenzioso tra Pechino e Bruxelles in corso, potrebbero essere i maggiori beneficiari di un eventuale aumento dei dazi. I produttori cinesi, in risposta alla stretta imminente sulle auto elettriche cinesi, avevano già suggerito al governo cinese di aumentare i dazi sull’importazione di auto con motori di grandi dimensioni dal 15% attuale al 25%.

La guerra dei dazi

Il contenzioso tra Cina e Unione Europea è in corso da mesi, iniziato con l’introduzione di dazi sulle auto elettriche prodotte in Cina. Recentemente, la situazione è peggiorata a causa dell’irritazione di Pechino non solo per l’approccio protezionistico adottato da Bruxelles, ma anche per il trattamento preferenziale riservato alle auto elettriche di Elon Musk, come le Tesla, importate in Ue dalla Cina con un’aliquota del 19%, notevolmente inferiore rispetto a quella applicata ad altri produttori cinesi di veicoli elettrici.

Martedì, un portavoce della Commissione Europea, dopo aver esaminato alcune delle percentuali ipotizzate per compensare i sussidi statali ricevuti dalle case automobilistiche (alterando così la competizione), aveva lasciato una possibilità di mediazione con le case automobilistiche cinesi. Ma più i giorni passano e più questa prospettiva sembra lontana.

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