Spid clonati per prendere il Bonus 18App, oltre 140 segnalazioni in tutta Italia. Confconsumatori contro Meloni

Confconsumatori ha già raccolto le segnalazioni di circa 140 giovani che si sono visti sottrarre l’importo del Bonus cultura

Pubblicato: 16 Febbraio 2024 12:01

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Attenzione ai clonatori di Spid. Confconsumatori espone una recente emergenza, ricevendo numerose segnalazioni da tutta Italia riguardanti giovani incapaci di utilizzare il bonus “18App”, ora sostituito dalla Carta della cultura e del merito, a causa di un grave problema: il loro portafoglio elettronico, fornito dal Ministero delle Finanze, è stato svuotato da individui senza scrupoli che hanno clonato le loro identità digitali per spendere i 500 euro presso esercenti complici o addirittura finti.

Spid rubati, le regioni dove sono avvenuti i furti

Questo incidente, reso pubblico dalle stesse vittime, mette in luce una significativa vulnerabilità nella piattaforma ministeriale. L’avvocato Duccio Panti, delegato provinciale di Siena per Confconsumatori, si sta occupando del caso e ha inviato una formale protesta alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ai ministri dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, e dell’Economia, Gianarlo Giorgetti. Inoltre, ha richiesto un rimborso da parte di tutte le società che gestiscono il sistema di identificazione digitale SPID.

Panti, che sta gestendo novanta casi riguardanti giovani nati nel 2004 e altri nel 2003, che hanno subito danni significativi a causa dell’impossibilità di utilizzare, parzialmente o totalmente, il bonus istituito dal governo Renzi e valido fino a pochi mesi fa, dichiara: “Oltre ai miei assistiti, abbiamo identificato 670 casi, mentre Confconsumatori ha ricevuto 140 segnalazioni. I truffatori hanno duplicato l’identità digitale partendo unicamente dal codice fiscale, che non è un dato segreto. Di conseguenza, le vittime, accedendo alla piattaforma 18App con il loro SPID, hanno scoperto che i fondi destinati loro erano stati già erogati ad altri soggetti non autorizzati e spesi presso esercenti totalmente estranei.”

Gli adolescenti coinvolti provengono dalla Toscana, dal Piemonte, dalla Lombardia, dall’Emilia e dal Veneto, mentre gli esercenti identificati da Confconsumatori come complici o inesistenti sono stati individuati principalmente in provincia di Napoli, ma anche a Padova e Novara. “I miei clienti”, spiega l’avvocato, “hanno già presentato denunce e quereli presso le autorità competenti per il furto subito, e i relativi procedimenti penali sono attualmente in fase di indagine. Tuttavia, è evidente che ci sia stata una totale mancanza di controllo. Questo problema potrebbe non essere limitato solo al Buono Cultura Giovani. La creazione impropria dello SPID da parte di soggetti non autorizzati e il loro possibile utilizzo per richiedere prestazioni e fondi pubblici può causare danni gravi alle persone che effettivamente ne hanno diritto e al governo stesso“.

Confconsumatori ritiene urgente una profonda riforma dello SPID, affinché ogni individuo possieda una sola identità digitale. Nel tentativo di mitigare la situazione, uno degli enti certificatori dello SPID si è offerto di rimborsare i giovani che hanno subito il vuotamento del loro portafoglio elettronico.

Attenzione anche ai siti truffa per convertire in soldi il bonus

Ci sono poi siti internet che promettono di convertire il bonus 18app direttamente in denaro contante. Un’offerta che si rivela essere chiaramente una truffa. Uno di questi siti offre tre opzioni di conversione: bonifico bancario, bonus Amazon e PayPal. Tuttavia, è importante notare che c’è una piccola tassa per questa operazione, quindi l’importo accreditato non corrisponde interamente ai 500 euro del bonus, ma è ridotto a 450 euro.

Inoltre, nel portale sono presenti i loghi ufficiali di Palazzo Chigi e del Ministero dei Beni Culturali, sebbene sia altamente improbabile che tali istituzioni abbiano autorizzato l’affiliazione a questa campagna. I segnali che suggeriscono un tentativo di phishing, a partire dai loghi falsificati dei ministeri, ci sono tutti.

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