Il sostegno dell’Occidente nei confronti dell’Ucraina si configura soprattutto con il costante invio di armi ed equipaggiamenti e l’addestramento sul posto dei soldati di Kiev. La strategia è piuttosto chiara: da una parte la Nato rafforza le proprie difese in funzione anti-russa, dall’altra fornisce strumenti al Paese invaso senza intervenire direttamente nel suo territorio.
In uno dei momenti più critici e difficili della guerra, che declina sempre più verso la battaglia decisiva per il Donbass, gli Stati Uniti si confermano il maggiore fornitore di armamenti per le Forze armate ucraine. L’ultimo pacchetto militare annunciato da Joe Biden include una tecnologia potentissima, che potrebbe davvero cambiare le sorti del conflitto: i lanciarazzi Himars.
Cosa sono i lanciarazzi Himars e quanto sono potenti
Il sistema missilistico di artiglieria ad alta mobilità, noto come Himars (High Mobility Artillery Rocket System), è parte integrante del nuovo programma di aiuti militari statunitensi del valore di oltre 450 milioni di dollari. Si tratta di lanciarazzi multipli (il cosiddetto sistema Multiple Launch Rocket System) che hanno nella gittata la caratteristica più temuta dagli avversari: i vettori possono colpire fino a 80 chilometri di distanza, il doppio degli Howitzers che gli Stati Uniti hanno fornito finora. Le unità possono far partire simultaneamente più missili di precisione a guida Gps.
Il sistema a ruote, più leggero dei precedenti, può essere installato su camion e sparare grosse quantità di munizioni a grande distanza, e dunque in condizioni di maggiore sicurezza. Non si tratta comunque di una tecnologia nuova: in passato gli Himars sono stati infatti impiegati anche in Afghanistan, in Iraq e in Siria contro l’Isis. Sono in dotazione anche ad alleati europei, come Polonia e Romania.
Gli Himars trasportano una capsula pre-caricata con sei missili (contro i due della versione precedente). Esiste anche una versione più grande, caricata con sistemi di vettori tattici (Atacms) dalla gittata di 300 chilometri, che tuttavia il Pentagono non fornirà a Kiev. Gli Atacms hanno infatti la capacità di colpire centri urbani e basi militari in Russia, compresi gli aeroporti da dove partono i raid contro l’Ucraina. Basta una piccola squadra, addestrabile in alcuni giorni, e in pochi minuti gli Himars possono essere ricaricati, senza l’aiuto di altri veicoli.
Perché gli Himars possono cambiare la guerra
I nuovi sistemi di artiglieria americani rispondono maggiormente alla richiesta ucraina all’Occidente di armi più potenti, che ora potranno colpire obiettivi oltre le linee russe mantenendo una distanza di sicurezza dal fuoco nemico. In questo modo potranno minacciare anche i depositi delle forniture russe, aumentando i problemi logistici delle forze di Mosca. Finora l’Occidente aveva evitato di accontentare questa richiesta per timore che l’Ucraina potesse colpire bersagli in territorio russo, ampliando e inasprendo il conflitto in maniera incontrollata. Gli M777 Howitzers, inviati il mese scorso, hanno rappresentato un significativo aumento di potenza e gittata rispetto ai sistemi precedentemente inviati, ma non superano i 25 chilometri.
Col loro maggiore raggio d’azione, gli Himars possono dunque rivoluzionare i piani tattici dell’Ucraina. Secondo alcuni analisti gli Himars potrebbero essere “game changer”, un punto di svolta nella guerra che vede l’esercito di Kiev sempre più in difficoltà nel Donbass. Per altri i lanciarazzi serviranno invece solo a pareggiare le forze in campo, riducendo gli svantaggi verso le truppe russe. Lo stesso Volodymyr Zelensky aveva annunciato che la battaglia decisiva per l’Est del Paese è in pieno svolgimento e che sarebbero servite nuove tecnologie militari per contrastare gli attacchi russi. “Dobbiamo liberare la nostra terra e ottenere la vittoria, ma più rapidamente, molto più rapidamente”, ha affermato il presidente ucraino.
Nel dare la notizia dell’arrivo dei nuovi lanciarazzi, anche il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov si è lasciato andare a dichiarazioni forti e inequivocabili: “L’estate sarà calda per gli occupanti russi. E sarà l’ultima per alcuni di loro”. Il tutto mentre le armi “mai viste” di Putin preoccupano l’Occidente.