In Basilicata la crisi idrica è grave, i cittadini sono costretti a bere l’acqua del fiume inquinato

In Basilicata, l'acqua proveniente dal fiume Basento, è stata distribuita ai cittadini. Nonostante la conferma di potabilità, resta la preoccupazione

Pubblicato: 7 Dicembre 2024 10:32

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

La Basilicata è alle prese con una grave crisi idrica che sta mettendo a dura prova la popolazione e le attività economiche. A causa della scarsità di acqua nella diga e dei problemi nella rete idrica, i cittadini di 29 comuni, inclusa Potenza, sono stati costretti a bere acqua proveniente dal fiume Basento, noto per il suo inquinamento. Sebbene le autorità abbiano confermato la potabilità dell’acqua, la situazione resta preoccupante. I cittadini hanno denunciato il colore marrone dell’acqua.

Siccità in Basilicata: una crisi lunga anni

La Basilicata sta affrontando una crisi idrica che perdura da anni e che è stata acuita da una serie di fattori. Una di queste è la scarsità di precipitazioni, che ha determinato un calo delle risorse idriche, con la diga del Camastra ormai prosciugata. La siccità ha costretto 29 comuni lucani al razionamento.

Altro problema sono le perdite nella rete idrica. In Basilicata, come evidenziato dai dati ufficiali Istat, circa il 62% dell’acqua immessa nella rete viene dispersa. La gestione inefficace delle risorse e la mancanza di manutenzione adeguata alla rete idrica hanno creato il mix perfetto e portato a una carenza grave di acqua.

Secondo Stefano Mariani, responsabile della sezione analisi e previsioni meteo-idrologiche di Ispra, la carenza d’acqua non dipende solo dalle scarse piogge, ma anche da una gestione inefficace delle risorse, che non ha permesso di ripristinare adeguatamente le scorte.  Oltre alle problematiche naturali, c’è anche un elemento legato ai cambiamenti climatici. Mariani sottolinea come il cambiamento del ciclo idrologico porti a siccità sempre più frequenti, riducendo ulteriormente le disponibilità di acqua.

Ok per l’acqua del fiume, anche se Basento è considerato da bonificare

Dal 24 novembre, l’acqua del fiume Basento è diventata la principale fonte di approvvigionamento per i cittadini lucani. Dopo essere passata attraverso il potabilizzatore di Masseria Romaniello, l’acqua è stata distribuita ai rubinetti della regione. La provenienza dell’acqua ha sollevato preoccupazioni, soprattutto a causa dell’inquinamento storico del fiume. La sua qualità è stata messa in dubbio, non solo dai cittadini ma anche dalle istituzioni. Sebbene le analisi effettuate da ARPA Basilicata, Acquedotto Lucano (AQL) e altri enti abbiano confermato la potabilità dell’acqua, la situazione è stata complicata dal conflitto di interessi legato al fatto che AQL, l’ente che eroga il servizio, è anche il responsabile dei controlli.

L’ente che ha finalmente confermato la potabilità dell’acqua è stato ARPA Puglia, con un parere favorevole. La vicenda ha comunque messo in luce un problema di trasparenza e nei controlli, poiché l’acqua prelevata dal fiume Basento è passata sotto la supervisione di un ente che gestisce anche la distribuzione del servizio.

La conferma finale della potabilità è arrivata solo dopo le analisi effettuate da ARPA Puglia, a distanza di giorni dalla distribuzione dell’acqua. Nel frattempo i cittadini sono rimasti con il dubbio sulla salubrità dell’acqua, che si presentava marrone.

Nonostante la certificazione della potabilità, il fiume Basento è ancora considerato una risorsa da bonificare, con livelli di inquinamento che richiedono interventi urgenti. La crisi idrica ha costretto le autorità a ricorrere a questa fonte d’acqua considerata inquinata da molti. Per Vito Bardi, presidente della Regione Basilicata, la conferma di potabilità è una vittoria: “Invito a tacere chi strumentalmente ha provato a speculare sull’emergenza e sulla salute dei lucani. Basta allarmismi”. Resta però il problema del cambiamento climatico, non più emergenza, che porta alla siccità.

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