Terrore in Veneto, al punto da spingere il governatore Zaia a dichiarare lo stato d’emergenza regionale. Una situazione devastante, tra alberi sradicati e tetti scoperchiati. Ben più di una tromba d’aria, il che ha portato a parlare di downburst. Ecco di cosa si tratta con esattezza.
Tempesta in Veneto
L’Italia, e non solo, è alle prese con una situazione climatica totalmente imprevedibile e spesso drammatica. Non solo ondate di calore devastanti, ma anche vere e proprie bufere. Il Veneto ha dovuto fare i conti con grandinate, trombe d’aria, tetti scoperchiati, alberi sradicati e non solo. Una tragedia che ha fatto temere un disastro come in Emilia-Romagna.
In una sola notte di terrore i vigili del fuoco hanno concluso più di 100 interventi di pronto soccorso. Salvati anche due turisti, che hanno rischiato di ritrovarsi in gravissimi guai a causa del maltempo. Erano infatti rimasti bloccati sul monte Popera, a 2400 metri di quota.
Luca Zaia ha dichiarato lo stato d’emergenza, come detto. Una condizione davvero avvilente, con il governatore che continua a tenersi in contatto con i sindaci di tutti i Comuni colpiti. È stata intanto avviata la raccolta delle segnalazioni dei tantissimi danni.
Particolari danni a Cadore, Comelico e Agordino, con raffiche di vento fino a 129 km/h (in quota 140 km/h, ndr). Sono stati danneggiati ben 30 edifici e, per rendere ben chiara la portata della devastazione, almeno 15 i tetti scoperchiati. Decine gli alberi sradicati e altrettante le persone evacuate per i danni subiti. Un disastro che ha ricordato a molti la tempesta Vaia di 5 anni fa. Per fortuna, però, la situazione sta rientrando. Si lavora per ripartire al meglio ma non si esclude un ripetersi dell’evento meteorologico.
Cos’è il downburst e come si forma
Come detto, i forti venti abbattutisi in Veneto, nell’area delle Dolomiti, hanno generato il panico tra i locali. Una situazione terrificante, come cinque anni fa. Si è così iniziato a parlare di downburst, termine inglese che potrebbe non dire molto ai più.
Proviamo quindi a spiegare di cosa si tratta e perché potremmo dover purtroppo imparare a conoscere meglio questo fenomeno. In estrema sintesi parliamo di raffiche di vento discensionali, in uscita dal fronte del temporale, che possono raggiungere e superare anche i 200 km/h.
Si tratta di un fenomeno subtropicale, che va diffondendosi in Europa a causa delle trasformazioni causate dal cambiamento climatico. Con l’Italia spaccata in due, sul fronte meteo, ci sono regioni alle prese con il bollino rosso, ovvero un caldo eccessivo e preoccupante. Altre, invece, devono gestire dei temporali del tutto fuori stagione, data la loro portata.
La formazione avviene spesso durante episodi di forti piogge, quando la corrente discensionale, nota in inglese come downdraft, raggiunge rapidamente e violentemente il suolo, schiantandosi. A questo punto l’aria si espande in maniera orizzontale, con una velocità variabile, provocando raffiche di vento molto potenti.
Si verifica quindi l’innalzamento dell’aria calda e, contemporaneamente, la discesa di quella fredda presente più in alto. Tutto ciò provoca degli scoppi, o almeno questa è la sensazione apparente, al suolo, con venti molto violenti. Grande la pericolosità, pur differendo, come spiegato, dai tornado e dalle trombe d’aria.