Mentre negli Stati Uniti continuano a moltiplicarsi i casi di infezione, l’allarme Candida auris arriva anche in Italia. Il fungo è altamente contagioso e può rivelarsi resistente agli antibiotici. È stato isolato per la prima volta nel 2009 in Giappone dall’orecchio di una donna. Retrospettivamente è poi stato identificato in una raccolta di campioni coreani risalente al 1996. In Italia il primo caso di infezione invasiva di Candida auris è stato identificato nel 2019: tra il 2020 e il 2021 si è poi originato un focolaio nelle regioni settentrionali.
Candida auris e la resistenza ai farmaci
A preoccupare maggiormente gli esperti è la resistenza farmacologica del fungo. Il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), Massimo Andreoni, ha evidenziato all’Adnkronos che “il grande problema globale è dato dalla comparsa di germi resistenti a tutti gli antimicrobici che abbiamo”.
“Con i funghi non c’eravamo abituati, c’eravamo confrontati con il problema legato principalmente ai batteri”, ha precisato Andreoni, aggiungendo che l’Oms prevede “milioni di morti entro il 2050” proprio a causa dell’antibioticoresistenza.
Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, ha spiegato all’Adnkronos che la Candida auris può provocare “infezioni molto gravi fino alla setticemia e la mortalità è piuttosto elevata, dal 30-40% fino al 50%”. Secondo l’infettivologo l’aumento dei casi “è frutto di un alleggerimento delle misure per il controllo durante la pandemia di Covid-19, quando le persone pensavano più a proteggere loro stesse dal virus e c’è stata una minore attenzione a questo microrganismo“.
Qui abbiamo parlato dei nuovi sospetti sull’inizio della pandemia.
I sintomi della Candida auris
Come si legge su EpiCentro, il portale di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), i segni e i sintomi dell’infezione da Candida auris variano a seconda del sito corporeo interessato. Tuttavia gli effetti potrebbero non essere evidenti, in quanto i pazienti che contraggono l’infezione sono spesso già ospedalizzati e affetti da altre patologie che possono ostacolarne la diagnosi. I quadri clinici più frequentemente riscontrati sono:
- infezioni del torrente ematico;
- infezioni intra-addominali;
- infezioni di ferite;
- otiti.
Il pericoloso fungo è stato isolato da pelle, liquido biliare, tratto respiratorio e urina, ma non è ancora chiaro se possa provocare infezioni invasive a polmoni e vescica. Su EpiCentro viene evidenziato che “Candida auris è un emergente tipo di Candida che rappresenta una seria minaccia per la salute globale“. Oltre ad essere resistente a più farmaci antimicotici, è di difficile identificazione nei laboratori che non dispongono di tecnologie specifiche. Le persone potrebbero avere l’infezione senza saperlo, con il rischio di provocare focolai epidemici negli ambienti assistenziali sanitari, ma anche all’interno della comunità.
Qui abbiamo parlato della stangata sui farmaci.
I soggetti più a rischio
La Candida auris può trasmettersi attraverso il contatto con superfici e/o dispositivi medici contaminati, o ancora con il contatto “tra persone colonizzate o infette”. In genere le infezioni sono di bassa entità, ma nei soggetti immunodepressi possono rivelarsi più gravi.
Le persone più a rischio sono infatti coloro che hanno problemi di salute preesistenti, ospedalizzate o in case di cura, e che necessitano di dispositivi medici invasivi (per esempio cateteri vescicali, cateteri venosi centrali o tubi per tracheotomia).