Come funziona il nuovo test per la diagnosi precoce del cancro

I ricercatori hanno sviluppato un test altamente sensibile in grado di rilevare una proteina chiave prodotta dalle cellule tumorali

Pubblicato: 9 Novembre 2023 10:34

Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Un nuovo test potrebbe consentire la diagnosi precoce del cancro. Sviluppato da un team internazionale di ricercatori, tra cui il Laboratorio di biologia cellulare e strutturale della Rockefeller University, si tratta di un esame del sangue altamente sensibile in grado di rilevare una proteina chiave prodotta dalle cellule tumorali.

I risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica Cancer Discovery (lo studio integrale è consultabile al seguente link).

Perché si tratta di un test rivoluzionario

A differenza di molti test diagnostici – che hanno una portata limitata, sono costosi o si basano sul campionamento di tessuti invasivi – questo nuovo metodo è un rilevatore “multi-cancro” a basso costo in grado di rilevare la presenza della proteina chiave prodotta dalle cellule tumorali, nota come LINE-1-ORF1p, in una piccola quantità di sangue in meno di due ore.

“Il test ha un potenziale rivoluzionario come test diagnostico precoce per i tumori letali”, ha dichiarato Michael P. Rout, capo del laboratorio Rockefeller. Si tratta di “strumenti di rilevamento ultrasensibili” ha aggiunto poi lo stesso “pronti a migliorare i risultati dei pazienti in modi trasformativi”.

Questo perché ad oggi è vero che esistono numerosi biomarcatori di questo tipo, ma quelli attualmente disponibili possono presentare degli inconvenienti. Alcuni richiedono biopsie chirurgiche, altri vengono impiegati solo dopo la comparsa dei sintomi, quando può essere troppo tardi per un intervento efficace. E molti inoltre sono mirati alla diagnosi di tumori specifici, restringendo così il campo di applicazione.

Il rilevamento dei biomarcatori del cancro è un campo giovane e in crescita, ma sviluppare un biomarcatore della proteina LINE-1 ORF1p è un nuovo e importante passo avanti.

LINE-1 è un retrotrasposone, un elemento simile a un virus presente in ogni cellula umana, ORF1p è una proteina prodotta ad alti livelli nel cancro, quindi la sua presenza è indicatore di una cellula malata. Per cui, in sintesi, non dovrebbe essere rivelata ORF1p nel flusso sanguigno di una persona sana.

Come emerge dallo studio, negli ultimi anni è diventato abbondantemente chiaro che queste proteine raggiungono livelli elevati in concomitanza alla presenza della maggior parte dei tumori, compresi molti dei tumori più comuni e letali dell’esofago, del colon, del polmone, della mammella, della prostata, delle ovaie, dell’utero, pancreas, testa e collo.

Poiché le cellule del carcinoma producono ORF1p fin dall’inizio della malattia, i ricercatori hanno cercato a lungo un test sensibile e accurato per rilevare l’ORF1p il più precocemente possibile. La capacità di individuarlo nei pazienti prima che il cancro abbia la possibilità di diffondersi potrebbe potenzialmente salvare diverse vite umane.

Come funziona il test che rivela in meno di due ore il cancro

Il nuovo test rapido ed economico in grado di rilevare ORF1p nel plasma non è altro che un’analisi del sangue, finalizzata a rilevare l’ORF1p nei campioni di sangue di pazienti affetti da una varietà di tumori, inclusi tumori ovarici, gastroesofagei e del colon-retto. La produzione costa meno di 3 dollari ed è in grado di assicurare risultati sicuri e rapidi in meno di due ore.

Il monitoraggio della proteina potrebbe potenzialmente essere incorporato nei servizi di assistenza sanitaria. I medici in questo modo potrebbero tenere d’occhio eventuali picchi nei livelli di ORF1p, che potrebbero essere indicativi di un cambiamento dello stato di salute del paziente. È vero che possono in alcuni casi verificarsi piccole fluttuazioni dell’ORF1p di tanto in tanto, ma un eventuale picco sarebbe motivo di un’indagine più approfondita.

Un altro potenziale utilizzo del test è monitorare la risposta di un paziente alla terapia antitumorale. Se un trattamento è efficace, il livello di ORF1p nel sangue del paziente dovrebbe diminuire. Infatti, durante lo studio, i ricercatori hanno studiato 19 pazienti in cura per cancro gastroesofageo e nelle 13 persone che hanno risposto bene al trattamento, i livelli di ORF1p sono scesi al di sotto del limite di rilevamento del test.

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