Rispetto al passato si parla meno di amianto. Non rappresenta più una questione affrontata quasi su base quotidiana, o quantomeno mensile. Su scala nazionale il tema è stato sostituito, il che non vuol dire che il pericolo sia alle spalle, anzi.
In Italia esistono ancora 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto da bonificare. Si potrebbe ritenere erroneamente che ciò indichi la presenza di enormi depositi di cui occuparsi, ma le cose stanno diversamente. Il materiale in questione, vietato nelle sue diverse forme dal 1992, è infatti presente principalmente all’interno di edifici e non solo.
Amianto in Italia
Quello dell’amianto è un pericolo reale e tremendamente attuale in Italia. Lo ha ribadito Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). Intervistato da Dire, si è così espresso.
“In Italia è vietato dal 1992 estrarre, importare, esportare, produrre e commercializzare l’amianto nelle sue diverse forme. Si stimano però ancora 40 milioni di tonnellate da bonificare nel nostro Paese. Si trovano principalmente in edifici o tettoie, tra zone industriali e agricole, così come in migliaia di chilometri di condutture idriche”.
Come detto, il tema non è più al centro del dibattito sulla salute in Italia, nonostante la correlazione tra l’esposizione a questo materiale e il rischio di sviluppare il mesotelioma. Perché allora una grande luce è tornata a essere puntata su questo gravoso pericolo? Il triste motivo è rappresentato dalla notizia della morte del giornalista Franco Di Mare, affetto da questo raro tumore (se ne era tornati a discutere, in realtà, già dopo l’annuncio della malattia da parte del noto volto televisivo).
Rischio mesotelioma
Quello del mesotelioma è un rischio concreto e terribile in moltissime regioni d’Italia. Miani sottolinea come svariati istituti scolastici vantino al proprio interno dell’amianto, ancora oggi. Ciò pone a repentaglio la salute di migliaia di studenti, docenti, amministrativi e personale ATA.
Un problema che però va ben oltre il singolo edifico. La presenza di muffe di licheni, così come di crepe, insieme con l’azione delle intemperie, può provocare lo sfaldamento dell’eternit. Le fibre in questione possono dunque essere trasportate dal vento, raggiungendo anche distanze considerevoli.
L’esposizione all’amianto può provocare l’asbestosi, ovvero la cicatrizzazione diffusa del tessuto polmonare. Ciò a causa dell’inalazione di polveri d’amianto. Il grande nemico, che terrorizza tanti, è però il tumore raro noto come mesotelioma.
“Ha un’incidenza relativamente bassa, rappresentando in Italia lo 0,8% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo e lo 0,3% nelle donne. Occorre sottolineare, però, che ancora oggi l’amianto, a distanza di decenni dal divieto, miete circa 6mila vittime all’anno in questo Paese”.
La morte di Franco Di Mare
La triste morte di Franco Di Mare non rappresenta, dunque, un caso isolato. L’ipotesi è che lo sviluppo del suo mesotelioma sia legato al periodo trascorso come inviato di guerra. Le bombe che hanno abbattuto numerosi edifici hanno potenzialmente svelato tracce di amianto, liberandone polveri contenenti fibre dannosissime, se inalate, con un impatto tumorale anche a distanza di decenni.
Non si può parlare di un caso isolato perché, come spiega Miani, ogni anno si attendono tra le 1.500 e le 2.000 nuove diagnosi di patologie varie connesse all’amianto. Cosa potrebbe fare il governo di Giorgia Meloni in merito? Il primo suggerimento è quello di agire in maniera pratica, garantendo supporto economico e fiscale per lo smaltimento. Questo risulta parecchio oneroso, il che rappresenta un deterrente per molti. Si baratta di fatto un risparmio economico per la salute propria e di tanti che vivono e lavorano nei paraggi di edifici da bonificare.
Un ultimo avvertimento di Miani: “Può capitare che prodotti provenienti dall’est Europa o dalla Cina possano contenere fibre di amianto (uso ancora consentito, ndr). Da alcuni controlli a campione sono stati rinvenuti piumini o giubbotti contenenti queste fibre. Non è frequente, ma forse è preferibile spendere qualche soldo in più per un prodotto made in Italy o made in Europa”.
Mesotelioma, regioni più a rischio
In riferimento a quanto evidenziato dall’Osservatorio Nazionale Amianto nel 2023, la maggior parte delle diagnosi riguarda gli uomini e le regioni a maggior rischio sono:
- Lombardia;
- Piemonte;
- Liguria;
- Lazio.
Queste aree rappresentano il 56% dei casi segnalati. Occorre segnalare come l’Italia sia stata tra i maggiori produttori di amianto nel corso degli anni ’80. Era in Piemonte il sito principale d’estrazione, la Amiantifera di Balangero. Oltre alle regioni citate, a maggior rischio, si segnalano “terre verdi” in tutto il Paese: Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana, Basilicata e Sardegna.