Focolaio di salmonella, l’Europa punta il dito contro i pomodorini siciliani

Dal 2023 oltre 400 casi di Salmonella in 17 Paesi europei. Le analisi dell’Ecdc ed Efsa collegano il focolaio alle coltivazioni in Sicilia

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

In Europa è in corso un focolaio di salmonella. A raccontarlo è un report pubblicato dall’Agenzia Ue di prevenzione e controllo delle malattie infettive (Ecdc) in collaborazione con l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Le indagini sono state condotte nell’arco di tre anni, dal 2023 al 2025, e hanno identificato i responsabili della diffusione dell’infezione: i pomodorini siciliani.

Il documento parla di un “focolaio transfrontaliero prolungato di Salmonella enterica serovar Strathcona ST2559”, con 437 casi confermati tra il 2023 e il 2025 in 17 Paesi europei e ulteriori segnalazioni da Regno Unito, Canada e Stati Uniti. L’Ecdc e l’Efsa sottolineano che le analisi genomiche (WGS) condotte sui campioni ambientali e clinici hanno mostrato un’alta correlazione genetica, confermando la connessione tra i casi umani e il ceppo rilevato nei campioni d’acqua di irrigazione in Sicilia.

Il report si conclude mettendo in guardia i consumatori, spiegando quali sono le pratiche igieniche per manipolare gli alimenti crudi e come evitare la contaminazione con altri alimenti. Nel frattempo, però, il Consorzio di Tutela del Pomodoro di Pachino Igp ha voluto rispondere: “Se ci fosse stata una problematica di tale gravità ce ne saremmo certamente accorti, visto che mangiamo il nostro pomodoro ogni giorno”. Il ministero della Salute, da parte sua, ha rafforzato i controlli e fornito un codice di condotta per la grande distribuzione.

Il focolaio prolungato in 17 Paesi

L’allarme è scattato in seguito all’emersione di alcuni focolai prolungati in ben 17 Paesi. Dal 2023 al 30 settembre 2025 sono 437 i casi confermati di Salmonella Strathcona, con segnalazioni provenienti anche dal Regno Unito, dal Canada e dagli Stati Uniti.

I Paesi più colpiti sono:

Le indagini puntano sui pomodorini siciliani. Era già accaduto nel 2011 con un’epidemia sviluppata in Danimarca e si ripete ancora oggi, nel 2025, con nuove indagini condotte in Austria e in Italia. Da queste emerge che i pomodorini provenienti dalla Sicilia sono la fonte dell’infezione. A sostenere le prove contro l’imputato anche il fatto che l’Italia sia tra i Paesi più colpiti e tra quelli maggiormente visitati dai casi emersi negli ultimi due anni di indagini.

Secondo il report, il ceppo Strathcona è stato isolato non solo nei pomodori e nelle acque di irrigazione, ma anche in campioni ambientali come suolo, fanghi, molluschi e corsi d’acqua, a conferma della persistenza ambientale del batterio nel tempo e della possibilità di contaminazioni ricorrenti nel ciclo di produzione agricola.

Perché proprio i pomodori in Sicilia?

L’Autorità per la sicurezza alimentare italiana ha voluto condurre indagini approfondite per rispondere a questa domanda. È stato così rilevato un ceppo di salmonella in un campione d’acqua proveniente dalle irrigazioni del raccolto presso un produttore di pomodori in Sicilia.

La causa sarebbe il cambiamento climatico, in particolare la siccità prolungata verificatasi proprio in regioni come la Sicilia, che ha portato all’uso di acque irrigue non propriamente pulite per salvaguardare il raccolto.

Altro problema è il fenomeno delle alluvioni, anch’esso causato in maniera sempre più frequente ed estrema dal cambiamento climatico, che avrebbe comportato il rimescolamento delle acque nere con quelle irrigue, creando complicazioni per i produttori agricoli nel rispetto delle corrette prassi igieniche.

In questo modo viene confermato, almeno nel caso preso in analisi, il ruolo dell’ambiente della campagna siciliana come fonte di contaminazione dell’ortaggio, che è tra i più esportati in Europa.

Cosa hanno fatto le autorità fino a questo punto?

Non è però un mistero. A partire dal 2023 la Commissione europea ha impiegato molte risorse nei controlli sanitari sulle produzioni agricole e nel codice di condotta per i prodotti di prima gamma.

Già con la circolare del 30 ottobre 2024, il ministero della Salute aveva disposto che, nella grande distribuzione, questi prodotti venissero esposti in scaffali distinti (rispetto ai prodotti in busta già lavati) indicando in maniera chiara la necessità del lavaggio prima del consumo.

Il nuovo report fa questo, mette nero su bianco il fenomeno di infezione prolungata da salmonella, ma non solo. Raccomanda infatti un consumo più consapevole degli alimenti vegetali crudi e spinge a rafforzare i controlli in fase di produzione, commercializzazione e somministrazione.

Negli ultimi esami condotti dall’Autorità nazionale per la sicurezza alimentare, con il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità, sono stati confermati significativi miglioramenti. L’Ecdc scrive che l’ultimo audit condotto in Sicilia ha individuato “significativi miglioramenti in termini di personale, coordinamento regionale, gestione dei dati e attività di controllo ufficiale”, ma che “permangono inefficienze dal punto di vista dei piani di gestione delle acque di irrigazione, annosa problematica della Regione”. Una criticità storica per la Sicilia, anche se accompagnata da progressi lenti ma concreti nella gestione dei controlli.

La risposta dei produttori

Il Consorzio di tutela del pomodoro di Pachino Igp si dice amareggiato dall’ennesimo attacco ai prodotti italiani. Spiega che:

Non si può non rilevare come gli attacchi al pomodoro italiano si siano sempre più intensificati, quasi ci fosse una strategia per affossare un prodotto che tutto il mondo ci invidia.

Aggiunge che la concorrenza sleale messa in atto da Paesi extra Ue, che inondano l’Europa di pomodori a prezzi insostenibili per il sistema lavorativo italiano, sta schiacciando la produzione e rendendo sempre più difficile la sopravvivenza delle aziende locali.

Sul caso della segnalazione, il presidente del Consorzio Sebastiano Fortunato ha voluto sottolineare che se ci fosse stata una problematica di tale gravità “ce ne saremmo certamente accorti, visto che mangiamo il nostro pomodoro ogni giorno”.

Nel report Ecdc-Efsa, tuttavia, non si fa riferimento a singole aziende o consorzi e nessuno dei produttori appartenenti al Consorzio di tutela del pomodoro di Pachino Igp risulta oggetto di provvedimenti o segnalazioni dirette.

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