Lo smarrimento che la morte di Silvio Berlusconi ha lasciato dentro Forza Italia agita anche le acque del Governo. La scomparsa del fondatore del centrodestra potrebbe avere delle dirette ripercussioni sulla tenuta della maggioranza, con due possibili fattori scatenanti: il fuggi fuggi dei deputati azzurri, magari sollecitato da una campagna acquisti condotta da Salvini a Renzi, oppure un’operazione di accorpamento lanciato direttamente da Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio ha garantito che fino alle europee del 2024 gli equilibri interni di Fi non saranno toccati e che fino ad allora la guida di Antonio Tajani non sarà toccata. Ma il reggente guarda all’orizzonte delle elezioni dell’anno prossimo con preoccupazione, mentre per la premier potrebbe essere l’opportunità di rispolverare il progetto del partito unico tanto invocato da Berlusconi quanto osteggiato dalla stessa Meloni.
L’orizzonte delle elezioni europee
Una virata verso il centro da parte di Fratelli d’Italia, che a quel punto si presenterebbe alla tornata elettorale del 2024 in un’unica lista con Forza Italia e un accordo tra i due simboli. In Europa Giorgia Meloni cerca da tempo di creare un rapporto più stretto tra il gruppo dei Conservatori da lei guidato e il Partito popolare europeo, e potrebbe andare a caccia della dote di Forza Italia che nel Ppe è l’unico riferimento italiano.
Nel gennaio scorso Silvio Berlusconi aveva rilanciato l’idea del partito unico, già formulata nel 2021: “Il centrodestra è tornato a governare il paese e guida la maggior parte delle Regioni italiane – aveva detto in occasione della campagna elettorale per le regionali in Lombardia e Lazio – La nostra è una coalizione unita, credibile, fatta di rapporti leali fra forze politiche diverse ma capaci di lavorare insieme da quasi trent’anni. Una coalizione che un giorno potrebbe essere un partito unico, sul modello dei Repubblicani americani, senza perdere in nessun caso il suo carattere plurale che valorizza storie diverse, culture diverse, linguaggi diversi capaci di confluire in un progetto comune”.
Un progetto ovviamente condiviso con il coordinatore nazionale di Fi, Antonio Tajani, il quale due anni fa dichiarava che il suo sogno è “di dare vita a una grande forza del centrodestra, un grande partito conservatore liberale riformista e garantista, sul modello del partito repubblicano statunitense”.
Giorgia Meloni ha finora rifiutato la proposta facendo appello alla “pluralità” della coalizione, ma con Forza Italia allo sbando potrebbe decidere di non lasciarsi sfuggire l’opportunità.
La svolta permetterebbe di evitare la frantumazione del partito del defunto alleato, ma provocherebbe più di un’irritazione nell’altro, Matteo Salvini, che all’idea del partito unico aveva detto “basta giochini” e che di fronte a un ulteriore rafforzamento di Fratelli d’Italia, a discapito della Lega, potrebbe decidere per lo strappo interno al Governo (qui abbiamo parlato del rischio di una guerra tra Salvini e Meloni).
Il fronte interno
Le incertezze sul futuro dell’Esecutivo derivano però in primo luogo dal fronte interno. Dalla morte di Berlusconi è passato ancora troppo poco tempo per prevedere le intenzioni dei parlamentari, ma il destino di Forza Italia potrebbe stravolgere le dinamiche interne alla maggioranza.
Alla Camera la pattuglia di FI è costituita da 44 deputati, decisivi per superare i 200 voti che permettono a Giorgia Meloni di governare. Al Senato il gruppo azzurro conta 17 parlamentari, un numero altrettanto determinante per avere i 103 voti essenziali alla maggioranza.
In attesa che si riunisca il Comitato di presidenza, è Tajani a tenere le redini forte del sostegno ribadito dalla famiglia Berlusconi, nella persona della primogenita Marina (qui per sapere chi è e cosa fa Marina Berlusconi).
Il vertice in programma giovedì 22 giugno, tra non più di 30-40 dirigenti di Forza Italia, convocherà il Consiglio nazionale, da cui uscirà il nome del reggente. Un incarico lungo almeno un anno per gestire la tregua fino al Congresso nel 2024 e che quasi sicuramente sarà dopo le elezioni europee (qui abbiamo parlato delle ipotesi sul destino di Forza Italia).