Le precarie condizioni di salute di Silvio Berlusconi hanno già da tempo portato al declino di Forza Italia, ma con la morte del Cavaliere, oltre al dolore per la perdita di colui che per molti era come un padre putativo, dentro al partito si è diffuso un senso di smarrimento. Negli anni sono stati diversi i potenziali “delfini” di Berlusconi, da Fini ad Alfano, fagocitati dallo strapotere del fondatore, dal quale difficilmente il partito riuscirà ad emanciparsi.
Morte Berlusconi: le reazioni in Forza Italia
Il clima da “si salvi chi può” è tangibile e tra le fila di Forza Italia serpeggia lo sconforto. “Senza Silvio Fi è finita” sentenziano Giuliano Urbani e Gianfranco Micciché, con il politologo ed ex ministro di Berlusconi che si rammarica: “Avrei voluto che lui dedicasse più tempo al partito proprio per lasciare un’eredità. E, invece, l’ha talmente legato a se stesso, che adesso morendo lui, penso sia inevitabile che muoia anche il suo sogno…”
”Non ci sarà più Forza Italia. Muore con Silvio. È un fatto scontato” dice senza mezzi termini l’ex commissario regionale Fi in Sicilia. “Il nostro non è un partito da Congresso per sapere chi prende la direzione del partito. Assisteremo alla lite su chi è proprietario del simbolo, a chi non lo è, già so come andrà a finire”, pronostica.
L’ex presidente dell’Ars non crede in un Congresso nazionale, ma c’è chi lo invoca e chi come l’ex ministro Claudio Scajola vuole affidare tutto nelle mani del coordinatore nazionale: “Ora Tajani deve aprire una riflessione politica all’interno di Fi per traghettarla verso un nuovo percorso politico, lui ha l’equilibrio per farlo”.
Ed è proprio il vicepremier e ministro degli Esteri a mantenere la barra dritta da Washington: “Forza Italia andrà avanti perché Berlusconi ha sempre guardato al futuro e il nostro dovere è fare ciò che lui sognava fino all’altro giorno. Non esiste l’ipotesi che Forza Italia scompaia perché non scompare Berlusconi” ha dichiarato Tajani nelle ore della morte del leader azzurro, mentre si trovava in visita negli Usa.
Non sembra avere esitazioni nemmeno un fedelissimo come Maurizio Gasparri che poco dopo la morte del leader ha dichiarato: “Chi ama la politica, chi ha vissuto con Silvio Berlusconi un percorso lungo 29 anni, sa che deve proseguire nel solco delle sue indicazioni, delle sue idee. Di Berlusconi ce n’è uno e non ce ne sono altri all’orizzonte, ma questo non fa venir meno la bontà di quelle idee e la necessità di attuarle” (qui abbiamo parlato dell’immenso patrimonio immobiliare di Berlusconi).
Che fine farà Forza Italia: il nodo finanziamenti
Tra i nodi più urgenti da risolvere per Forza Italia c’è quello dei fondi: la famiglia Berlusconi da tempo ha dato ampie garanzie, ma il Cavaliere rappresentava il principale finanziatore con 100 milioni di euro di credito e il futuro resta una incognita (qui avevamo spiegato quanto spende la famiglia Berlusconi per Forza Italia, mentre qui quanto vale l’eredità si Silvio Berlusconi e a chi andrà).
Prova a rassicurare tutti l’amministratore nazionale, tesoriere e depositario del simbolo Alfredo Messina: “Domani ci sarà il Comitato di presidenza di Forza Italia per approvare il bilancio. Il partito è in grado di sostenersi e può sopravvivere, è un atto dovuto alla memoria del presidente Berlusconi. Una volta il partito era formato da 70-80 dipendenti, ora ne ha solo 12. Abbiamo ridotto spazi, affitti, stipendi. Affronteremo tutti i problemi che si presenteranno”.