Sondaggi politici: Meloni è sopra il 29%, settimana fiacca per Schlein e Conte

Per i sondaggi elettorali è una settimana interlocutoria, in cui le forze politiche confermano i posizionamenti: Fratelli d'Italia è al 29,1%, il Partito Democratico al 22,1% e il Movimento 5 Stelle al 12,3%

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Poche emozioni sul fronte dei sondaggi politici, che mostrano andamenti non dissimili dalle rilevazioni precedenti. Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni guadagna il +0,1% andando al 29,1%.

Il Partito Democratico di Elly Schlein è in bonaccia e si riconferma al 22,1%. Il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte perde il -0,2% e si posiziona al 12,3%.

Chi sale e chi scende nei sondaggi politici

Di seguito i dati della rilevazione elettorale Termometro Politico per True Data pubblicato l’8 agosto 2025. I dati sono messi a confronto con quelli diffusi il 25 luglio dagli stessi soggetti:

La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio è disponibile sul sito ufficiale sondaggipoliticoelettorali.it.

All’8 agosto, data di pubblicazione del sondaggio, la situazione delle coalizioni è la seguente:

La situazione alle elezioni europee dell’8 e del 9 giugno 2024:

Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022:

Chi vincerebbe se si votasse oggi

Di seguito il confronto fra la situazione attuale e i precedenti sondaggi politici, rilevati dalla Supermedia/YouTrend.

Il centro-destra si posiziona al 47,5%, mentre la settimana precedente incassava il 47,3%.

Il centro-sinistra unito (ma senza M5S) vale il 30,5%. Sette giorni prima il dato era del 30%.

Il campo largo (Pd + M5S) vale il 34,4%, diversi decimali in meno rispetto al 35,2% della settimana passata.

Tutte le opposizioni unite varrebbero un ipotetico 48,2%. La settimana precedente il valore era del 48,8% e quella prima ancora del 49%. Sul piano puramente teorico ce ne sarebbe abbastanza per mandare a casa la coalizione di centro-destra. Sul piano pratico, invece, l’ipotesi non regge: alle opposizioni italiane manca un federatore capace di trovare la quadra tra istanze quantomai eterogenee e conflittuali. Oggi le opposizioni italiane marciano ostinatamente divise su quasi tutti i temi chiave del dibattito politico: sostegno all’Ucraina, gas russo, sostegno a Israele, riconoscimento della Palestina, dazi Usa, immigrazione irregolare, riforma della giustizia, Green Deal, riarmo europeo, eccetera. Giorgia Meloni non ha un rivale. E il fatto che Giuseppe Conte spinga la crescita del Movimento 5 Stelle cercando di cannibalizzare il Partito Democratico di Elly Schlein è la garanzia di sonni tranquilli per la premier. Dal conteggio sono stati esclusi i partiti esigui.

Chi resterebbe fuori dal Parlamento

Se oggi si tornasse alle urne, il Rosatellum impedirebbe l’ingresso in Parlamento di tutti i piccoli partiti intenzionati a presentarsi da soli alle elezioni, cioè non apparentandosi in patti elettorali con altri partiti. L’attuale legge elettorale ha una soglia di sbarramento del 3%. Sarebbero incapaci di superarla:

Alle elezioni europee, invece, la soglia di sbarramento è del 4%. Se si votasse per le europee, a restare fuori dai giochi sarebbe anche Azione di Carlo Calenda (3%).

Astensionismo e indecisione

Astenutiindecisi e persone che voterebbero scheda bianca o scheda nulla per protesta sono il “partito del non-voto”. Il sondaggio Ipsos pubblicato il 24 luglio mostra come oggi il non voto valga il 42,5% dell’elettorato. Un mese prima il dato era leggermente più basso (41%). Tirando le somme, oggi i votanti effettivi sono dunque il 57,5%.

Oggi, tolto il non-voto, è questo il reale quadro relativo alle preferenze dell’elettorato italiano:

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