Sondaggi politici, Meloni sale e a sinistra Bonelli e Fratoianni si rafforzano

Secondo i sondaggi elettorali il partito di Giorgia Meloni è in lenta risalita: il +0,3% spinge FdI al 29,4%. Avs guadagna mezzo punto e va al 6,9%

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

I sondaggi politici mostrano come Fratelli d’Italia sia in lenta ripresa: dopo la scivolata di due settimane fa (-1,2%), il partito di Giorgia Meloni risale a quota 29,4%. Da ultimo ha riconquistato il +0,3%.

Sostanzialmente fermi gli altri due grandi partiti che completano il podio: il Partito Democratico di Elly Schlein è al 22,2% (-0,1%) mentre il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte si conferma al 12,7%. Si segnala la buona performance di Alleanza Verdi e Sinistra del duo Bonelli-Fratoianni, che guadagnando mezzo punto va al 6,9%.

Chi sale e chi scende nei sondaggi politici

La rilevazione elettorale che segue è la Supermedia Youtrend/Agi. Il sondaggio indica l’andamento medio del gradimento dei partiti politici al 25 luglio 2025. I dati vengono messi a confronto con quelli rilevati il 10 luglio 2025 (mentre qui è possibile trovare i numeri dei precedenti sondaggi politici):

La Supermedia Youtrend ha elaborato per Agi le intenzioni di voto degli elettori italiani ricavando la media ponderata fra una serie di sondaggi elettorali: Swg (data di pubblicazione 14 e 21 luglio), Tecnè (11 e 18 luglio) e Youtrend (16 luglio). La nota metodologica di ciascun sondaggio è disponibile su sondaggipoliticoelettorali.it.

Al 25 luglio 2025, data di pubblicazione della Supermedia, la situazione delle coalizioni è la seguente:

Qui è possibile ricontrollare i precedenti sondaggi politici.

La situazione alle elezioni europee dell’8 e del 9 giugno 2024:

Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022:

Chi vincerebbe se si votasse oggi

Il centro-destra guadagna qualche decimale: se oggi si tornasse a votare, la coalizione che sostiene l’esecutivo incasserebbe il 47,4% delle preferenze. La settimana scorsa il peso politico della maggioranza si assestava su quota 47%.

Il centro-sinistra unito (ma senza M5S) vale il 31%. Sette giorni prima il dato era del 31,2%.

Il campo largo (Pd + M5S) vale il 34,9%, esattamente come la settimana passata.

L’unione di tutti i partiti d’opposizione varrebbe un ipotetico 49%. La settimana precedente il valore era del 49,3%. Sulla carta ce ne sarebbe abbastanza per mandare a casa la coalizione di centro-destra. Ma si tratta di un’ipotesi di fantasia: in mancanza di un federatore capace di mettere d’accordo tutte le anime dell’opposizione, Giorgia Meloni, di fatto, non ha un rivale. Dal conteggio sono stati esclusi i partiti esigui.

Chi resterebbe fuori dal Parlamento

Il Rosatellum non è clemente con i piccoli partiti che si presentano da soli alle elezioni. Se oggi si tornasse al voto, l’attuale legge elettorale spazzerebbe via tre realtà incapaci di superare la soglia di sbarramento del 3%:

Astensionismo e indecisione

Astenutiindecisi e persone che voterebbero scheda bianca o scheda nulla per protesta rappresentano il “partito del non-voto”. La cattiva notizia è che si tratta di una schiera vastissima (41%). La buona notizia è che nelle ultime settimane l’interesse degli italiani per la politica è andato aumentando: alle elezioni europee del giugno 2024 il dato aveva raggiunto quota 53,1%. Oggi, tirando le somme, i votanti effettivi sono dunque il 59%. I dati li ha rilevati Ipsos (26 giugno 2025).

Oggi, tolto il non-voto, è questo il reale quadro relativo alle preferenze dell’elettorato italiano:

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