Era pronto a rilanciare il partito, carico per tornare in campo, appena tornato a casa dopo una lunga degenza in ospedale. Invece, Silvio Berlusconi è costretto a cedere il passo. Di nuovo ricoverato al San Raffaele per controlli che alcune fonti dicono “programmati”, è tutto rinviato. L’ex premier era stato dimesso il 19 maggio scorso, dopo 45 giorni di ricovero.
Per domenica 11 giugno era programmato un vertice di Forza Italia nella sua villa ad Arcore. E invece sono sopraggiunti nuovi problemi di salute. Accanto a lui in ospedale ci sono la compagna e deputata azzurra, Marta Fascina, e anche la figlia Marina. Ma è solo tutto rinviato.
La leadership di Silvio Berlusconi
“L’unica cosa certa è che Forza Italia non può esistere senza Silvio Berlusconi“. Quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase nel corso di questi 30 anni. L’ultima, solo poche ore fa, da parte di Iva Zanicchi, tra le più grandi cantanti della storia del nostro Paese, artista a tutto tondo, ma anche eurodeputata a Strasburgo per due legislature (tra il 2004 e il 2009), eletta proprio nelle file degli azzurri.
Chiunque abbia provato a invertire il paradigma è rimasto bruciato dalla foga verticistica del capo e fondatore, che con la sua leadership incontrastata ha saputo riunire attorno a sé le forze di centrodestra per oltre un ventennio, cannibalizzando delfini e aspiranti successori, prima di cedere il passo (malvolentieri) nel 2018 a Matteo Salvini e poi all’attuale premier Giorgia Meloni. Lo ha ricordato di recente anche Angelino Alfano, per anni suo fedelissimo e tra le “vittime” più illustri dell’uomo solo al comando (oggi manager di grandi multinazionali, con un super stipendio e tanti saluti al passato che fu).
La strategia di Berlusconi per rilanciare Forza Italia
Come detto, aldilà dei problemi di salute e delle questioni – spesso anche spinose – che riguardano la gestione del suo immenso patrimonio imprenditoriale (in buona parte già diviso tra i cinque figli avuti dalle due mogli), da un quinquennio a questa parte il Cavaliere si è dovuto confrontare con un ricambio generazionale che ha portato sulla cresta dell’onda i segretari dei suoi partiti alleati. Entrambi concepiti negli anni Settanta, entrambi figli di un’altra era politica rispetto a lui, nato quando ancora doveva scoppiare la Seconda Guerra Mondiale, rottamatore della Prima Repubblica e perno fondante della Seconda.
A farne le spese non è stata tanto la sua persona, la sua immagine: ha raccolto oltre un milione di preferenze alle elezioni europee del 2019, record assoluto italiano, giusto per ricordare a tutti che il maestro del consenso è ancora in circolazione. Il contraccolpo lo ha subito però la sua creatura, Forza Italia, che oggi naviga ben al di sotto del 10%, dilaniata dalle correnti interne. Per questo il padrone di Mediaset ha deciso, nei giorni scorsi, di radunare ad Arcore la compagine dei suoi attuali ministri, nel tentativo di mettere a punto una strategia vincente, che riporti il partito alle glorie delle stagioni passate.
La scelta di Berlusconi per le finanze di Forza Italia in vista delle elezioni europee
Come questo piano possa essere attuato è presto detto: dev’essere lui a riprendere in mano le redini del gioco, dopo un periodo in cui ha delegato ad Antonio Tajani (coordinatore nazionale) e a Marta Fascina (sua compagna nella vita come nel lavoro) la gestione degli affari correnti. Per farlo, sarà necessario un riassetto generale dei ruoli di potere interni a Forza Italia, con un graduale accantonamento di alcune figure scomode (come Alessandro Cattaneo, ex capogruppo alla Camera, poi defenestrato) per fare posto a giovani attivisti di fiducia (vedi Alessandro Sorte, nuovo responsabile degli azzurri in Lombardia).
La decisione di Silvio Berlusconi, per ora solo rinviata probabilmente, passa anche da un nuovo tesoretto economico stanziato per i prossimi appuntamenti elettorali e proveniente per intero dalle sue finanze personali. A quanto pare, l’ex presidente del Consiglio avrebbe infatti deciso di pagare di tasca propria tutta la campagna elettorale per le elezioni europee del prossimo anno, in cui (proprio per risollevare la situazione di declino) dovrebbe – salute permettendo – essere lui stesso a fare il capolista per tutte le cinque circoscrizioni in cui verrà diviso il territorio nazionale. Una decisione assunta poco prima del nuovo ricovero e nelle stesse ore in cui, negli uffici del Senato, veniva deposita la sua ultima dichiarazione dei redditi.