La legge di bilancio del 2021 ha prorogato fino al 2023 il periodo per accedere alla prestazione di accompagnamento alla pensione, come previsto dall’articolo 4, comma 2, della legge n. 92 del 28 giugno 2012. Questa proroga rappresenta una misura importante per garantire la continuità e la disponibilità di questa prestazione a coloro che ne hanno bisogno, consentendo loro di avere un supporto adeguato durante il periodo di transizione verso la pensione.
L’Inps ha chiarito i dettagli relativi al nuovo periodo massimo di fruizione di questa prestazione tramite il messaggio n. 227 del 20 gennaio 2021. Questo comunicato fornisce importanti indicazioni sulle modalità di accesso, i requisiti e le procedure per presentare la domanda per la prestazione di accompagnamento alla pensione.
È fondamentale, quindi, che i potenziali beneficiari siano a conoscenza di questi aggiornamenti e comprendano i loro diritti e le loro opzioni riguardo a questa prestazione. La proroga del periodo di accesso, infatti, offre un’opportunità aggiuntiva per coloro che possono avere bisogno di assistenza durante il processo di pensionamento, consentendo loro di pianificare e prepararsi adeguatamente per questo importante cambiamento nella loro vita. La prestazione di accompagnamento alla pensione, ricordiamo, è progettata per offrire un sostegno finanziario e sociale a coloro che si avvicinano all’età pensionabile o che stanno attraversando una fase di transizione nel loro percorso lavorativo. Essa può fornire infatti un aiuto prezioso nel gestire le sfide e le difficoltà che possono sorgere durante questa fase di transizione, garantendo un adeguato livello di sicurezza economica e benessere.
Cosa è l’accompagnamento alla pensione dell’Inps
La legge prevede che possano essere erogate prestazioni di accompagnamento alla pensione a totale carico del datore di lavoro in caso di ristrutturazione, crisi e riorganizzazione aziendale, e riduzione o trasformazione dell’attività di lavoro.
Possono accedere a questo servizio i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e i dirigenti in esubero, tenendo conto di specifici requisiti.
L’accordo aziendale diventa effettivo dopo la validazione dell’Inps, che rilascia al datore di lavoro un prospetto con le informazioni che riguardano l’onere mensile stimato del programma di esodo annuale.
A quanto ammonta l’accompagnamento alla pensione
La prestazione è liquidata dal mese successivo alla risoluzione del rapporto di lavoro, indipendentemente dalla data di presentazione della domanda. Viene calcolata come la pensione alla data di cessazione del rapporto di lavoro, escludendo la contribuzione correlata, che continua a essere versata dal datore di lavoro per tutto il periodo di esodo.
Il pagamento è corrisposto per tredici mensilità, ed è disposto in rate mensili anticipate. Il regime fiscale della prestazione è quello della tassazione ordinaria. La prestazione cessa alla sua scadenza, e non è prevista la trasformazione automaticamente in pensione ordinaria, per la quale l’interessato è tenuto a presentare una domanda specifica all’Inps.
Esodo: si può andare in pensione sette anni prima
Come specificato con il messaggio dell’Inps n. 227 del 20 gennaio 2021, con la firma della direttrice generale Gabriella Di Michele, per le domande presentate di pensione anticipata fino al 1 dicembre 2023, data della ultima decorrenza, e con il termine del rapporto di lavoro fissato al 30 novembre 2021, il periodo massimo di fruizione può essere elevato fino a sette anni.
La legge Fornero prevedeva inizialmente che lo scivolo pensionistico comprendesse un periodo di quattro anni di anticipo rispetto alla pensione ordinaria. La legge di bilancio del 2018 aveva aumentato il periodo a sette anni, fino al 2020, e la misura è stata confermata nella legge di bilancio del 2021.