Riforma pensioni: spunta Quota 104 per cancellare la Fornero

Senza una soluzione, dal 1 gennaio 2023 si torna alla Fornero. E il leader della Lega Salvini è già sul piede di guerra.

Pubblicato: 30 Maggio 2022 14:25

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Redazione

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La riforma delle pensioni si candida a diventare il tema caldo dei prossimi mesi, di fatto da qui alla fine dell’anno quando non ci sarà più neppure Quota 102, la soluzione ponte individuata in extremis dal Governo per sostituire Quota 100 nel tentativo di mettere a punto una sintesi che accontenti tutti. E soprattutto evitare di tornare alla Fornero con l’uscita a 67 anni, mentre il leader della Lega Salvini già sul piede di guerra.

Riforma pensioni, a che punto siamo?

Dal 2023 pensionamento al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica. È questa l’idea di riforma alla quale si lavora, ribattezzata appunto quota 41.

“Dal primo gennaio dell’anno prossimo, se il Parlamento non approva nulla di diverso, rientra in vigore la legge Fornero, che significa andare in pensione a 67 anni. Su questo non facciamo sconti a nessuno, l’obiettivo e’ arrivare a quota 41. Impediremo con ogni mezzo necessario il ritorno alla legge Fornero”. Tuona il segretario della Lega, Matteo Salvini.

Salvini è l’anti-Fornero

Lega e Cisl puntano su Quota 41, sistema già previsto per i lavoratori precoci e che potrebbe essere allargato a tutti. Tutto risolto? Ovviamente no: l’attuale quota 41 in vigore prevede un calcolo dell’assegno con un sistema misto, contributivo e retributivo. La Quota 41 allargata a tutti, per motivi di costi, potrebbe arenarsi invece su un calcolo col contributivo integrale.

E se la Lega punta su Quota 41, Forza Italia spinge per Quota 104. “Quota 100 a noi non ci affascinava, meglio allora quota 104 ma credo che si debba dare vita ad un riforma che tuteli i lavori ultrasessantenni ma anche i lavoratori giovani. Dobbiamo avere un sistema pensionistico che tuteli i giovani”, dice il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani.

Quota 104, di che si tratta

E se con Quota 41 per tutti la sforbiciata sull’assegno potrebbe arrivare anche al 10 per cento, con Quota 104 la penalizzazione potrebbe essere inferiore e parametrata per ogni anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza con l’uscita Fornero.

“Il ministro Orlando riapra subito il tavolo politico per cambiare il sistema pensionistico. Dobbiamo riprenderlo, basta con i tavoli tecnici”. Questa la richiesta del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, nelle conclusioni del congresso confederale, rimarcando che il governo ha “le nostre proposte da lungo tempo” a partire dalla richiesta di uscire dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi e di una pensione di garanzia per giovani e donne. “Cominciamo a stringere per arrivare a soluzioni concertate, condivise – rimarca Sbarra – per spezzare le rigidità della legge Fornero”.

Incognita elezioni

Il clima, insomma, è decisamente rovente e spetterà (ancora una volta) al governo decidere se e come indirizzare il confronto sulla riforma. Non è neppure da escludere – in scia alle elezioni ormai prossime – che l’esecutivo decida di tratteggiare appena la riforma, lasciando la “palla” a quelli che verranno dopo.

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