Entra nel vivo il dibattito sulla Riforma delle pensioni in vista dell’ormai prossima scadenza di Quota 100, ai saluti a fine anno. Tante le proposte al vaglio – con l’obiettivo di garantire la necessaria flessibilità ai lavoratori che hanno intenzione di andare in pensione.
Il Sostegni Bis
A queste si aggiunge quella arrivata nelle scorse ore dal Ministro del Lavoro Orlando che ha inserito all’interno del DL Sostegni Bis (pronto a tagliare il traguardo entro questa settimana) il potenziamento del contratto di espansione che, di fatto, consente mandare in pensione su base volontaria i lavoratori fino a 5 anni prima (60 mesi) rispetto ai requisiti ordinariamente richiesti per la pensione di vecchiaia o anticipata.
Il precedente
Da sottolineare che non siamo in presenza di una novità. Già introdotto dal Decreto Crescita nel 2019 ma solo per aziende di grandi dimensioni ( oltre 1.000 lavoratori, e con un anticipo di soli due anni), l’ultima manovra ne ha ampliato la platea coinvolgendo anche le medie imprese (organico di almeno 250 lavoratori).
Ed ora con il Decreto Sostegni bis arriva un ulteriore step abbassando la soglia per l’accesso ai contratti di espansione a 100 dipendenti e ampliando ancora la platea di possibili beneficiari di circa 15 mila aziende e circa 27 mila dipendenti nel 2021 (altrettanti nel 2022).
Il contratto di espansione permette tra l’altro anche di ridurre l’orario di lavoro, opzione della quale potranno beneficiare i dipendenti privi dei requisiti per accedere allo scivolo: per loro una speciale cassa integrazione a costo zero per l’azienda con riduzione massima dell’orario pari al 30%.
Al momento, comunque, reazione piuttosto gelida da parte dei Sindacati che bocciano la proposta, ritenendola eccessivamente costosa per le aziende.