Quota 103 abolita in Manovra, cosa succede nel 2026 con la pensione anticipata

Quota 103 è stata definitivamente abolita e a partire dal 2026 non ci sarà più nessuna forma di flessibilità con il ricalcolo contributivo: resta solo Ape Sociale

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

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Il Governo ha deciso di tagliare definitivamente le forme di pensione anticipata con il ricalcolo contributivo che negli anni scorsi avevano permesso un’uscita dal lavoro di molto anticipata rispetto alla legge Fornero. Se Opzione Donna era stata da tempo molto ridotta, Quota 103 era invece ancora disponibile per chiunque avesse 62 anni di età e 41 di contributi.

La legge Fornero viene quindi rafforzata, e gli unici modi per andare in pensione, oltre ad Ape Sociale, che però copre casi molto specifici, rimangono due. Si tratta della pensione di vecchiaia e della pensione anticipata ordinaria.

Il Governo ha abolito Quota 103

Il testo della Manovra finanziaria è stato “bollinato” dalla Ragioneria generale dello Stato ed è quindi pronto a essere comunicato al Parlamento. L’ultimo passaggio ha aggiunto quasi 20 articoli, ma in nessuno di questi è previsto un rinnovo per Quota 103. La forma di flessibilità per la pensione anticipata rispetto ai parametri della legge Fornero sarà quindi abolita.

Niente più pensione con il ricalcolo contributivo quindi per chi raggiunge 62 anni di età e 41 di contributi. La norma si trascinava di rinnovo annuale in rinnovo annuale dal 2019, quando era stata introdotta come Quota 100. Di fatto, quindi, nel 2026 l’età pensionabile passerà dai 62 anni previsti da Quota 103 ai 67 anni della legge Fornero.

Il Governo Meloni non solo non ha “superato” la legge Fornero, come promesso in campagna elettorale, ma l’ha rafforzata, confermando anche l’aumento dell’età pensionabile a partire dal 2027, purché progressivo.

Come andare in pensione anticipata nel 2026

Le opzioni per andare in pensione nel 2026 sono quindi poche. La misura base della legge Fornero prevede l’uscita dal lavoro a 67 anni di età e almeno 20 di contributi. Dal 2027 l’età anagrafica passerà a 67 anni e 1 mese. Resistono però alcune forme di pensione anticipata previste dalla legge stessa.

La pensione anticipata ordinaria

La legge Fornero stessa infatti prevede un metodo di pensionamento anticipato, la cosiddetta anticipata contributiva. Questa forma di pensione non ha nessun limite di età, ma permette di andare smettere di lavorare una volta versati:

Si tratta di una misura che quindi non dipende dall’età, ma soltanto dagli anni lavorati. È particolarmente conveniente per chi ha iniziato a lavorare subito dopo le scuole superiori.

Quota 41 per i lavoratori precoci

Se invece si è iniziato a lavorare prima dei 19 anni esiste un’altra opzione, ancora più conveniente. Si tratta di Quota 41 per i lavoratori precoci, che nel 2026 permetterà di andare in pensione a chi raggiunge i 41 anni di contributi versati, ma a patto che si verifichi almeno una di queste circostanze:

Resta solo Ape Sociale

Di tutte le forme di anticipo pensionistico, rimane in vigore soltanto Ape Sociale. La norma è però riservata soltanto alle persone che hanno perso il lavoro e che hanno svolto mansioni gravose o che si trovano in condizioni personali di grave difficoltà. Inoltre, non è una pensione, ma un sussidio ponte che accompagna i lavoratori verso l’assegno di vecchiaia.

Si ottengono infatti al massimo 1.500 euro lordi al mese, a seconda del valore della propria pensione, per 12 mesi all’anno. Per ottenere Ape Sociale, è necessario avere almeno 63 anni e 5 mesi di età anagrafica e aver versato:

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