Pensioni, Fornero: “Quota 100? Solo slogan, pagheranno i giovani”

L'ex ministro contro la riforma su cui spinge la Lega: "Salvini si accorgerà che in politica è impossibile accontentare tutti"

Pubblicato: 6 Settembre 2018 10:14Aggiornato: 28 Luglio 2022 10:28

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Redazione

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Mentre Salvini insiste con la volontà di inserire in legge di Bilancio la riforma del sistema pensionistico con una quota 100 senza paletti, dal mondo accademico piovono critiche su una misura che rappresenta una battaglia leghista già dalla scorsa campagna elettorale. Critiche che vertono soprattutto su un fatto: a pagare saranno i giovani.

Intervistata da Il Sole 24 Ore, Elsa Fornero – l’autrice della riforma delle pensioni che il Governo punta a smantellare – è netta: “Bisognerà vedere come sarà declinata in pratica. Salvini si accorgerà che in politica è impossibile accontentare tutti”. Se, ad esempio, si aumenta il periodo contributivo richiesto, si può abbassare l’età di pensionamento: ”Così si accontentano di più gli uomini, ma di meno le donne che vantano meno anni di contributi – spiega Fornero -. Di sicuro ci sarà una categoria scontenta per definizione: sono i giovani e le generazioni future che dovranno pagarne i costi”. Il conto di questo intervento, in effetti, dovrebbe essere piuttosto salato, si parla di diversi miliardi di euro.

“Risorse che presumibilmente si andranno ad aggiungere al debito pubblico – dice Fornero -. Va considerato poi che se si abbassa l’età del ritiro dal lavoro, in futuro si avranno problemi per assegni pensionistici che avranno perso potere d’acquisto, per cui serviranno altri interventi pubblici di tipo assistenziale”.

Non è chiaro poi come la nuova quota 100 si inserirà nel complesso della normativa attuale: ”Si introduce un parametro esogeno – avverte Fornero – e non si capisce se verrà adeguato o meno all’aspettativa di vita. Si considerano poi età e contributi, ma non gli importi della pensione. E non è noto che fine faranno l’Ape volontaria e quella sociale». Il rischio insomma è che «questi numeri introdotti sulla base di slogan possano creare disparità di trattamento e produrre costi elevati per i giovani”.

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