La nuova riforma Irpef potrebbe avere un impatto notevole sul sistema pensionistico. Si sta infatti lavorando per attuare un aumento considerevole di 100 euro mensili. Occorre dire, però, che tale vantaggio non sarà garantito a tutti i soggetti che percepiscono un assegno pensionistico. Di seguito riportiamo nel dettaglio tutto ciò che bisogna sapere in merito, così da comprendere in che fascia si rientra.
I prossimi aumenti delle pensioni
Maggio 2024 non garantirà aumenti delle pensioni percepite. Il trend, se così vogliamo chiamarlo, è stato di fatto interrotto dopo quanto riconosciuto nei mesi scorsi in seguito alla rivalutazione e alla revisione delle aliquote Irpef. Da una parte la somma erogata è stata adattata al costo della vita, con tanto di arretrati, e dall’altra si è garantito un risparmio annuo fino a un massimo di 260 euro.
Nuovi aumenti all’orizzonte sono previsti per luglio 2024, quando si percepirà la quattordicesima. Ad agosto, invece, si percepirà il rimborso del credito Irpef sulla base della dichiarazione dei redditi. E in seguito? L’attesa sarà poi per il 2025, con una nuova rivalutazione, per la quale si ipotizza un tasso dell’1,6%, ma soprattutto una nuova riforma fiscale.
Nuova riforma Irpef
Il governo di Giorgia Meloni sarebbe al lavoro su una semplificazione di scaglioni e aliquote Irpef. Un nuovo intervento, dunque, che andrà però concentrandosi su quelli che sono i redditi più alti. Una decisione possibile che sta già generando polemiche, comprensibili. Ci si preoccupa infatti di chi percepisce cifre ingenti, e per tale motivo escluso dall’ultima riforma, di fatto non necessitando di aiuti emergenziali. Al tempo stesso, però, non si è pensato di contribuire in qualche modo sotto questo aspetto nei confronti di chi percepisce una pensione inferiore a 15mila euro e, allo stesso modo, è risultato escluso.
Una fetta ridotta, in effetti, ma esistente, che non ha giovato del taglio dell’Irpef, grazie al quale l’aliquota del secondo scaglione è passata dal 25% al 23%. Ciò ha garantito un risparmio evidente a tutti i redditi superiori a 15mila euro. Il legislatore ha però stabilito come sopra quota 50mila euro non risulti alcun aumento. Si procederà, dunque, a introdurre le relative detrazioni.
Il massimo dell’aumento garantito, come anticipato, sarebbe di 100 euro mensili. Per ottenere tale cifra massimale, però, la soglia pensionistica da superare è particolarmente elevata, come spieghiamo di seguito.
Riforma Irpef, i vantaggi
Allo stato attuale la ritenuta Irpef applicata agli assegni tra i 15mila e i 28mila euro (e successivi scaglioni fino a 50mila euro) vanta un’aliquota del 23%, come detto, e non del 25%. Ciò si traduce in un risparmio annuo minimo di 12 euro e massimo di 260 euro.
Non ci sono al momento garanzie che tutto ciò possa venir confermato per il 2025. Dipende dalla capacità dell’esecutivo di individuare le necessarie risorse economiche. Nel frattempo, però, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha spiegato come si valuti la possibilità di estendere lo scaglione garantito alla fascia 28mila-50mila euro fino a 55mila euro.
Un aggiornamento che potrebbe garantire fino a 660 euro l’anno ai soggetti che percepiscono una pensione annua compresa tra 50 e 55mila euro lordi. Parlare di 100 euro extra al mese, però, vuol dire ben più di 660 euro annui. Un risultato garantito da una possibile riduzione dell’aliquota applicata a questo ridotto scaglione. Oggi è del 35% ma potrebbe scendere al 34%. L’aumento arriverebbe in questo caso a 933 euro. Le ipotesi sono però due, allo stato attuale, con la seconda che vede una riduzione fino al 33%. In questo caso il massimo aumento registrato sarebbe di 1200 euro annui, ovvero 100 euro in più ogni mese rispetto alla condizione attuale.
Tutto ciò avrebbe però un impatto anche per un’altra fascia. Chi percepisce infatti almeno 35mila euro lordi avrà extra 140 euro annui, che diventano 240 euro (in aggiunta ai 260 già citati) per chi percepisce 40mila euro.