Mentre si discute sul nuovo progetto di riforma delle pensioni 2022, rimane una priorità adeguare i requisiti per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro e mettere a punto una serie di interventi per il post Quota 100, lo scivolo in scadenza al 31 dicembre 2021.
In questo contesto prende forma il progetto di allargare l’Ape sociale e renderla strutturale, come forma per anticipare la pensione dopo la fine di Quota 100 ad altre categorie di lavoratori impegnati in attività considerate gravose o usuranti. Decisivo sarà l’allargamento della platea. Ecco perché la Commissione istituzionale sui lavori gravosi, nel documento del 16 settembre 2021, ha individuato 207 nuove mansioni per le quali potrebbero aprirsi le porte dell’Ape sociale nel 2022.
Ape sociale, come funziona
L’Ape sociale è stata introdotta per la prima volta con la legge di Bilancio 2017, in via del tutto sperimentale, per accompagnare verso l’età pensionabile soggetti in determinate condizioni e soggetta a limiti di spesa.
Si tratta di un’indennità a carico dello Stato erogata dall’Inps per chi ha compiuto almeno 63 anni di età e non sia già titolare di pensione diretta in Italia o all’estero. L’indennità è corrisposta, su domanda, fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, ovvero fino al conseguimento della pensione anticipata o di un trattamento conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.
Ape sociale, i requisiti
L’Ape sociale spetta ai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti o alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, nonché a quelli iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi o alla Gestione Separata, i quali:
- si trovano in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
- non abbiano più un lavoro a seguito di scadenza del contratto a tempo determinato, ma a condizione che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi hanno concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno 3 mesi e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
- assistono, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, oppure ancora un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti, e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
- hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74% e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
- sono lavoratori dipendenti, al momento della decorrenza dell’indennità, in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e che abbiano svolto da almeno sette anni negli ultimi 10 ovvero almeno sei anni negli ultimi sette una o più attività gravose.
Lavori gravosi, esteso l’elenco
La Commissione istituzionale sui lavori gravosi, nel documento approvato il 16 settembre 2021, ha allargato l’elenco delle professioni particolarmente pesanti: si passa da 15 a 57 gruppi e da 65 a 203 mansioni, per le quali potrebbero aprirsi le porte dell’Ape sociale nel 2022.
La lista dei lavori gravosi è stata stilata in base ai criteri Inail che applicano ai mestieri del mansionario Istat tre indici:
- frequenza degli infortuni rispetto alla media;
- numero di giornate medie di assenza per infortunio;
- numero di giornate medie di assenza per malattia.
La platea si allarga così a circa mezzo milione di lavoratori. L’obiettivo dell’estensione dell’elenco dei lavori gravosi è quello di consentire a più lavoratori di anticipare la pensione: grazie all’Ape sociale potranno uscire dal lavoro a 63 anni con 36 di contributi a patto di aver svolto una mansione gravosa per 6 anni negli ultimi 7 o 7 negli ultimi 10.
Lavori gravosi, le nuove mansioni inserite nell’elenco
Nell’allargamento delle mansioni gravose, così come stilato dalla commissione, sono stati inseriti lavori come quello dei bidelli, dei saldatori, dei tassisti, dei falegnami, dei conduttori di autobus e tranvieri, dei benzinai, dei macellai, dei panettieri, degli insegnanti di scuole elementari, dei commessi e dei cassieri, degli operatori sanitari qualificati, dei magazzinieri, dei portantini, dei forestali, dei verniciatori industriali. Tutte categorie che adesso passeranno al vaglio dei ministeri dell’Economia e del Lavoro: sarà il governo a decidere quante nuove categorie includere.