Introdotta il primo gennaio 2012 dalla nota legge Fornero, la pensione anticipata ordinaria permette ai lavoratori che hanno maturato specifici requisiti contributivi di andare in pensione prima del raggiungimento dell’età pensionabile.
Cos’è l’età pensionabile? È un requisito anagrafico necessario per andare in pensione, sebbene non sia l’unico. Attualmente, la regola generale è la seguente: tutti i lavoratori hanno diritto alla pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni e con almeno 20 anni di contributi alle spalle (salvo quanto previsto dalla cd. deroga Amato di cui al lgs. n. 503 del 1992), ma numerosi sono i casi in cui è possibile ritirarsi qualche anno prima dal mondo del lavoro.
Vediamo in sintesi le opzioni 2025 per la pensione anticipata.
Indice
Pensione anticipata ordinaria, come funziona
La pensione anticipata ordinaria rappresenta la “scorciatoia” più nota, ma qual è il meccanismo? Ebbene i requisiti sono diversi, a seconda che il lavoratore richiedente tale trattamento sia un soggetto con anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, oppure sia un soggetto con primo accredito contributivo dal primo gennaio 1996.
Distinguiamo le due situazioni, tenendo presente che – in ogni caso – per conseguire il trattamento occorrerà interrompere l’attività di lavoro dipendente, ma non quella autonoma. Prevista, inoltre, una finestra mobile che fa slittare il primo rateo di pensione di 3 mesi dalla maturazione dei requisiti.
Anzianità contributiva prima del 1996
Chi ha versato almeno un contributo entro il 1995 potrà richiedere la pensione anticipata, se ha il requisito contributivo di:
- 41 anni e 10 mesi se donna;
- 42 anni e 10 mesi se uomo.
In base alle norme oggi vigenti, questo requisito (in vigore dal primo gennaio 2016) varrà fino al 31 dicembre 2026.
Inoltre Inps spiega che, per il raggiungimento del citato requisito contributivo, è utile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata fermo restando:
il contestuale perfezionamento del requisito di almeno 35 anni di contribuzione escludendo i periodi di malattia e disoccupazione e/o prestazioni equivalenti, ove il trattamento pensionistico sia liquidato a carico del Fondo pensioni lavoratori Dipendenti.
La decorrenza è fissata a 3 mesi dopo la maturazione del requisito contributivo (finestra mobile). Per fare un esempio pratico, se un lavoratore – ad aprile 2025 – avrà totalizzato 42 anni e 10 mesi di contributi, potrà contare sulla decorrenza della pensione anticipata da luglio di quest’anno.
Anzianità contributiva a partire dal primo gennaio 1996
I lavoratori che hanno cominciato a versare la contribuzione dal primo gennaio 1996, vale a dire coloro che possono accedere alla pensione con il sistema di calcolo contributivo, conseguiranno il trattamento previdenziale con lo stesso requisito visto sopra. In particolare, per il perfezionamento di quest’ultimo, Inps sottolinea che non è considerabile la contribuzione scaturente dalla prosecuzione volontaria. Invece, quella accreditata per periodi di lavoro precedenti il raggiungimento del diciottesimo anno di età è moltiplicata per 1,5.
Pensione anticipata contributiva
In alternativa, coloro che hanno iniziato a versare contributi dal primo gennaio 1996 possono accedere alla pensione anticipata contributiva con queste condizioni:
- compiuti i 64 anni di età;
- con 20 anni di contribuzione effettiva – esclusa quindi la contribuzione figurativa;
- un importo della prima rata di pensione non al di sotto delle 3 volte (ridotto a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con due o più figli) l’ammontare mensile dell’assegno sociale (importo soglia sottoposto annualmente a rivalutazione).
Non solo. In riferimento a questo specifico trattamento c’è un tetto massimo di importo, pari a 5 volte il minimo, fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia. Ricordiamo che per il 2025 l’importo dell’assegno sociale è fissato a 538,68 euro al mese, mentre quello dell’assegno minimo è uguale a 616,67 euro.
Pensione anticipata contributiva con integrazione della previdenza complementare
La manovra 2025 ha introdotto una rilevante novità per i pensionandi contributivi ‘puri’, vale a dire coloro che sono iscritti/e alla previdenza pubblica dal priamo gennaio 1996 e che hanno optato per una forma di previdenza complementare per garantirsi un trattamento pensionistico più consistente.
Ebbene, l’ultima legge di Bilancio 2025 prevede la facoltà di cumulare le somme del fondo pensione, ossia il valore delle prestazioni di rendita, con quelle della previdenza del primo pilastro, in modo da maturare il diritto al trattamento anticipato (importi soglia della legge Fornero) nel sistema pensionistico pubblico. Queste le condizioni:
- 64 anni di età;
- 25 anni di contributi;
- assegno pensionistico corrispondente ad almeno 3 volte l’assegno sociale (cala a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con almeno due figli).
Il legislatore ha così introdotto un requisito contributivo più restrittivo rispetto alle regole vigenti, perché maggiore di 5 anni (da 20 a 25 anni).
Dipendenti pubblici pensione anticipata: novità 2025
Le ultime novità normative riguardano anche la pensione anticipata dipendenti pubblici, con specifico riferimento a coloro che – alla data del 31 dicembre 1995 – avevano meno di 15 anni di contributi. Ci riferiamo agli aderenti alle gestioni previdenziali CPDEL, CPS, CPI e CPUG (ex INPDAP).
Nessuna differenza per i requisiti contributivi ma diventa più lunga la finestra mobile, vale a dire quel periodo compreso tra la data effettiva di maturazione dei requisiti e la data di liquidazione del primo assegno pensionistico.
Se fino al 2024 la durata della finestra mobile era pari a 3 mesi, nel 2025 crescerà a 4 mesi, mentre nel 2026 arriverà a 5 mesi. Ciò significa che se i requisiti sono maturati quest’anno, scatterà la finestra quadrimestrale. Tuttavia l’allungamento della finestra non si applicherà al personale che accede alla pensione anticipata ordinaria o alla pensione anticipata precoci, tramite il cumulo dei periodi assicurativi.
Lavoratori precoci, Quota 103, Opzione donna e Ape Sociale
Chi ha iniziato a lavorare prima di compiere i 18 anni può anticipare il pensionamento nel 2024, se nel corso dell’anno:
- è in grado di maturare 41 anni di contributi;
- ha lavorato almeno 12 mesi prima di compiere 19 anni.
La misura è strutturale e rimane invariata per il 2025, tuttavia tale canale di uscita anticipata da mondo del lavoro non riguarda – in verità – tutti i lavoratori precoci, ma soltanto quelli che rientrano nelle categorie individuate per l’accesso all’APE Sociale. Quest’ultima, insieme ad Opzione donna e Quota 103 fa parte dei meccanismi di pensionamento anticipato non strutturali, ma confermati annualmente dal Governo.
RITA, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata
La panoramica dei canali di pensionamento anticipato non finisce qui. Dobbiamo infatti almeno menzionare la RITA, una prestazione che un fondo pensione può versare prima che l’aderente ottenga i requisiti di legge per la pensione di vecchiaia.
La Rendita Integrativa Temporanea Anticipata è una interessante “scudo economico” che protegge gli aderenti alla previdenza complementare qualora, in età avanzata e ormai vicini al pensionamento, si trovino a perdere il lavoro. Tale prestazioni può applicarsi a tutti i lavoratori, dipendenti pubblici compresi.
Quota 97,6, Quota 98,6 e pensione anticipata per invalidi
Inoltre, l’accesso alla pensione anticipata per gli addetti ai lavori usuranti (le cui attività sono dettagliate dal legislatore), è consentito tuttora ai lavoratori subordinati al raggiungimento della quota 97,6 con almeno 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi. Invece, per gli autonomi, il requisito è la quota 98,6 con 62 anni e sette mesi di età e 35 anni di contributi.
Concludendo, ai lavoratori cui è stata accertata una invalidità civile non al di sotto dell’80% spetta la pensione di vecchiaia anticipata, in presenza del requisito anagrafico – 61 anni di età per gli uomini e 56 anni di età per le donne – e di quello contributivo, ossia almeno 20 anni di contributi versati.