Mutui, ai giovani in Italia serve l’aiuto delle famiglie per averlo

Le richieste di mutui in Italia per il 70% dei giovani (under 35) dipende dagli aiuti che vengono garantiti dalle famiglie: i dati 2024 del Centro internazionale studi famiglia.

Pubblicato: 24 Dicembre 2024 07:30

Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Com’è noto la Banca centrale europea ha avviato un processo di taglio dei tassi che ha il principale scopo, dopo anni di crescita dell’inflazione, di agevolare la ripresa economica e contenere l’aumento del livello generale dei prezzi (obiettivo 2% nel 2025). Tale aspetto influisce in positivo sui mutui, con i dati che segnano una ripresa importante nel corso degli ultimi mesi, anche se in Italia c’è un aspetto che non può essere sottovaluto: l’accesso a un mutuo da parte dei giovani è ancora strettamente legato all’aiuto che può essere dato ai mutuatari dalle famiglie d’origine. Recenti studi, infatti, dimostrano che ben il 70% dei giovani richiedenti mutuo (under 35) ha avuto un sostegno – sia esso parziale o totale – da parte della famiglia d’origine o da parenti stretti.

I giovani hanno bisogno della famiglia per il mutuo

Così come evidenziato nel report annuale del Centro internazionale studi famiglia, dal titolo “Cisf Family Report 2024. Case e città a misura di famiglia” e realizzato in collaborazione con la società Eumetra, l’acquisto di una casa continua ancora fortemente a dipendere dal sostegno che può essere dato dalle famiglie d’origine. Per i più giovani fondamentale è il sostegno soprattutto dei genitori, anche se non mancano i casi in cui un parte degli aiuti venga concessa da altri parenti.

Guardando ai numeri, preso un campione di 1.600 famiglie, il report evidenzia che tra chi ha acquistato casa in Italia nell’ultimo anno ben il 52,3% dichiari di aver ricevuto un sostegno – totale o parziale – di natura economica dai genitori o dai propri familiari. La percentuale si eleva invece al 70% nel caso di richiedenti mutuo più giovani, under 35. Quanto alla natura dell’aiuto concesso o ricevuto, il 52,9% di questi è stato concesso sotto forma di donazione, il 21,3% come anticipo sull’eredità e il 19,3% come prestito.

Le tipologie di residenza

Il Centro internazionale studi famiglia fornisce anche un quadro molto dettagliato anche in merito alle tipologie di residenze più comuni per le famiglie italiane nel corso degli ultimi 12 mesi. In vetta, come ipotizzabile, ci sono gli appartamenti, scelti come opzione principale dal 57% del campione intervistato, seguiti da case o villette unifamiliari che sono abitate dal 41,1%.

E ancora, il 79,6% dei nuclei familiari presi a riferimento vive in una casa di proprietà che sono state acquistate in modalità differenti:

Molto bassa, invece, la percentuale di coloro che vivono in case in affitto, il 16%, o in altre condizioni, 4,4%.

I costi di gestione della casa

A quanto fin qui detto si aggiungono anche altri aspetti che non possono essere sottovalutati. In Italia per ben il 30% dei nuclei familiari presi a riferimento, la gestione economica della casa negli ultimi 3 anni ha rappresentato un serio problema causato dalla mancanza di budget. Questi soggetti hanno dovuto, necessariamente, fare ricorso ad aiuti esterni, il 4,4% spesso, mentre il 27,4% solo alcune volte.

Infine ci sono i dati relativi all’indice complessivo di vulnerabilità e insoddisfazione abitativa per i quali meno di una famiglia su cinque non ha elementi abitativi di criticità, il 18,6%, con oltre un terzo delle famiglie che presentano invece livelli elevati di vulnerabilità e insoddisfazione, il 36,5. La maggior parte delle persone, in quest’ultimo caso, è sola o appartiene a nuclei monogenitoriali.

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